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DAT: ancora poche adesioni

A più di 4 anni dall'entrata in vigore della legge sulle DAT, permane anche in Alto Adige la riluttanza a decidere sui propri trattamenti sanitari.
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Foto: (c) unsplash

Mentre in Parlamento continua la discussione per il disegno di legge sulla morte medicalmente assistita, ci si è presto dimenticati di un altro importante traguardo nel campo dei diritti civili: la legge sulle disposizioni anticipate di trattamento. Approvata con fatica a fine dicembre 2017, la normativa permette ad ogni cittadino maggiorenne, capace d’intendere e di volere, di esprimere le proprie volontà in materia di trattamenti sanitari e scelte terapeutiche. Solamente una piccola parte della popolazione però ha deciso di mettere per iscritto le proprie decisioni in campo sanitario, nonostante lo sforzo dei comuni e del ministero nel predisporre una procedura celere e poco costosa. Ci si può infatti recare da un notaio o andare negli uffici delle anagrafi del proprio comune di residenza e rilasciare una dichiarazione che verrà poi inclusa in un registro nazionale. Nonostante la legge non preveda dei moduli predefiniti, diversi comuni hanno deciso di adottare una modulistica agevolata per semplificare e rendere più chiari i diversi passaggi, coinvolgendo spesso i professionisti sanitari e i comitati etici nella redazione, mentre si è deciso che la procedura presso le anagrafi dovesse essere totalmente gratuita, per permettere a tutti i cittadini di esercitare il proprio diritto all’autodeterminazione.

 I moduli arrivati alle anagrafi rappresentano un numero molto ridotto, nonostante nell’ultimo periodo ci sia stato un grande interesse, in parte dovuto anche alla discussione nazionale sul referendum e sul nuovo ddl in esame

Negli anni però le adesioni sono state pochissime e coloro che hanno deciso di anticipare le proprie volontà rappresentano solamente una minima parte della popolazione italiana. Nell’ultimo periodo, grazie anche alla grande mobilitazione per il referendum sull’eutanasia, il tema è tornato ad occupare il dibattito, ma se molti si dimostrano inizialmente interessati, difficilmente continuano poi con le pratiche. L’associazione Luca Coscioni ha istituito un numero bianco, mentre le strutture presenti sul territorio cercano di vincere la diffusa ritrosia dei cittadini, spesso accompagnata dalla scarsa pubblicità di tale opportunità da parte dei medici di base. In Alto Adige il comitato etico provinciale promuove diverse iniziative e organizza campagne informative, a partire dal sito, nel quale sono presenti diversi opuscoli in formato pdf. Nonostante questo costante impegno però la percentuale di bolzanini che ha deciso di ultimare la procedura si aggira intorno al 5%: si tratta di una minoranza colta e ben informata, che si rivolge ai comitati o ai comuni dopo aver già maturato un’attenta riflessione. Riferisce la dottoressa Evi Schenk, membro del comitato etico provinciale: “ I moduli arrivati alle anagrafi rappresentano un numero molto ridotto, nonostante nell’ultimo periodo ci sia stato un grande interesse, in parte dovuto anche alla discussione nazionale sul referendum e sul nuovo ddl in esame. Resiste ancora una generale scaramanzia, diffusa soprattutto nel gruppo linguistico italiano.” 

Le DAT possono essere depositate dai chiunque sia maggiorenne e nel pieno possesso delle sue facoltà mentali, ma i giovani, sebbene più sensibili al tema, tendono a rimandare la decisione, mentre le persone anziane spesso arrivano nelle RSA senza aver presentato nessun modulo, “Il problema infatti si pone per gli anziani che si trovano in casa di riposo”, continua la dott.ssa Schenk: “Le DAT devono essere presentate all’anagrafe dal diretto interessato e quando si arriva ad essere ricoverati in un RSA è troppo tardi. I pazienti con problemi di deambulazione o non più nel pieno possesso delle loro facoltà mentali non possono più decidere e il peso della gestione passa ai familiari, che devono ricostruire la volontà del malato. Piccoli spiragli possono arrivare dall’inserimento di note nelle cartelle cliniche, ma la procedura più agevole e sicura rimane quella del completamento dei moduli.” La provincia di Bolzano ha deciso di adottare un modello generale, presente anche online, che prevede già al suo interno la possibilità di eleggere un delegato. Inoltre le DAT possono essere modificate o ritirare in qualsiasi momento, senza aggravi di procedura o costi ulteriori, proprio per consentire un ripensamento, ma la chiave rimane il dialogo con i medici di base, che rappresentano il contatto più immediato con i pazienti. Conclude la dott.ssa Schenk: “Stiamo promuovendo diversi incontri e a partire da maggio ripartiranno gli eventi per i cittadini, ma soprattutto continuiamo a fornire corsi di aggiornamento, anche online, per i medici di famiglia, primo riferimento per tutti i cittadini sul territorio.”