“Affossare il decreto? Irragionevole”
Non c’è da sorprendersi, visto lo sconosciuto gusto di restare fuori dalle curve e l'eccesso di calore da parte delle due “tifoserie”, se il dibattito sui vaccini si è trasformato in un confronto dai toni belligeranti. E non solo nell'agorà della politica mainstream. A livello locale nel mirino sono finiti i senatori sudtirolesi Karl Zeller, Francesco Palermo e Hans Berger, colpevoli, tuonano i contrari alle 12 vaccinazioni obbligatorie, di aver votato a favore della costituzionalità del decreto dei vaccini quando il consiglio provinciale di Bolzano, all’unanimità, aveva approvato un voto contro le “misure coercitive per imporre le vaccinazioni”, dando quindi un segnale molto chiaro sull'argomento.
"Esprimersi contro la costituzionalità del decreto avrebbe significato la morte del provvedimento ma io sono convinto, piuttosto, che si debba lavorare per migliorarlo il più possibile"
Al grido di Tu quoque i dissenzienti puntano il dito su un presunto ripensamento del senatore Palermo che, alcuni giorni prima del voto in Aula, aveva espresso dubbi sulla costituzionalità del documento del ministro della Salute Beatrice Lorenzin. “In Parlamento - risponde Palermo - purtroppo non c’è spazio per le sottigliezze giuridiche, la logica è molto chiara: si vota o sì o no. E si tratta di un voto prettamente politico perché l’esame di costituzionalità spetta alla Corte costituzionale. Esprimersi contro la costituzionalità del decreto avrebbe significato la morte del provvedimento ma io sono convinto, piuttosto, che si debba lavorare per migliorarlo il più possibile, ed è quello che abbiamo concordato con il nostro gruppo”.
Migliorie che sono state tradotte negli emendamenti presentati, 285 in tutto, ma che prevedono 3 modifiche sostanziali: una riduzione significativa della multa per gli inadempienti, l’eliminazione della sanzione della perdita della patria potestà, e l’introduzione di un meccanismo di verifica periodica per stabilire quali sono le vaccinazioni da effettuare obbligatoriamente, e quali invece possono essere evitate, punto, quest’ultimo, che ha già incontrato il niet dei medici pediatri della Società Italiana di Pediatria e della Fimmg, l’associazione nazionale dei medici di medicina generale, che insistono sull'obbligatorietà tout court. Sul resto, al contrario, sembra esserci ampio consenso tra governo e forze politiche.
Non aiuta, intanto, alla causa dei “pro vax” la sentenza della Corte europea secondo cui il consenso scientifico non è indispensabile per provare i danni di un vaccino difettoso se questi possono essere provati con un “complesso di indizi gravi, precisi e concordanti”. “Non c’è alcuna evidenza scientifica sulla correlazione fra possibili danni dei vaccini e la malattia - commenta Palermo -. La senatrice Elena Cattaneo ha messo in risalto una cosa che mi ha molto turbato, un esempio significativo, e cioè che le possibili controindicazioni dell'aspirina sono statisticamente e scientificamente 1.500 volte maggiori rispetto a quelle dei vaccini. Il tema dal punto di vista scientifico, insomma, è inesistente, da quello politico e giuridico esiste nella misura in cui si guarda allo strumento utilizzato e alla sanzione comminata”.
"Le battaglie ideologiche piacciono anche a me, anzi tra non molto potrò rimettermi a farle in maniera sistematica senza dover guardare alla contingenza, ma il decreto è il qui e ora, e bisogna limitare danni"
E se la legge passasse, la famiglia, il cui figlio non fosse ammesso a scuola, potrebbe contestare la legge? “Assolutamente sì - risponde il senatore -, è molto probabile che il caso finisca davanti alla Corte costituzionale che può valutare nel merito. Il punto è che l’obbligo costituzionale di andare a scuola prevale e allora si applicano le sanzioni contro chi non è in regola con il certificato vaccinale. La questione è che si paga troppo? E allora facciamo sì che ci sia più proporzione. La soglia dei 7500 euro è francamente piuttosto alta ma la sanzione in vigore attualmente, dai 150 ai 250 euro, è di contro troppo bassa per scoraggiare chi non ha intenzione di vaccinare i propri figli”.
Il senatore Palermo non raccoglie quindi il J'accuse dei contrari ai vaccini obbligatori le cui opinioni “vanno ascoltate ma anche bilanciate, perché non basta scrivere un’e-mail per mettere in discussione la scienza. Comprendo la posizione di chi dice 'avreste dovuto votare contro la costituzionalità del decreto', è legittima, ma non è la mia posizione. Tutto qui. Affossare del tutto il provvedimento non era un’alternativa ragionevole”, sostiene il senatore e costituzionalista che aggiunge infine: “In consiglio provinciale si fanno grandi affermazioni di principio con la consapevolezza che poi non sono i consiglieri a votare in Parlamento, e intendiamoci, le battaglie ideologiche piacciono anche a me, anzi tra non molto potrò rimettermi a farle in maniera sistematica senza dover guardare alla contingenza, ma il decreto è il qui e ora, e bisogna limitare danni”.