Più Europa, per favore

Si è tornato a parlare di flussi migratori nella seduta congiunta dei Consigli provinciali di Bolzano, Trento e Tirolo, tenutasi ieri (20 aprile) a Trento, l’occasione la mozione sulla crisi dei profughi nell’Euregio, il cui testo è stato elaborato con particolare dedizione. Il nodo principale resta lo stesso: la mancanza di solidarietà tra gli Stati membri dell’Unione Europea. Necessario - secondo le tre assemblee - intervenire per garantire un’equa suddivisione dei profughi in tutta Europa e costruire degli hotspot per raccogliere con scrupolosa precisione i dati sui profughi. Si chiede inoltre uno scambio completo delle informazioni sia riguardo la registrazione, tra autorità austriache e italiane, sia riguardo i migranti nell’intera UE.
Gli Stati membri - sentenziano le assemblee riunite - devono contrastare le cause dei flussi migratori con misure mirate nei Paesi di provenienza, e la UE in quanto comunità di Stati deve assicurare la libera circolazione dei cittadini secondo quanto sancito dal trattato di Schengen. Nello specifico la mozione - presentata dal presidente della Dieta tirolese Herwig van Staa - sottolinea il ruolo del Brennero come uno dei simboli del superamento delle tragedie del XX secolo e ribadisce che è dovere della UE e dei suoi Stati membri coinvolgere anche le regioni direttamente interessate nei processi decisionali relativi alla gestione degli spazi di confine, con conseguente contributo economico. Le tre assemblee, infine, lamentano la ritrosia che Commissione e Consiglio europeo hanno dimostrato riguardo la questione, confermano la disponibilità ad accogliere in maniera adeguata i profughi e si impegnano a favorire la ricerca di soluzioni non estemporanee, invitano gli esecutivi a coordinare le misure di gestione della crisi, si dichiarano favorevoli a uniformare il diritto d’asilo in Europa e al fatto che le persone coinvolte facciano ritorno ai loro Paesi d’origine una volta risolte le crisi in atto. Fra i numerosi interventi quello del tirolese Hermann Kuenz (ÖVP) che ha ricordato l’esistenza di un passaggio incontrollato di profughi verso l’Europa centrale e che la chiusura del Brennero è una misura temporanea, un piano B da attuare solo nel caso di flussi incontrollati.
La mozione è un segnale e un invito agli altri governi ad unirsi al fine di gestire la situazione insieme, ha detto Maria Hochgruber Kuenzer (SVP) che aggiunge: “Non si tratta di scaricare la responsabilità solo su altri ma di dare la propria disponibilità a collaborare e di non rimanere inattivi”. In Alto Adige bisogna fare di più, ha osservato Hans Heiss annunciando che i Verdi non avrebbero votato la proposta, convinti che il confine del Brennero debba restare aperto: nella mozione, dice il consigliere, la tematica è stata aggirata in maniera molto elegante. Secondo Markus Abwerzger (FPÖ) l’Alto Adige dovrebbe fare più pressione su Roma, invece di fare manifestazioni al confine con l’Austria. Duro Pius Leitner (Die Freiheitlichen): “Non siamo tutti come madre Teresa, non possiamo accogliere senza limiti. Capisco bene la posizione dell’Austria ed è un’ironia della sorte che noi altoatesini dobbiamo chiedere a Roma di proteggerci da una misura programmata a Vienna”. Sven Knoll (Südtiroler Freiheit) ha poi chiesto come sia possibile che i dati acquisiti sui migranti non vengano condivisi dagli Stati europei, “ciò è incomprensibile - ha attaccato Knoll - l’Italia in questi anni non ha fatto un buon lavoro in termini di registrazione dei profughi” (un riferimento, questo, aggiunto nel testo della mozione). Una lucida analisi delle contingenze è stata quella di Rodolfo Borga (Civica Trentina): “Cosa faremmo noi al posto dell’Austria? Non approverò questa mozione, perché il testo è un rinvio continuo all’Europa, ma l’Europa politica cui voi pensate non esiste”. Ancora: “Non è un po’ ipocrita non spiegare come l’Italia potrebbe difendere i propri confini? Quanti milioni di persone siamo disposti ad accogliere? Il mondo è strapieno di migranti economici”.
Il presidente della Provincia di Bolzano Arno Kompatscher, nella parte introduttiva della seduta, aveva evidenziato l’esigenza di “dare tutti insieme dei segnali agli Stati e all'Ue e verso soprattutto ai nostri cittadini. Le sfide che ci troviamo ad affrontare e che alimentano discussioni e timori documentano l'utilità del Dreier Lantag, del GECT e dell'Euregio”. I singoli Stati europei - ha proseguito Kompatscher - hanno posizioni diverse e non si può pretendere di risolvere il problema dei profughi scaricandolo solo sull'Austria, occorre piuttosto che tutti condividano responsabilità e oneri; “si può pretendere qualcosa dagli altri se si fanno prima i propri compiti nel rispetto delle direttive della UE” che deve cercare soluzioni attraverso accordi con i Paesi del Nordafrica. “Da parte nostra - ha dichiarato infine il governatore dell’Alto Adige - nei nostri territori sul problema dei profughi occorre perseguire una soluzione equa: il Tirolo storico resterà unito se continueremo a lavorare in funzione di questo risultato”. La mozione è stata quindi approvata a maggioranza, con 8 voti contrari.