Politica | Il ddl

Cannabis legale, missione (im)possibile?

Oggi alla Camera il dibattito sulla legalizzazione della cannabis, il voto a settembre. L’opinione di Kronbichler, Plangger, Gnecchi, Schullian, Alfreider, Gebhard.

Si apre oggi, 25 luglio, la discussione generale alla Camera del testo sulla legalizzazione della cannabis proposta da un nutrito intergruppo di deputati e senatori - coordinato dal sottosegretario agli esteri Benedetto della Vedova - che hanno messo la loro firma su un manifesto consultabile in rete. In cosa consiste la legge? Innanzitutto il testo modifica sostanzialmente le attuali regole sulla detenzione della cannabis, partendo dal concetto di legalizzazione che va opportunamente distinto da quello della liberalizzazione, in quanto percorsi differenti, come sottolinea Roberto Saviano su L’Espresso. “La legalizzazione - spiega il giornalista e scrittore - avrebbe effetti immediati sul ridimensionamento del mercato delle droghe gestito dalle organizzazioni criminali perché costituisce di fatto la depenalizzazione di una condotta ritenuta fino a un momento prima illegale e quindi perseguibile per legge”. Secondo il Libro bianco sulle droghe, promosso da La Società della Ragione insieme a Forum Droghe, Antigone e CNCA al 31 dicembre 2015 quai 17mila detenuti, il 32% del totale, si trovano in carcere per possesso o vendita di sostanze mentre quasi il 50% delle segnalazioni all’autorità giuiziaria riguardano i cannabinoidi.

I punti fondamentali del ddl

Possesso
I maggiorenni potranno avere con sé fino a 5 grammi di cannabis per uso ricreativo e tenerne fino a 15 in casa senza chiedere il permesso a nessuno o dichiarare nulla alle autorità. È possibile fumare la cannabis solo negli spazi privati e mai al volante.

Coltivazione
Si potranno coltivare fino a 5 piante di cannabis di sesso femminile inviando preventivamente una comunicazione all’Ufficio regionale dei Monopoli competente per il territorio. Al contrario, per coltivare in forma associata, va costituita una associazione senza fini di lucro, sul modello spagnolo dei cannabis social club che dovranno essere composti da massimo 50 membri (ognuno di loro potrà coltivare fino a 5 piante).

Vendita
Non è punita la cessione a titolo gratuito di una quantità inferiore ai limiti mentre lo spaccio resta illegale anche per le piccole dosi. La commercializzazione della cannabis è consentita all’interno di un regime di monopolio statale, chi vuole vendere dovrà ottenere l’autorizzazione da parte dell’Agenzia delle Dogane e predisporre locali dedicati prevedendo un sistema di tracciabilità del processo produttivo, il divieto di importazione/esportazione, e altre regole.

Utilizzo a scopi terapeutici
Vengono introdotte norme per semplificare e snellire la produzione di cannabis per medicine e scopi terapeutici così come più agili saranno le modalità di prescrizione e consegna. Sono previste inoltre norme per individuare più rapidamente le aree adatte alla coltivazione.

Proventi
Il 5 % del ricavato derivante per lo Stato dalla legalizzazione della cannabis sarà destinato al finanziamento dei progetti del Fondo nazionale di intervento per la lotta alla droga. I proventi ottenuti dalle sanzioni amministrative inflitte a chi viola i limiti previsti dalla legge verranno utilizzati per interventi formativi, educativi e curativi.

Lo scoglio degli emendamenti
Sono 1.700 - di cui 1.300 del gruppo Ap (Ncd-Udc) - gli emendamenti presentati al ddl che depenalizza la cannabis. Secondo quanto riportato dall’Ansa le commissioni Giustizia e Affari sociali, dove il disegno di legge era all'esame, davanti alla presentazione dei numerosi emendamenti hanno preferito uno stop senza nemmeno leggerli. Le proposte di modifica torneranno tutte in Aula, anzi sembra che si arriverà addirittura a 2.000 emendamenti. Il voto verrà rimandato a settembre.

Legalìzzala?
Interpellati sul tema della legalizzazione della cannabis i deputati altoatesini Florian Kronbichler (Verdi-Sel), Albrecht Plangger (Svp), Luisa Gnecchi (Pd), Manfred Schullian (Svp), Daniel Alfreider (Svp) e Renate Gebhard (Svp) hanno esposto la propria posizione in merito. Ecco come voteranno e perché.

