Politica | LA PETIZIONE

"La gente di montagna teme il lupo"

Bianchi, che governa a Laives con l'Svp, si smarca da Caramaschi e apre le porte alla raccolta firme di Schuler. "Non giudico. L'iniziativa nasce dalle preoccupazioni".
Bianchi, Christian
Foto: Domus bauexpert

“Se sulla tematica l’assessore provinciale ad agricoltura e foreste si è fatto promotore dell’iniziativa, vuol dire che le popolazioni delle zone interessate hanno timore di questa presenza”. Christian Bianchi, sindaco di Laives, sostenuto da una maggioranza formata da Lega e Svp, è in netta contrapposizione sul lupo rispetto al collega di Bolzano Renzo Caramaschi. Il quale ha rimandato al mittente la petizione promossa da Arnold Schuler per chiedere all’Unione europea maggiori competenze sulla gestione del predatore per la Provincia di Bolzano.

Bianchi, che governa anche lui un centro del fondovalle, quindi lontano dai problemi delle aree di montagna dove ha fatto la sua comparsa il canide, non ha chiuso le porte alla petizione – come riporta il Corriere dell’Alto Adige –, scegliendo come tanti altri sindaci altoatesini di depositarla in segreteria per la firma dei cittadini. L’argomento è molto sentito e sta avendo risalto nazionale. È di oggi un articolo di approfondimento sulla situazione altoatesina sul quotidiano La Stampa, visibile anche sull'edizione cartacea. Verso la presenza del lupo e sulle conseguenze per contadini e allevatori la politica locale è molto sensibile. E addirittura il predatore – che sta ripopolando le Alpi in un processo del tutto naturale – ha fatto litigare Reinhold Messner, vicino alla posizione del Bauernbund e dell’Svp, con i tecnici del Muse e del progetto Life WolfsAlp, come hanno riportato i due inserti in regione del Corriere della Sera.

“Per Laives – ragiona il sindaco Bianchi – non è un tema in quanto questa è una problematica dei Comuni di montagna. Ho detto che se su questo argomento l’assessore provinciale si è fatto promotore di tale iniziativa, vuol dire che le popolazioni delle zone interessate hanno timore di questa presenza. Non posso giudicare se sia giusto o meno, ne prendo solo atto”.