Società | Le tremila firme

Legalizzazione addio?

Il tema della cannabis legale sembra essere sparito dall'agenda politica sebbene, anche in Alto Adige, il referendum avesse riscosso una buona partecipazione.
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Foto: (c) unsplash

Se dal palco dell’Ariston l’invito alla legalizzazione lanciato dagli Articolo 31, insieme a Fedez, alla Premier Giorgia Meloni è stato liquidato come ennesimo gesto goliardico in una kermesse che ormai ospita di tutto, negli ultimi mesi il dibattito sulla possibile legalizzazione della cannabis sembra essersi davvero sopito del tutto. Le complesse condizioni internazionali e l’elezione di un governo di destra, composto da membri da sempre ostili ad un’apertura verso le droghe leggere, hanno permesso di silenziare molte delle istanze liberali, in una ormai stantia cantilena benaltrista, che ciclicamente rimanda il tema dei diritti alla fine dell’agenda, ma che permette comunque di impegnare le interrogazioni parlamentari per protestare contro Sanremo. E mentre nel resto d’Europa sempre più paesi discutono sulla possibilità di rendere legale il possesso e l’utilizzo della cannabis non solo per uso terapeutico, in Italia l’attuale governo continua a dichiararsi contrario a qualsiasi tipo di legalizzazione, forte anche della bocciatura del quesito referendario da parte della Corte Costituzionale.

 Dai dati, suddivisi per provincia, si è potuto evincere che a Bolzano sono stati soprattutto gli uomini tra i 21 e i 30 a firmare per la legalizzazione della cannabis

Proprio la campagna referendaria, però, aveva fatto registrare una partecipazione altissima, nonostante la celerità con la quale il quesito si era inserito nella ben più lunga stagione di raccolta firme portata avanti per l’eutanasia. Questa veloce raccolta, durata poche settimane, aveva inoltre permesso di testare con successo la firma elettronica, uno strumento utile per far crescere la partecipazione democratica, che, nonostante avesse consentito a molti di manifestare la propria adesione con agilità, aveva riscontrato non solo entusiasmo ma anche qualche resistenza. La raccolta digitale delle firme aveva permesso poi una più facile analisi delle preferenze, e aveva consentito di fotografare un'alta partecipazione, che aveva visto un buon coinvolgimento di varie fasce di popolazione anche in Alto Adige, come constatato da Filomena Gallo, Segretario nazionale dell’Associazione Luca Coscioni, in collaborazione con onData, una realtà che si occupa di sviluppare e diffondere la cultura dei dati aperti.

 

Il dato sudtirolese

 

Dai dati, suddivisi per provincia, si è potuto evincere che a Bolzano sono stati soprattutto gli uomini tra i 21 e i 30 a firmare per la legalizzazione della cannabis, ma non sono mancate le adesioni dei cittadini più adulti, con un buon riscontro anche tra i 50-60enni e la sorpresa di qualche firma digitale presente anche nella fascia d’età tra gli 80 e i 90 anni. L’utilizzo della firma digitale per la campagna è arrivata a sfiorare le 3000 firme nel solo territorio altoatesino, ma l’intero dibattito sul possibile utilizzo delle nuove tecnologie e sulla riforma dello strumento referendario è finito nel dimenticatoio, accanto alle richieste di un cambio di policy sulle droghe leggere.

 L’utilizzo della firma digitale per la campagna è arrivata a sfiorare le 3000 firme nel solo territorio altoatesino

Eppure da qualche tempo anche la Germania ha dichiarato l’intenzione di voler legalizzare la cannabis e Karl Lauterbach, Ministro della sanità tedesca, ha già presentato alcuni dettagli del piano per un cambio di rotta deciso ma controllato. Il Ministro ha infatti dichiarato che l’approccio proibizionista ha fallito, ma con la scelta di percorrere la strada della legalità sarà possibile garantire più facilmente sicurezza e salute, in una collaborazione che coinvolge il ministero della salute, quello  della giustizia, dell’alimentazione e dell’economia: l’obiettivo si prefigge di avviare l’iter legislativo entro quest’anno, assieme ad un sistema di monitoraggio per valutare i rischi e i successi della liberalizzazione. Un esempio di concretezza che arriva da poco oltre il confine, ma che non sembra poter influenzare positivamente le istituzioni italiane, costantemente concentrate sui famosi ben altri problemi.