Economia | Lavoro

L'economia altoatesina regge

Il Barometro dell’Istituto Promozione Lavoratori (IPL) registra un lieve miglioramento nella fiducia dei lavoratori. Inflazione sotto controllo al 2,4%. Crescita in previsione per il 2025 dello 0,8%, per il 2026 dello 0,9%.
Stefan Perini
Foto: SALTO
  • Un passo avanti, ma non ancora una svolta. È questa la fotografia che emerge dal nuovo Barometro IPL, lo strumento di monitoraggio trimestrale dell’Istituto Promozione Lavoratori (AFI-IPL) dedicato al clima sociale ed economico in Alto Adige. Dopo mesi di incertezza e rallentamento, il sondaggio evidenzia un timido ritorno dell’ottimismo tra i lavoratori. “La situazione economica in Alto Adige attualmente non è negativa, ma sotto la superficie c’è fermento. 

    Ad aver sottratto potere d’acquisto ai lavoratori negli ultimi anni non è stata solo l’inflazione, ma anche il cosiddetto drenaggio fiscale dello Stato", spiega Stefan Perini, direttore dell'Istituto. Il cosiddetto “fiscal drag” infatti è inteso come l’aumento della tassazione dovuto all’inflazione in presenza di un’imposta progressiva non perfettamente indicizzata alla variazione dei prezzi. 

    Un istituto italiano filo sindacale ha calcolato che il prelievo fiscale aggiuntivo per lavoratore nel periodo 2022-2024 ammonta a un importato compreso tra 1.032 e 1.382 euro che non sarà compensato nemmeno dalla riduzione dell’aliquota media dell’imposta sul reddito dal 35% al 33% prevista dal governo italiano.

    Poi c'è la politica dei dazi degli Stati Uniti che continua a causare notevole incertezza nelle relazioni commerciali internazionali. "Ciò che oggi appare solido potrebbe non esserlo in futuro", evidenzia invece il presidente di IPL Stefano Mellarini, che continua: “Anche alla luce dei recenti sviluppi, guardiamo con una certa preoccupazione al settore manifatturiero. La nuova politica doganale, la debole congiuntura internazionale e il pericolo di deindustrializzazione dell’Europa mettono infatti in difficoltà anche alcune aziende altoatesine che operano sui mercati globali".

  • Economia altoatesina solida

    Sullo sfondo delle turbolenze internazionali, nell’autunno 2025 l’economia dell’Alto Adige dimostra una notevole resilienza. L’occupazione dipendente continua a crescere (+1,6% nei primi 9 mesi rispetto al 2024), con un aumento più consistente dei contratti a tempo indeterminato rispetto a quelli a tempo determinato. Il tasso di occupazione è pari al 74,0%, mentre il tasso di disoccupazione è dell’1,6%. Il tasso di inflazione a Bolzano è del 2,4%, solo leggermente superiore all’obiettivo della BCE. Dopo una fase di debolezza, l’erogazione di crediti riprende a crescere in modo significativo.

    “Manteniamo - dice ancora Perini - la nostra previsione di crescita per il 2025 al +0,8%. Finora non ci sono sviluppi che giustifichino una correzione. Per il 2026 prevediamo una crescita dello 0,9%”.

    È però risaputo che negli ultimi anni gli stipendi non hanno tenuto il passo con l’inflazione: tra il 2018 e il 2023 i salari nominali nel settore privato altoatesino sono aumentati dell’11,8%, mentre il costo della vita è cresciuto del 20,3%.

  • Foto: SALTO
  • “L’economia altoatesina - commenta invece l’assessora provinciale al Lavoro Magdalena Amhof - sta dimostrando una notevole capacità di resistenza nonostante le tensioni geopolitiche e le turbolenze globali. Sono fiduciosa che anche in futuro le nostre aziende e i nostri lavoratori continueranno a reagire ai cambiamenti con flessibilità e spirito d’innovazione. Nelle prossime settimane verrà inoltre corrisposto per la prima volta l’adeguamento strutturale all’inflazione dei salari nel settore pubblico, con effetto retroattivo a gennaio 2025: anche questo dovrebbe avere un effetto positivo sul clima di fiducia”.