Politica | Senato

Il colpaccio di Zeller

C’è la deroga per le minoranze: potranno formare un gruppo parlamentare anche solo con 5 senatori. Il centrodestra ironizza: “Sarà compagine che rappresenta l’Austria?”.
Karl Zeller
Foto: Gruppo Autonomie

Giornata da ricordare ieri (20 dicembre) a Palazzo Madama per il Gruppo Per le Autonomie capitanato da Karl Zeller della Svp. Il motivo: le minoranze linguistiche e i parlamentari eletti nelle regioni speciali potranno formare un gruppo parlamentare anche se non avranno i 10 senatori, ne basteranno infatti cinque. “Una richiesta - ha detto Zeller durante la dichiarazione di voto favorevole sulla riforma del Regolamento del Senato - su cui abbiamo insistito per decenni e che finalmente siamo riusciti a far accettare. Giudichiamo storico e profondamente significativo che l’unica deroga consentita alla regola imperativa della soglia minima di 10 senatori per la costituzione di un gruppo parlamentare, sia stata riconosciuta ai senatori che siano espressione delle minoranze linguistiche riconosciute o che siano stati eletti nelle regioni speciali il cui statuto preveda la tutela di tali minoranze. Il riconoscimento del ruolo che svolgono i senatori delle minoranze linguistiche e delle autonomie speciali non era affatto scontato”.

"È un riconoscimento che costituisce un traguardo storico giacché le autonomie e le minoranze linguistiche potranno organizzarsi e dar voce ai loro territori senza dovere necessariamente aggregarsi ad altre componenti politiche per costituire un Gruppo"


Oggi il Gruppo Per le Autonomie conta 17 senatori, il prossimo gruppo sarà meno folto ma verrà dunque garantito per regolamento. “L’irrigidimento della disciplina attuale - ha spiegato ancora Zeller - avrebbe comportato l’impossibilità di ricostituire in futuro il Gruppo Per le Autonomie, nel numero di 10 senatori, perché i senatori espressione delle minoranze linguistiche francesi, tedesche e ladine e gli altri senatori autonomisti si candidano in regioni diverse e con simboli diversi. Abbiamo profondamente apprezzato la sensibilità degli altri gruppi di abbassare il numero minimo a 5 senatori ed evitare così – ha continuato Zeller – la scomparsa di un Gruppo storico che esiste in Senato dal 2001. È un riconoscimento che costituisce un traguardo storico giacché le autonomie e le minoranze linguistiche potranno organizzarsi e dar voce ai loro territori senza dovere necessariamente aggregarsi ad altre componenti politiche per costituire un Gruppo”. Un traguardo che tuttavia non tutti hanno accolto con entusiasmo. Dalle file del centrodestra si è ironizzato sulla sponda della polemica relativa al doppio passaporto: “Sarà il gruppo in rappresentanza dell’Austria, questo?”.