Economia | La congiuntura

“Alto Adige, netta ripresa nel 2021”

Crisi da Covid, il tessuto economico resiste grazie anche alla mano pubblica, dice l’Afi-Ipl. “Forte crollo ma non catastrofe, ora reggiamo l’urto. Nel 2021 Pil a +5,6%”.
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Foto: N. Kanchanaprat/Pixabay

Notizie positive sulla risposta dell’economia altoatesina rispetto alla crisi da Covid. A fornirle è l’Afi-Ipl: l’Istituto di promozione dei lavoratori nella sua analisi sulla congiuntura locale, profondamente segnata come tanti altri territori dal coronavirus, certifica “la resilienza” del tessuto economico sudtirolese. Il punto minimo di fiducia dei lavoratori è stato superato, dicono gli esperti, ma non solo: i risparmi per la vita “morigerata” connessa alle restrizioni fa sì che sia “più facile” per tanti dipendenti“arrivare a fine mese” (anche se purtroppo si parla solo di coloro che hanno un lavoro fisso e sicuro). Ancora, vista la capacità dell’economia sudtirolese di assorbire “il crollo, ma non la catastrofe” e poi risalire, l’andamento del Pil fa ben sperare: nel 2020 è attesa una caduta nel -6,5%, compensata dal rimbalzo, +5,6%, nel 2021.

 

Segnali incoraggianti

 

L’Afi-Ipl nella sua analisi aggiornata evidenzia come “dopo il crollo improvviso a primavera”, il clima di fiducia dei lavoratori dipendenti altoatesini sia migliorato “per la seconda volta consecutiva”. “Ad eccezione di alcuni settori (soprattutto di quello alberghiero e della ristorazione) l’economia altoatesina si dimostra stabile”, nota l’istituto, grazie soprattutto “alle forti misure preventive di ammortizzazione disposte dalla mano pubblica”.

 

Nel 2020 l’economia dell’Alto Adige ha subito “un forte crollo ma non una catastrofe” sottolinea il direttore Ipl Stefan Perini. La ripresa dal lockdown della primavera 2020 è stata “veloce, ma incompleta”: “Il livello pre-crisi non è ancora stato raggiunto. E a causa del nuovo aumento dei contagi ci si avvia verso un difficile quarto trimestre 2020”.

L’economia altoatesina grazie alla mano pubblica è stabile, anche se andiamo verso un difficile quarto trimestre 2020 (Stefan Perini)

La situazione è condivisa a livello europeo, come dicono le stime dell’Ifo di Monaco sui tassi di variazione del Pil per l’anno in corso: area euro: -7,4%; Germania: -5,8%; Austria: -6,8%; Italia: -9,1%. Tuttavia con l’appiattimento della curva dei contagi, prosegue Afi-Ipl, l’anno prossimo sarà possibile recuperare una buona parte del valore aggiunto perso rispetto al 2019. Ecco i tassi di crescita stimati per il 2021: area euro: +5,6%; Germania: +4,6%; Austria: +4,6%; Italia: +6,4%.

 

Risale la fiducia

 

Ci sono poi altri segnali incoraggianti. I lavoratori dipendenti intervistati non si aspettano un rapido aumento dei disoccupati e nemmeno percepiscono come a rischio il proprio posto di lavoro o intravedono particolari problemi nel trovarne uno equivalente. Il ritorno di focolai infettivi potrebbe comunque incidere negativamente sulla fiducia delle lavoratrici e dei lavoratori e compromettere la ripresa economica.

 

Le restrizioni fanno risparmiare

 

A sorpresa, nota Afi-Ipl, migliorano le stime dei lavoratori dipendenti riguardo la possibilità di arrivare a fine mese con il proprio stipendio. E questo proprio in tempi di Covid-19. “Al momento le possibilità di consumo e di svolgere attività ricreative sono ridotte. Si risparmia di più”, commenta Perini. Bisogna però ricordare che l’indagine riguarda solo persone che hanno un rapporto di lavoro dipendente in essere ed esclude chi, allo scadere del contratto di lavoro, non è più stato assunto o chi si apprestava ad entrare nel mercato del lavoro.

 

La “resilienza” altoatesina

 

I fondamentali ad oggi disponibili forniscono per Afi-Ipl “già un quadro di buona parte dell’anno in corso - e dunque degli effetti della crisi da Covid-19”: “Gli ammortizzatori statali e provinciali sostengono notevolmente la situazione del mercato del lavoro”. Catastrofico l’andamento del settore ricettivo (-31,6% di pernottamenti nel periodo da gennaio ad agosto), negativo quello del commercio estero (esportazioni: -8,4%; importazioni: -15,5%), il mercato del credito si mostra però solido e l’inflazione rimane contenuta. “Chi più risente della crisi sono i lavoratori a tempo determinato, chi ha una forma di lavoro precario, i percettori di bassi redditi e i lavoratori part-time. C’è però il rischio concreto di una segmentazione del mercato del lavoro”, aggiunge Perini.

 

La prospettiva

 

In conclusione, per il 2020 l’istituto prevede un crollo del Pil altoatesino dell’ordine del -6,5%. Secondo una stima prudente, nel 2021 l’economia altoatesina sarà in grado di recuperare l’80% del valore aggiunto perso rispetto al 2019. Ciò porta alla previsione di un tasso di crescita del +5,6% per il 2021.