Società | Satira

Questione di etica

Polemiche sull’illustrazione satirica di Charlie Hebdo sulla valanga che ha coperto l’Hotel Rigopiano. Demetz, vignettista di ff: “Ironia e cinismo non vanno confusi”.
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Foto: Charlie Hebdo

Sta facendo inevitabilmente discutere la nuova picconata esiziale a mezzo vignetta della rivista francese Charlie Hebdo che ironizza sulla tragedia dell’Hotel Rigopiano di Farindola sul Gran Sasso (in Abruzzo) travolto da una valanga lo scorso 18 gennaio. Nel disegno, pubblicato sulla pagina Facebook del giornale, appare la scritta: “La neve sta arrivando e non sarà sufficiente per tutti” con l’immagine della morte che scende dalla montagna sugli sci impugnando due falci al posto delle racchette. Già lo scorso settembre la testata d’Oltralpe, in seguito al sisma del 24 agosto, aveva scatenato una bufera di polemiche pubblicando una vignetta dal titolo “Terremoto all'italiana” che mostrava due persone insanguinate e altre sepolte a strati con la dicitura: “Penne al sugo di pomodoro, penne gratinate, lasagne”.

Questa volta, tuttavia, il controcanto non si è fatto attendere: il disegnatore Ghisberto ha risposto alla provocazione dei colleghi francesi riprendendo la vignetta originale e raffigurando un soccorritore alpino sugli sci che supera in velocità la morte mostrandole il dito medio. Volontari e professionisti che stanno operando in queste ore in Abruzzo, infatti, sono riuscite a portare in salvo 9 persone. L’illustrazione - che ha fatto proseliti ispirando molti altri artisti a “disegnare la loro” - ha raccolto oltre 21mila like su Facebook e oltre 27mila condivisioni, fra cui quella del sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi che così commenta: “Rispondiamo alla macabra provocazione di Charlie Hebdo con la vita”. Nel frattempo il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, ha fatto sapere di di aver dato mandato perché venga predisposta una querela nei confronti della rivista e degli autori della vignetta. 

 

“Prima regola: nella satira non ci sono regole”, questa è la tesi dei difensori della libertà d’espressione senza se e senza ma, eppure, a scadenze regolari, vengono squadernate domande di rito legittime come: la libertà di satira deve essere davvero assoluta? E se ci sono dei limiti chi li stabilisce? “Parlando di caricatura come dice la parola stessa carica la realtà, quello che va rispettato è il valore umano, perché tutto alla fine si riduce sostanzialmente a una questione etica, e se l’etica viene rispettata allora si parla di ironia e non di cinismo, perché fra i due termini c’è una differenza fondamentale”, spiega Hanspeter Demetz, architetto altoatesino e vignettista del settimanale ff. “L’ironia - prosegue - è, a mio parere, l’arma dei deboli e non è mai aggressiva, al contrario del cinismo utilizzato come dispositivo offensivo dai potenti”.

Demetz ricorda che già ai tempi del periodico “Cuore” venne stabilito, sotto il profilo giuridico, che “la satira può tutto”, ma i limiti vanno posti “lì dove si mette in discussione il rapporto fra gli esseri umani”, così il vignettista. “La satira, disegnata o scritta - conclude Demetz - non può imporsi, non è uno strumento di potere, del resto sta sempre al lettore accettarla o meno, se un politico, ad esempio, si sente offeso da una vignetta satirica è normale e lecito ma ribadisco, il problema si pone quando è l’etica a venire offesa, non dimentichiamo, tuttavia, che la società ha bisogno della satira in quanto indice di democrazia”.