Politica | Il dibattito

Autonomia: “difendiamoci accelerando la riforma”

In Trentino è forte la preoccupazione che l’accordo economico non basti e che si approssimino tempi duri.

Nel Trentino il dibattito è aperto e molto meno imbalsamato come in Alto Adige. 
L’idea è che il nuovo accordo finanziario con lo Stato abbia solo rimandato di fatto la resa dei conti per l’autogoverno locale. Come riferisce oggi il quotidiano L’Adige a Trento domina la consapevolezza che l’Italia è diventata ancor più il paese dove domina l’incertezza e che quindi ogni rassicurazione suoni ormai come un azzardo. 

Se è vero che l’accordo di Roma viene considerato un passo fondamentale dai loro fautori (le maggioranze omogenee al governo a Trento e Bolzano), vi è anche la consapevolezza che oggi come oggi "la burocrazia statale, specialmente al Ministero dell'economia, ha la brama di decidere tutto, e riportare ogni tipo di decisione al loro centro di controllo”.

Cruciale è considerato il rapporto con Matteo Renzi, premier fortissimo ma non onnipotente. “Dentro i partiti nazionali non esiste il rispetto e la considerazione del valore delle autonomie” ha convenuto in merito il senatore trentino del PATT Franco Panizza

Rincara la dose l’ex presidente del Trentino Lorenzo Dellai, tornato con forza in primo piano nella politica regionale sulla scia del progetto 180 secondi per il Trentino
Per il Dellai dopo l’accordo economico ora la sfida su cui concentrare le energie è quella delle regole giuridiche da riscrivere, e cioè il famigerato ‘nuovo statuto’. 
Dunque i soldi non sono tutto, anzi. “L'attacco all'autonomia non è solo quello sulle risorse, ma anche per cercare di togliere poteri e funzioni, dimostrando che solo le strutture centrali possono competere nelle grandi sfide della globalizzazione” chiosa Dellai, senza mezzi termini. 

Ma come, l’autonomia del Trentino Alto Adige ha ancora qualcosa da dimostrare?
Ecco il classico abbaglio da ‘ombelico del mondo’. A Roma (ma anche a Milano) l’autonomia della regione più a nord d’Italia è lontana. Molto lontana. 

Il tema vero allora oggi è come le province di Trento e Bolzano riusciranno ad elaborare in tempi brevi una proposta di riforma degli statuti, prima che la riforma costituzionale entri in vigore travolgendoli. 
A prevalere è anche la consapevolezza che la cosiddetta ‘norma di salvaguardia“può reggere solo fino ad un certo punto”. Molto meglio allora - secondo Dellai - “un un nuovo Statuto che ribadisca competenze che già abbiamo e che difenda le funzioni integrate con le norme di attuazione, tipo scuola, lavoro, università, energia”

Dunque occorre fare presto, si dice in Trentino, osservando con preoccupazione i segnali contrastanti che già da tempo provengono dal PD, partner evidentemente ritenuto affidabile ma solo fino ad un certo punto. Ciurma inquieta di un segretario in tutt’altro affaccendato ed ogni tanto un po’ distratto. 

E in Alto Adige?
La lente è una sola, e cioè quella della SVP. Ogni giorno i parlamentari della Stella Alpina vivono sulla loro pelle l’affidabilità o meno dei vecchi e nuovi metodi in loro possesso per strappare promesse e accordi. 

Al momento il livello di preoccupazione percepito in provincia di Bolzano è senz’altro minore rispetto a quello che si registra in Trentino. È un bene o un male?