Economia | Il caso

Quel pasticciaccio brutto di Ticketone

Biglietti sold out in pochi minuti: l’Antitrust apre un’indagine su Ticketone e “secondary ticketing”. Opinioni opposte fra gli esperti del settore altoatesini.
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Foto: Facebook/Coldplay

Il caso Coldplay

Un’operazione elementare, come quella di acquistare un biglietto online per un concerto, si è trasformata per alcuni fan sventurati in una mission impossible che nemmeno Ethan Hunt (alias Tom Cruise), celebre protagonista del blockbuster omonimo, avrebbe potuto portare a termine con successo. I fatti: il 7 ottobre scorso, pochi minuti dopo l’apertura della vendita dei biglietti per lo show dei Coldplay, tappa italiana del tour mondiale in programma per il prossimo 3 luglio allo stadio San Siro di Milano, i tagliandi erano già sold out. Chi si collegava a Ticketone finiva nella “sala d’attesa” trovandosi di fatto con un pugno di mosche. Poco male. La sera dopo la speranza degli appassionati torna in sella giusto il tempo per essere di nuovo disarcionata: viene aggiunta “a grande richiesta” un’altra data, ma i biglietti si esauriscono ancora una volta nel giro di pochi minuti. Il guaio è che Ticketone era l’unico sito autorizzato dagli organizzatori del concerto per conto della band di Chris Martin a vendere direttamente i biglietti.
 

Gli sciacalli del web

Nessuna soluzione, dunque? Tutt’altro. Guarda caso i biglietti nel cosiddetto mercato secondario fioccavano. Sempre se si era disposti a pagarli a prezzi folli (anche fino a circa 1.800 euro a biglietto). In molti drizzano quindi le antenne; il Codacons presenta esposto alla Procura della Repubblica di Milano affinché “vengano appurate eventuali ipotesi di reato e vengano duramente sanzionati tali soprusi”. Le segnalazioni dei consumatori, nonché di Unione Nazionale Consumatori e Altroconsumo si sprecano. A quel punto l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato apre procedimenti istruttori nei confronti di Ticketone e di altri quattro operatori del mercato parallelo per “verificare eventuali violazioni del Codice del Consumo”, si legge nella nota dell’Antitrust.

In quanto a Ticketone il procedimento “è diretto, in primo luogo, ad accertare se il professionista abbia predisposto idonee misure informatiche, previsioni contrattuali e modalità di vendita, nonché abbia esercitato un adeguato controllo, per garantire l'effettiva disponibilità di biglietti per i consumatori e per evitare la possibilità che alcuni soggetti, attraverso l'utilizzo di specifici software (i cosiddetti “ticketbots” che permettono di eludere il sistema che limita gli acquisti multipli, ndr), procedano all'acquisto massivo e quasi istantaneo di tutti i biglietti sul canale online”. La vicenda Coldplay è solo la punta dell’iceberg; il problema del “bagarinaggio digitale compulsivo”, si era infatti già presentato in passato per i live di One Direction, Foo Fighters, Red Hot Chili Peppers, Bruce Springsteen, Renato Zero, Adele e David Gilmour. Business che vince non si cambia.

Gran parte dei biglietti messi in vendita da Ticketone non approdano sul mercato ufficiale ma vengono spartiti tra altri siti come la Seatwave, Viagogo, fanSALE, eppure i rivenditori autorizzati, stranamente, sembrano sempre cadere dalle nuvole.


Per colpa di chi

“Il fenomeno - commenta Roland Barbacovi, titolare dell’agenzia meranese Showtime che organizza molti dei più grandi eventi in Trentino-Alto Adige - non è esclusivamente italiano ma è diffuso su scala europea e dunque servono soluzioni europee, tuttavia credo che non sarà mai davvero possibile regolarizzare totalmente il mercato, senza contare che questi siti di secondary ticketing si trovano pressoché ovunque”. La responsabilità, secondo il promoter, non è di Ticketone se i biglietti finiscono su altri portali web e vengono venduti al triplo del prezzo originario, ma piuttosto “delle agenzie degli artisti e degli artisti stessi che mettono in vendita i biglietti online”. Diametralmente opposta l’opinione di Walter Eschgfäller, proprietario del negozio Disco New di Bolzano ed ex organizzatore di concerti: “È una prassi che va avanti da 10 anni, questa, gran parte dei biglietti messi in vendita da Ticketone non approdano sul mercato ufficiale ma vengono spartiti tra altri siti come la Seatwave, Viagogo, fanSALE, eppure i rivenditori autorizzati, stranamente, sembrano sempre cadere dalle nuvole, affermano che loro si limitano a mettere in vendita i biglietti con tutti i crismi e di quello che succede su altri siti web non hanno conoscenza, chi ci dice che non incassino invece una percentuale su queste vendite? Anche con la più sofisticata tecnologia è impossibile vendere così tanti biglietti in pochi minuti”.

“Bisogna anche dire - prosegue - che spesso il management di una band famosa dà all’organizzatore locale una piccola percentuale mentre l’artista incassa il resto”. Il bandolo della matassa - secondo Eschgfäller - è nelle mani dei soliti noti. Il riferimento è a Klaus-Peter Schulenberg, CEO del gruppo tedesco Cts Eventim, imponente player del ticketing mondiale e senza dubbio il maggiore operatore del comparto a livello europeo, di cui fa parte Ticketone. “Il problema è che nessuno ha il potere di verificare eventuali anomalie del sistema, spero che l’esposto della Codacons vada in porto, tutti i biglietti a quel punto dovrebbero essere ritirati e si dovrebbe procedere con l’annullamento della prevendita, non è giusto giocare sulla pelle dei fan”.

Non saprei... se uno accetta di farsi spillare il triplo del prezzo ufficiale per un concerto, lasciatelo fare, no? Non mi pare che visitare un concerto dei Coldplay, con tutto il dovuto rispetto per la band, sia un diritto costituzionalmente garantito. Al momento abbiamo veramente problemi più seri, come la vicenda che ruota intorno al decreto Madia sulla privatizzazione dell'acqua pubblica!

Ven, 10/21/2016 - 11:26 Collegamento permanente