Società | Est-ovest

Nuovi microcosmi bolzanini.

Le badanti moldave e rumene hanno un loro efficiente sistema di trasporto collettivo con la madrepatria.
Con proprie stazioni mobili a Bolzano.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

Ogni fine settimana, in diversi luoghi di Bolzano nascono e scompaiono nuovi vivaci punti di incontro: un gruppo di furgoni, donne che vanno e vengono con pacchi e scatoloni, persone che si intrattengono parlando tra loro. Sono le stazioni mobili, i centri logistici della comunità delle badanti moldave e rumene che lavorano a migliaia nella nostra provincia. Da queste “stazioni” partono e arrivano persone e oggetti con un viaggio di 24-36 ore tra Bolzano e l’estremo est d’Europa. Un sistema di trasporti privato, completamente autogestito da questa comunità e adatto alle sue esigenze: destinazioni capillari, affidabilità condivisa e prezzi accessibili. Con 80 euro si attraversa l’Europa. Un gruppo professionale come quello delle badanti, una comunità etnico-linguistica che autoorganizza una risposta concreta ed efficiente alle proprie esigenze di mobilità. Una presenza nuova, un tassello importante ed ormai imprescindibile nella Bolzano che cambia.