Convenzione, uno strumento valido?
“Ha mai preso parte a un’attività di democrazia partecipativa? Hai mai sentito parlare della Convenzione per l'Autonomia? Lo ritiene uno strumento valido per riformare lo statuto d'Autonomia? Perché?”: con queste domande, l'Accademia Europea (EURAC) di Bolzano ha rilanciato un questionario compilabile in pochi minuti sulla democrazia partecipativa in Sudtirolo, che sta vivendo un'interessante fase sperimentale attraverso la “Convenzione per l'Autonomia” e l'attivazione del “bilancio partecipato” a Malles Venosta, primo comune sudtirolese a fissare per Statuto tale strumento. I processi partecipativi – sui quali uscì nel 2014 una guida per gli amministratori locali – rompono con i tradizionali metodi della democrazia rappresentativa, mitigando la polarizzazione insita nella democrazia diretta e scatenano reazioni contrastanti, positive e negative. “Abbiamo creato questo sondaggio perché questi strumenti attirano opinioni contrastanti, come abbiamo visto nel caso della Convenzione” spiega Martina Trettel, esperta di federalismo e regionalismo dell'EURAC, “quando si tratta di sviluppare queste nuove modalità di partecipazione, gli unici soggetti davvero capaci di fornire pareri costruttivi sono, e devono essere, i cittadini stessi”.
In effetti, se già nel corso dei primi mesi è calata la partecipazione ai lavori della Convenzione, nelle ultime settimane c'è chi considera addirittura “tempo perso” il processo democratico di riforma dell'Autonomia. Secondo l'ex-governatore Luis Durnwalder, attivissimo componente della “Convenzione dei 33”, il disegno di legge costituzionale nr. 2220 presentato dai senatori sudtirolesi e trentini bypasserebbe il Konvent ovvero la proposta, a lui tanto cara, di abolizione della Regione. Le polemiche generate dalle dure prese di posizione di Durnwalder sono arrivate sino in Trentino mentre andava a costituirsi la “Consulta per lo Statuto speciale per il Trentino-Alto Adige/Südtirol”, omologa trentina della Convenzione ma diversamente strutturata, dove già il nome richiama la volontà dei condòmini trentini di rafforzare la Regione. La discussione attorno a un singolo (e controverso) aspetto della riforma qual è il futuro della Regione, nonché lo scontro in atto tra l'Alt-Landeshauptmann e l'attuale presidente Arno Kompatscher, sta evidentemente mettendo in secondo piano il ruolo della società civile all'interno del processo partecipativo di revisione dell'Autonomia. L'EURAC sembra a tal proposito voler “richiamare all'ordine” in una prospettiva scientifica, ricordando la definizione di “democrazia partecipativa” fornita da De Toffol/Valastro nel Dizioniario di democrazia partecipativa del 2012:
Per democrazia partecipativa si intende un modello in cui la partecipazione è assunta quale metodo di governo della cosa pubblica, in base a criteri di inclusione, collaborazione e stabilità del confronto fra istituzioni e società civile: in particolare essa si configura come un’interazione entro procedure pubbliche (amministrative, normative, di controllo) fra società e istituzioni, che mira, mediante forme collaborative di gestione dei conflitti, a produrre di volta in volta un risultato unitario in funzione del miglior perseguimento dell’interesse generale.
I risultati del questionario saranno raccolti ed elaborati dall’EURAC, fornendo preziose informazioni su come migliorare i progetti di democrazia partecipativa in Sudtirolo: un'attività di supporto agli enti pubblici nella quale sono coinvolti i ricercatori dell’accademia bolzanina, in primis nello svolgimento dei lavori della Convenzione. Speriamo non sia troppo tardi.