Società | Islam

"No al terrorismo. Si alle Moschee"

La presenza di religioni diverse è la nuova sfida per il Sudtirolo.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

“No al terrorismo. Si alle Moschee” è stato uno degli slogan della manifestazione di ieri organizzata da gruppi di cittadini di fede musulmana, che hanno voluto testimoniare di persona e con grande coraggio la loro chiara dissociazione e condanna nei confronti dei gruppi terroristi islamici autori dei recenti orribili attentati. È auspicabile, ma del tutto verosimile, che questo slogan sia condiviso dalla grande maggioranza dei 2,2 milioni di musulmani presenti in Italia che vivono assieme a noi nei nostri condomini, nei nostri quartieri, lavorano nelle nostre aziende, frequentano le nostre scuole ed i nostri ospedali. Nuovi concittadini con la loro religione. Essi introducono il tema del pluralismo religioso in un Paese, l’Italia, ed in una provincia, l’Alto Adige/Südtirol, che non hanno esperienze e tradizioni in questo senso. Bisognerà pur farsene di nuove allora, di esperienze, se vogliamo rendere possibile un necessario processo di integrazione. I temi sono, tra gli altri, quelli della disponibilità di luoghi di culto dignitosi per i concittadini musulmani, le forme d’insegnamento della loro religione, l’autofinanziamento delle loro attività religiose tramite l’8 per mille. Temi difficili, ma ineludibili per delineare tutti assieme il tipo di comunità nella quale vivremo il nostro futuro.
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