"La gente di montagna teme il lupo"
“Se sulla tematica l’assessore provinciale ad agricoltura e foreste si è fatto promotore dell’iniziativa, vuol dire che le popolazioni delle zone interessate hanno timore di questa presenza”. Christian Bianchi, sindaco di Laives, sostenuto da una maggioranza formata da Lega e Svp, è in netta contrapposizione sul lupo rispetto al collega di Bolzano Renzo Caramaschi. Il quale ha rimandato al mittente la petizione promossa da Arnold Schuler per chiedere all’Unione europea maggiori competenze sulla gestione del predatore per la Provincia di Bolzano.
Bianchi, che governa anche lui un centro del fondovalle, quindi lontano dai problemi delle aree di montagna dove ha fatto la sua comparsa il canide, non ha chiuso le porte alla petizione – come riporta il Corriere dell’Alto Adige –, scegliendo come tanti altri sindaci altoatesini di depositarla in segreteria per la firma dei cittadini. L’argomento è molto sentito e sta avendo risalto nazionale. È di oggi un articolo di approfondimento sulla situazione altoatesina sul quotidiano La Stampa, visibile anche sull'edizione cartacea. Verso la presenza del lupo e sulle conseguenze per contadini e allevatori la politica locale è molto sensibile. E addirittura il predatore – che sta ripopolando le Alpi in un processo del tutto naturale – ha fatto litigare Reinhold Messner, vicino alla posizione del Bauernbund e dell’Svp, con i tecnici del Muse e del progetto Life WolfsAlp, come hanno riportato i due inserti in regione del Corriere della Sera.
“Per Laives – ragiona il sindaco Bianchi – non è un tema in quanto questa è una problematica dei Comuni di montagna. Ho detto che se su questo argomento l’assessore provinciale si è fatto promotore di tale iniziativa, vuol dire che le popolazioni delle zone interessate hanno timore di questa presenza. Non posso giudicare se sia giusto o meno, ne prendo solo atto”.
"Siccome se ne parla allora
"Siccome se ne parla allora il problema esiste" tradotto chi ha in mano le leve della comunicazizone ha in mano il potere. Siccome si parla di extracomunitari, indipendentemente da quanti siano, allora il problema esiste. Si parla di lupi il problema esiste. Non si parla di morti in strada, non esiste il problema.
Che ragionamento bacato.
In risposta a "Siccome se ne parla allora di Massimo Mollica
p.s. e faccio notare come non
p.s. e faccio notare come non abbia scritto niente in merito sul suo profilo Facebook (dove non si risparmia di certo) !
Non mi stancherò mai di dirlo
Non mi stancherò mai di dirlo ma il problema del lupo (o dell'orso) non è il vero problema. Bene ha fatto Caramaschi a non accogliere l'invito di Schuler (irricevibile nei modi) ma la petizione è assolutamente naturale, esplicativa di come l'ambiente è percepito e di conseguenza gestito: una semplice risorsa economica. Se accettiamo questa visione allora ahimè dobbiamo accettare anche la petizione di Schuler, per semplice coerenza logica. E siccome questa visione e la sua deriva inarrestabile è fortemente supportata dalla maggior parte della popolazione (non è messa in discussione nemmeno dai Verdi), mettiamoci pure il cuore in pace, arriveremo ad una "regolamentazione", non ci sono alternative.
In risposta a Non mi stancherò mai di dirlo di Sergio Sette
In alternativa la visione più
In alternativa la visione più corretta dell'ambiente quale sarebbe? Lei è conscio del fatto che l'ambiente malga vive e può esistere come esiste solo grazie alla presenza dell'uomo e degli animali che ci porta?
In risposta a In alternativa la visione più di Mensch Ärgerdi…
La visione più corretta è
La visione più corretta è quella che vede l'ambiente montano (ma non solo) come risorsa naturale al pari di quella economica. Lasciando spazi anche ad ecosistemi naturali. Lei lo sa che l'idea su cui è basata la nostra politica forestale, ossia che senza un pesante intervento umano i boschi degraderebbero e ci sarebbero rischi idrogeologici, è dal punto di vista scientifico una vera e propria sciocchezza? E non lo dico io, lo dicono gli scienziati sulla base di innumerevoli studi.
Riguardo le malghe sono consapevole che sono ambienti antropizzati e che senza un loro utilizzo non esisterebbero. Ma si tratta di trovare un giusto equilibrio: le malghe esistevano anche prima della costruzione delle forestali camionabili che ora le rendono accessibili ai mezzi pesanti fin oltre i 2000 metri di quota, esistevano anche prima che si facesse uso massiccio di concimi e sementi che hanno azzerato la flora naturale, così, solo per fare un esempio.
Il problema è che si ragiona solo in termine di profitto a breve termine ed è passata l'idea che essendo il bosco privato allora ci si può fare quello che si vuole.
In risposta a La visione più corretta è di Sergio Sette
Mi sa dire di preciso su
Mi sa dire di preciso su quale malga in Alto Adige, dove vengono portate pecore e capre, si fa uso massiccio di concimi e sementi? Non è che sta facendo confusione con i prati per la produzione di fieno?
Gli spazi per gli ecosistemi naturali ci sono anche nei vigneti e nei meleti. Anche qui credo che Lei confonda uno spazio naturale o un ecosistema, con un tipo di ecosistema che è la foresta vergine. Dubito anche che corsi d'acqua e boschi limitrofi non siano fonte di pericolo se lasciati all'incuria. Il problema è che in natura una valanga di fango quando abbatte qualche albero e un coniglio non da fastidio a nessuno, se però più a valle ci sono centri abitati e ci scappa il morto umano, il problema si pone. Inoltre poi se vogliamo avere corrente elettrica in casa e non vogliamo bruciare carbone o appestare il pianeta con il nucleare, qualche centrale idroelettrica ci vuole. Allo stesso modo se non vogliamo ricorrere a mobili di plastica, qualche albero lo dovremo sacrificare.
E pensi un po', oltre agli scienziati che hanno scoperto che la natura, se lasciata da sola si sa arrangiare benissimo (scoperta più o meno paragonabile all'acqua calda), che però include che l'uomo sloggi o torni a vivere come Ötzi, ce ne sono altri, che hanno scoperto ed elaborato rapporti di simbiosi fra l'uomo e la natura: selvicoltura ed agricoltura! Per una natura vergine ed incontaminata abbiamo i parchi naturali. Per il resto una sana convivenza fra uomo e natura con risvolti positivi per l'economia e l'ambiente è quello che ci preponiamo da anni e in Alto Adige stiamo facendo un buon lavoro.
In risposta a Mi sa dire di preciso su di Mensch Ärgerdi…
In passato abbiamo fatto un
In passato abbiamo fatto un buon lavoro, concordo al 100%.
Ma negli ultimi anni (10-15) si è superato il limite. Poi lo si può vedere o meno...
In risposta a Mi sa dire di preciso su di Mensch Ärgerdi…
https://www.salto.bz/it
https://www.salto.bz/it/article/23032018/e-il-momento-di-cambiare-strada
In risposta a https://www.salto.bz/it di Sergio Sette
Bene, sono gli scienziati
Bene, sono gli scienziati stessi a confermare parola per parole quello che ho scritto sopra. In alcune zone d'Italia, specie in meridione, quello che Lei afferma è sacrosanto, ciò però non vale per buona parte del nord e di certo non per il TN-AA. La malga concimata l'ha trovata?