Un sogno in comune?

“Scrivere non basta più, combinare linguaggi diversi per aumentare la conoscenza e la comprensione è la grande sfida del nostro tempo”, ha detto Francesco Franchi, giovane art director del mensile “IL” de Il sole 24 ore. Una sfida che molti sono disposti ad accettare. Si chiama Europadreaming.eu ed è un progetto di visual journalism di Matteo Moretti, ricercatore presso la Facoltà di Design e Arti alla Libera Università di Bolzano. Oggetto di studio l’imminente chiusura del confine del Brennero e i nuovi muri innalzati in Europa. Moretti, già vincitore del Data Journalism Award 2015 per il suo progetto Repubblicapopolaredibolzano.it, ha lavorato ad Europadreaming.eu insieme al giornalista del Corriere dell’Alto Adige Massimiliano Boschi, a Monika Weissensteiner della Fondazione Langer, alla fotografa Claudia Corrent, alla ricercatrice Valeria Burgio, a Luca Pisoni che si è occupato delle interviste video, al data scientist Alessio Cimarelli e allo sviluppatore Tobias Bernard. I risultati del progetto sono stati presentati oggi (22 aprile) in una conferenza stampa all’unibz alla presenza di Roberto Gigliotti, vicepreside con delega alla didattica della Facoltà di Design e Arti, e i membri del team interdisciplinare che hanno collaborato alla realizzazione del portale.
L’indagine si apre con una domanda evocativa: “Cosa succede quando il sogno europeo incontra il sogno dei migranti?”; molte le voci raccolte lungo il percorso, istantanee fra il dolore e la speranza, video di profughi - in gran parte eritrei - che attraverso il capoluogo altoatesino fanno “rotta” verso il Brennero e l’agognata terra promessa: l’Europa del nord; ma anche cifre e infografiche, le pagine d’archivio dei quotidiani che hanno raccontato la crisi dei profughi negli ultimi vent’anni; “in Europa, già dal 1995 si è incominciato a costruire muri inutili e dannosi.”
Fonte: Europadreaming.eu
Il lavoro di ricerca - durato oltre un anno - include anche la testimonianza del parlamentare europeo Alexander Langer raccolta in un’intervista rilasciata a Radio Radicale al confine di Ventimiglia. “Nell'audio originale, si riescono a sentire le proteste dei profughi della Bosnia a cui era stato impedito di attraversare il confine con la Francia. L'Italia, in quel periodo stava cercando di adattarsi alle norme decise dagli accordi di Schengen, quelle che dovevano abolire i controlli doganali all'interno dei confini europei ma che, come dimostrarono i fatti, finirono per provare a costruire la ‘fortezza Europa’”.
Fonte: Europadreaming.eu
La magmatica situazione europea viene esplorata sotto vari altri aspetti, si descrive la storia del passo del Brennero - diventato valico di frontiera fra Italia e Austria alla fine della prima guerra mondiale - attraverso fatti e numeri per evidenziare declinazioni diverse rispetto a quanto succede oggi; la cornice legislativa; e il “fattore umano”. Ai migranti in transito al Brennero è stata rivolta questa domanda: “Un oggetto che ti ha protetto durante il viaggio?”, una croce, un tatuaggio, una bibbia. Gli smartphone, invece, oltre ad essere apparecchi di comunicazione, servono a contenere e custodire ricordi e assicurare un barlume di sicurezza e indipendenza nella vita di tutti i giorni.
Fonte: Europadreaming.eu
Nel tentativo di restituire alcune risposte e puntare il dito sulle contraddizioni della cosiddetta “emergenza dei migranti”, altrettante domande vengono infine sollevate: “Cos'è l'Europa oggi? Cosa vuole diventare? Come si pensa o si immagina? Per anni, complice la questione relativa alla moneta unica, l'Europa si è creduta un club esclusivo che ammetteva solo chi avesse le carte in regola.” Non resta che constatare, non senza un certo sconforto, che “vent'anni sono passati inutilmente, perché si è voluto ostinatamente girare la testa di fronte al problema, pensando al consenso politico più che alla soluzione dei problemi”.