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Via Cadorna, via

La provocazione di alcunə attivistə meranesi riaccende il dibattito sulla toponomastica cittadina: “Basta commemorazioni per criminali di guerra e fascisti”.
Via cadorna merano
Foto: Antifa Meran

La possibilità di cambiare volto alla toponomastica cittadina non è mancata. L’anno scorso, su iniziativa del consigliere comunale David Augscheller, l'intitolazione di una strada di Merano al feroce generale Luigi Cadorna avrebbe potuto cessare per sempre. La mozione, presentata simbolicamente nella giornata del 4 novembre dell’anno 2017 che proponeva “un cambiamento toponomastico dell’attuale via Luigi Cadorna” che tenesse conto “dei valori democratici e pacifisti e della pacifica convivenza nel nostro territorio”, fu approvata pressoché all’unanimità. Al suo posto, si è fatto strada il nome di Elena Stern de Salvo, la bambina di origini ebraiche e cattoliche, nata a Merano che nel 1937 che fu deportata e assassinata ad Auschwitz. Era tutto pronto, la maggioranza apparentemente solida si apprestava alla discussione in Consiglio comunale che si è svolta finalmente l’anno scorso. L’esito, lo sappiamo, fu però infausto: proposta bocciata. Nessuna ridenominazione, via Cadorna non si tocca. Il voto della SVP determinante.


Nella serata di ieri, 21 dicembre, un gruppo di attivistə appartenenti all’organizzazione Azione Antifascista Merano, hanno deciso simbolicamente di ridenominarla dal basso, sostituendo Cadorna proprio con Elena Stern de Salvo, al fine di contribuire a mantenere vivo il dibattito sulla toponomastica e l’odonomastica cittadina. “Cadorna era un criminale di guerra ed un fascista. Era un ufficiale della prima guerra mondiale e si fece un nome per la sua crudeltà anche verso i suoi stessi soldati - scrive il collettivo in una nota -. Cadorna sostenne con entusiasmo il violento regime fascista dopo il 1922 e fu nominato da Mussolini al grado di Maresciallo, il più alto grado militare dell'esercito fascista. Questa parte del suo passato è menzionata in pochi articoli riguardanti il dibattito della ridenominazione. Invece di onorare un fascista, la strada doveva essere dedicata ad una vittima di questo regime. Elena Stern de Salvo era ebrea e veniva da Merano. All'età di 6 anni fu deportata nel campo di concentramento di Auschwitz e uccisa dai nazisti. Il suo destino è quello di più di 6 milioni di ebrei nel mondo, migliaia di sinti e rom, neri, omosessuali, malati, disabili, comunisti, intellettuali. La crudeltà del regime nazista difficilmente può trovare rivali eppure non è un capitolo che appartiene solo al passato. Il fascismo - continua il comunicato - ha creato una responsabilità storica per tutte le persone nate e vissute dopo questo totalitarismo: che non accada mai più! Parte di questa responsabilità include ricordare coloro che ne sono stati vittime e rendere i colpevoli visibili come tali. Così - concludono lə attivistə - abbiamo preso in mano la ridenominazione per dimostrare che non vogliamo commemorare i fascisti. Noi diciamo: mai più guerra, mai più fascismo. Vivere l'antifascismo significa commemorare e combattere. E significa prendere in mano la situazione . L'abbiamo fatto ieri sera”.