Politica | Replica

"Il Comune è già inclusivo"

Il consigliere comunale Claudio Della Ratta spiega le ragioni dietro gli emendamenti che mitigano linguaggio inclusivo e il bilancio di genere.
Claudio Della Ratta
Foto: Seehauserfoto
  • Pubblichiamo la replica del consigliere comunale Claudio Della Ratta in merito alle ragioni degli emendamenti che mitigano linguaggio inclusivo e il bilancio di genere di cui abbiamo scritto qui:

     

    "Lo scorso 17 marzo, il Consiglio comunale ha approvato (24 favorevoli e 11 astenuti) il Piano Sociale Qualità della Vita nella Città di Bolzano 2024-2034, uno degli strumenti principali con cui il Comune di Bolzano pianifica, progetta e implementa le politiche sociali, ovvero il sistema locale di servizi e interventi sociali. Il documento di 196 pagine è stato accolto con solo due minimali modifiche relative all'obiettivo “Potenziare i servizi e istituire nuovi servizi”, che erano state tardivamente inserite dopo la prima approvazione del Piano nella Commissione Sociale.

    L’eliminazione del punto relativo alla comunicazione di genere inclusiva, così come la modifica della voce sul bilancio di genere nel Piano Sociale, è motivata da ragioni di efficienza amministrativa e di coerenza con le pratiche già in atto.

    Dal mio punto di vista, l’elaborazione di un bilancio di genere comporterebbe un significativo impiego di risorse da parte degli uffici comunali, sia in termini di tempo che di personale, senza una chiara evidenza del valore aggiunto che tale strumento apporterebbe rispetto alla gestione ordinaria del bilancio. La pubblica amministrazione ha già il dovere di garantire equità e inclusione nelle proprie politiche di spesa, principi che possono essere perseguiti senza introdurre ulteriori oneri burocratici.

     

    "L’elaborazione di un bilancio di genere comporterebbe un significativo impiego di risorse da parte degli uffici comunali"

     

    Proprio per rispettare le diverse sensibilità, il punto non è stato eliminato, ma è stato modificato inserendo il termine “valutare”, affinché non sia un obbligo vincolante all’interno del Piano, ma un aspetto che sarà considerato da chi dovrà attuarlo.

    Per quanto riguarda la comunicazione istituzionale, l’amministrazione ha sempre adottato uno stile inclusivo e rispettoso delle diversità, senza che vi fosse la necessità di formalizzare ulteriormente questo impegno nel Piano Sociale. L’inserimento di una specifica previsione sarebbe apparso superfluo e ridondante, rischiando di creare vincoli eccessivi o interpretazioni rigide su un tema che richiede flessibilità e buon senso nella sua applicazione pratica.

    Il punto eliminato recitava: “L'Amministrazione utilizza una comunicazione di genere inclusiva”. Ho chiesto che mi venga indicato un solo caso in cui l’Amministrazione abbia effettuato una comunicazione non inclusiva.

    Inoltre, l’eliminazione del riferimento alla comunicazione di genere inclusiva dal Piano Sociale è motivata dal fatto che la normativa vigente già disciplina la materia. In particolare, l’articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali dell’UE e la direttiva della Presidenza del Consiglio dei Ministri n. 2/2019 stabiliscono principi chiari in materia.

     

    "Mi stupiscono le critiche strumentali avanzate da alcuni colleghi"

     

    Per questo motivo, mi stupiscono le critiche strumentali avanzate da alcuni colleghi. Tanto più che qualcuno di chi le ha sollevate era presente all’incontro con l’opposizione, la quale aveva richiesto modifiche su questi punti, senza però esprimere alcuna obiezione in quella sede. Salvo poi, durante la seduta del Consiglio, cambiare atteggiamento e diffondere note critiche sull’argomento. Un comportamento che, sebbene poco giustificabile, è forse comprensibile nel contesto della campagna elettorale in corso".