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Mobbing, aumentano i casi in Alto Adige

202 le vittime nel 2015. Le donne sono le più colpite. In programma un disegno di legge provinciale per contrastare il fenomeno. L'appello: "Denunciate i soprusi".

Sempre più lavoratori in Alto Adige sono vittime di comportamenti vessatori reiterati. Contro il mobbing, tuttavia, è in arrivo un disegno di legge provinciale, ad annunciarlo è l’assessora Martha Stocker ieri (22 aprile) in una conferenza stampa a cui ha partecipato anche la consigliera di parità Michela Morandini e la presidente della Commissione provinciale per le pari opportunità Ulrike Oberhammer. La questione, ha spiegato l’assessora, è alquanto complessa anche perché non esiste ancora una specifica normativa in Italia. L'obiettivo è quello di puntare alla prevenzione del fenomeno, potenziare e integrare la rete di servizi esistente e incrementare l'azione di sensibilizzazione e informazione sulle varie possibilità di consulenza e sostegno.

In aumento le donne che si trovano a dover affrontare situazioni conflittuali sul lavoro, lo afferma Oberhammer secondo cui la legge, attraverso il suddetto lavoro di prevenzione, dovrà poter garantire la salute alle donne discriminate. Il mobbing, del resto, oltre ad avere ovvie ripercussioni sui singoli, comporta costi elevati per il datore di lavoro - con una perdita di produttività del 70% -, per il sistema sanitario, e per l'economia del territorio. Morandini ha sottolineato che occorre porre l'attenzione sulla tematica della discriminazione multipla sul posto di lavoro.

Da sinistra: la Consigliera di Parità Michela Morandini, l'assessora Martha Stocker e la presidente della Commissione provinciale per le pari opportunità Ulrike Oberhammer

Quante sono le vittime di mobbing in Italia? Secondo i dati rilevati dall’Eurispes Istituto italiano di studi politici economici e sociali 1,5 milioni (su 21 milioni, ovvero il 4% rispetto all’8% riferito all'Europa), con un'incidenza maggiore al Nord (65%); il 52% delle donne è oggetto di una qualche azione persecutoria sul posto di lavoro; per le dipendenti pubbliche il dato registrato è del 70%. Più penalizzati e discriminati attualmente sono i gruppi più deboli, in una situazione di crisi del mercato del lavoro soprattutto lavoratrici con scarso livello d’istruzione, o di una certa età, madri, e con background migratorio. Per le donne il rischio aumenta con il progredire della loro carriera e subiscono questo trattamento soprattutto da parte dei superiori di sesso maschile mentre loro stesse rivolgono atti di mobbing soprattutto contro le colleghe.

Nel 2015 si sono rivolte alla Consigliera di parità per discriminazioni multiple percepite soggettivamente, mobbing, o per cercare una consulenza o mediazione 202 persone in totale, di cui 167 donne e 35 uomini. 125 i dipendenti del settore pubblico e 77 del privato. 63 sono stati invece i colloqui informativi, 92 le consulenze e 47 le mediazioni effettuati. Fondamentale - ha dichiarato Morandini - è stata la rete di collaborazione per sostenere le persone vittime di mobbing che in futuro dovrà essere potenziata per fornire un supporto sia alle persone che alle aziende. L’appello, infine, alle vittime è quello di rivolgersi ai sindacati e all’ufficio della Consigliera di parità per denunciare i casi di mobbing e ottenere sostegno.