Autonomisti a corrente alternata.
“L’Alto Adige è una provincia diversa e merita un trattamento speciale” rivendichiamo con grinta e spesso con successo noi altoatesini nei confronti di Roma. A volte però, facciamo il contrario e ce ne stiamo quatti, quatti all’ombra di norme statali, anche se esse non sono adatte alla nostra realtà sociale ed economica. È il caso del lavoro e delle sue regole.
Già i Padri dell’Autonomia non avevano inserito granchè nello Statuto: altro per la testa. Dimenticando che non c’è nulla di più “locale” del mercato sel lavoro e della cultura delle relazioni sindacali. Ora si continua su quella strada: il jobs act (legge-delega) non ci concede nessuno spazio autonomo locale; nessuno l’ha chiesto al Governo. Le competenze definite nell’accordo di Milano per gli ammortizzatori sociali sono rimaste lettera morta a Bolzano. La sanità integrativa provinciale non decolla; per quanto riguarda contratti e leggi sul lavoro, Bolzano o Pantelleria non fa differenza. E per finire la notizia di oggi: il vicedirettore del nostro Istituto per il Lavoro (IPL/AFI) si è dimesso ed aprirà a Trento presso la locale Agenzia del Lavoro, un nuovo servizio di “Assistenza e facilitazione della contrattazione decentrata e della concertazione”. Dove se non in una provincia a Statuto Speciale? Quella di Trento, appunto. A Bolzano continuiamo a rimanere pigramente “statali”!
Con Alberto Stenico spesso
Con Alberto Stenico spesso abbiamo avuto opinioni comuni e la stessa visione sociale. Questa volta, essendo il tema il diritto del lavoro, non sono d'accordo con lui in relazione al fatto che sia auspicabile una competenza autonomistica in materia. Penso che sia una competenza da portare a livello europeo perché la libera circolazione dei lavoratori in assenza di regole permette di aumentare lo sfruttamento delle persone. Altro discorso riguardare il welfare integrativo per il quale rimane il sogno di un sistema tutto locale che al momento vede la luce solo a macchia di leopardo senza una visone d'insieme territoriale. Infine il trasferimento di Mario Giovannacci a Trento per implementare un progetto ambizioso e intelligente, conferma che a sud di Salorno hanno una visione del futuro molto più avanzata che in Alto Adige. Se così non fosse, una competenza unica in materia relazioni industriali non c'è la saremmo fatta scappare.