Florian Kronbichler: “Sulla legalizzazione voto convintamente a favore essendo anche fra i firmatari del rispettivo disegno di legge. Considero il mio sì un voto a favore delle libertà personali e contro il proibizionismo. Di droghe non ho alcuna esperienza personale, né di leggere e tantomeno di pesanti. Al rischio di rovinarmi la reputazione, dico - o dovrei dire 'confesso' - di non essermi mai fatto una canna in vita mia. Quindi, seppur senza conoscenza personale, mi arrogo una certa competenza in merito, avvalendomi delle informazioni da parte non solo di consumatori abituali, ma pure di medici che operano sul campo e della letteratura. Ritengo il proibizionismo attuato fino ad oggi inadatto a perseguire l’obiettivo prefisso e deleterio nei suoi effetti collaterali, quindi controproducente oltre che ipocrita. E non parlo dell’uso terapeutico della cannabis. Avendo proibito produzione e consumo, lo stato si è reso persino colpevole in proposito. Quanti hanno sofferto invano o si sono rovinati economicamente perché una legge moralista gli ha negato l’accesso legale all’erba medica della cannabis? Fosse giustizia, lo Stato li dovrebbe indennizzare. Un’ultima cosa: Il mio impegno per la legalizzazione della cannabis ha trovato una speciale motivazione nella persona di Hanspeter Grünfelder che ha dedicato molto del suo tempo libero alla battaglia per la depenalizzazione della cannabis. Simpatica espressione del suo impegno illimitato: ha cambiato il suo nome Hanspeter in Hanfpeter. Hanf è cannabis in tedesco. E poi ancora Grünfelder. Nomen est omen. In riconoscenza di quanto ha fatto e perché mi è simpatico, l’ho invitato ad assistere al dibattito alla Camera a Roma”.

Albrecht Plangger: “Il mio sarà un voto a favore se il testo non viene stravolto. Ho seguito un paziente cannabis venostano che lamenta i prezzi altissimi in farmacia per il cannabis terapeutico prescritto dal medico e sopratutto la criminalizzazione della coltivazione per uso personale e dell'acquisto sul ‘mercato nero’ a metà prezzo della farmacia. Finora lo Stato ha scelto la repressione che non ha portato a risultati soddisfacenti. Adesso si potrebbe cambiare strategia, la legalizzazione comporta guadagni allo Stato (Monopolio della cannabis) e potrebbe essere anche una misura forte per arginare la microcriminalità organizzata, nonché porre fine alla criminalizzazione della detenzione e della coltivazione per uso personale. La legge non è stata discussa in Commissione, attendo ancora qualche miglioramento del testo in ordine”.

Luisa Gnecchi: “Voterò a favore della liberalizzazione oltre che per gli effetti terapeutici anche per quelli personali e per una modifica strutturale delle pene che sono state adottate fino a oggi. C’è tutto un orientamento in Parlamento volto a differenziare su tre filoni, ovvero sull’uso terapeutico, quello personale e quello sanzonatorio, è peraltro possibile il rinvio in Commissione proprio per individuare questi tre rami differenziati. Certo la discussione per far arrivare il disegno di legge in Aula è stata molto lunga, vedremo intanto cosa avverrà oggi durante il dibattito generale, poi a settembre si deciderà”.

Manfred Schullian: “Sono orientato a votare a favore salvo modifiche stravolgenti in sede di esame. Sulla base dell'esperienza degli ultimi anni ritengo che si possa affermare che l'attività di repressione del consumo della cannabis non abbia arginato né la diffusione delle droghe leggere, né l'influenza delle organizzazioni criminali per le quali le droghe rappresentano un settore assai lucrativo. Inoltre, gran parte delle paure legate alla legalizzazione della cannabis sembrano infondate alla luce delle esperienze nei Paesi che hanno adottato questo tipo di politiche in passato. Che la repressione non funziona è stato evidenziato pochi anni fa anche dalla Commissione globale sulla politica delle droghe, la quale in un suo rapporto sottolinea l’opportunità di sperimentare modelli di regolamentazione che colpiscano la criminalità organizzata, salvaguardando allo stesso tempo la salute dei cittadini”.

Daniel Alfreider: “In Italia purtroppo abbiamo a che fare sempre con degli  estremismi, come abbiamo visto in occasione della legge sull'omicidio stradale. Certo, dobbiamo combattere la criminalità, ma questo si potrebbe fare attraverso maggiori controlli e non legalizzando le droghe leggere ovvero la cannabis. Per quanto riguarda l'utilizzo medico e curativo o diversi usi non stupefacenti sono invece d'accordo”.

Renate Gebhard: “Sono pienamente a favore dell'uso della Cannabis a scopo terapeutico mentre non lo sono per quanto riguarda il suo uso ricreativo. Purtroppo è difficile tracciare una precisa linea di demarcazione. Mi dichiaro contraria alla sperimentazione in questo campo, perché spesso l'uso della Cannabis è un passo che potrebbe condurre al consumo di altre sostanze”.