Politica | Polemiche

Il PD altoatesino? Un partito ‘occupato’

L’ex segretario provinciale Frena si scaglia contro l’attuale rappresentanza dei Democratici in consiglio comunale a Bolzano: “il partito/nazione ci ha spazzati via”.

Antonio Frena è in vacanza in Grecia ma questo non gli impedisce, come già avvenuto in passato, di lanciare strali contro le attuali vicende legate alla vita del PD, il partito di cui è stato a lungo segretario provinciale a Bolzano.

Al di là dei frequenti post velenosi su twitter, per capire dove si colloca Frena forse è sufficiente andare anche a curiosare sul suo profilo Facebook, dove il medico bolzanino lo scorso 12 giugno ha postato una foto sorridente scattata assieme all’ex sindaco di Roma e collega nella professione Ignazio Marino. 

In queste ore Frena ne ha sia per il PD nazionale che per quello altoatesino, a suo avviso facce della medesima medaglia. Con un ‘partito della nazione’ che sta prendendo man mano il posto del Partito Democratico così com’era stato concepito all’epoca della sua fondazione.
Quello che sta succedendo nel PD dell’Alto Adige è sotto gli occhi di tutti, la gran parte degli eletti in consiglio comunale in realtà fa parte di un altro partito che di democratico ha solo il nome” dice Frena, pieno di amarezza. Aggiungendo: “li abbiamo eletti noi e siamo stati noi a farli entrane nel Partito Democratico, ma quello che sta succedendo è un embrione proprio del ‘partito della nazione’ teorizzato da Renzi”. Costituito in sostanza da gente di centro e di centrodestra, sostiene in sostanza Frena. “Un partito che si tura il naso di fronte a qualsiasi provenienza politica pur di vincere”, aggiunge l’ex segretario del PD altoatesino. 

Quando si protesta Renzi dice sempre ‘voi vi condannate a non contare nulla’”, ricorda Frena che però aggiunge: “non si può vincere con le idee degli altri”. Insomma: per Antonio Frena la grande trasformazione del Partito Democratico l’ha portato a non essere più sé stesso. 

Qual è stata la chiave di volta che ha portato il PD a livello locale nell’attuale situazione?
Anche in merito a questo Frena ha le idee chiare: “è la prima elezione vera alla hanno potuto partecipare politici di lungo che non hanno nulla a che fare con il ‘nuovo’ e che hanno spazzato via gli altri". L’ex segretario dice di temere molto anche per elezioni successive, e cioè le Provinciali in programma alla fine del 2018. 

Nel suo tweet Frena indica nelle nomine dei rappresentanti nelle società partecipate del comune di Bolzano un capitolo molto delicato. 

“Le nomine nelle partecipate sono un capitolo della vecchia politica che non vorremmo vedere, ma di fatto fatto il PD è un partito delle poltrone perché è diventato renziano nell’anima.”

Per Frena il PD può uscire da questa situazione solo se il Renzi premier quanto prima lascia spazio a qualcun altro nella guida del partito. Ma non basta “perché serve anche una costituente nei valori”, aggiunge l’ex segretario provinciale dei democratici. 

“Al momento non abbiamo valori comuni. Fra quelli che io definisco i ‘veri PD’ e i renziani che non sono vero PD c’è un abisso di differenze valoriali. Se non c’è un accordo su questo è davvero difficile potersi riprendere. E si va incontro alle scissioni, ma io dal Partito Democratico non me ne vado, perché quella è casa mia. Sono gli altri gli invasori.”

Insomma: per Frena il PD si è perso nella grande dicotomia che lo divide tra centro e sinistra. E cioè paradossalmente le due componenti principali per l’unione delle quali era nato. 
A livello locale l’ex segretario ritiene che l’attuale segreteria Liliana Di Fede abbia semplicemente mantenuto lo status quo, “senza fare alcuna mossa né di tipo politico né decisionale”. 
Per Frena la situazione attuale non potrà fare altro che continuare a “provocare una perdita di consenso per il partito”. 

“Il PD nei temi veri dell’Alto Adige non è mai presente. Parlo di economia, turismo, agricoltura…”

Ci vorrà un congresso straordinario per venire a capo di questi problemi in provincia di Bolzano?
Frena è convinto di sì. Ma rivolge ancora una volta lo sguardo anche al livello nazionale, ritenendo che il referendum sulla riforma costituzionale sarà un vero spartiacque. “Arrivare a quello vorrà dire farsi male davvero” - osserva però in merito l’ex segretario altoatesino del PD, aggiungendo - recuperare i cocci sarà poi difficilissimo”.