La Lega e gli italiani in panchina
La vittoria elettorale è da annali, i dividendi, al contrario, non sono quelli che ci si aspetterebbe per dei comprimari. E così la tonitruante Lega che già il pubblico pagante immaginava materialista feroce al momento di passare all’incasso sulle deleghe dei futuri assessori appare agli occhi dei detrattori inoffensiva, eccessivamente cauta - forse memore dell’ammonimento di capitan Salvini di non fare la figura dei dilettanti allo sbaraglio -, in attesa degli eventi. C'è lo smacco del presidente Arno Kompatscher con la ventilata idea proposta all’omologo trentino Maurizio Fugatti di allargare da 5 a 6 posti la giunta regionale per aumentare a due gli assessori sudtirolesi, il tutto bypassando con nonchalance i quattro partner di governo, Massimo Bessone, Giuliano Vettorato, Carlo Vettori e Rita Mattei. E c'è il vicepresidente della Provincia italiano, Vettorato, “declassato” a numero due, dietro ad Arnold Schuler, primo vice. Se questo significa capitalizzare il consenso. Intanto domani, 25 gennaio, l'esecutivo di Kompatscher bis vedrà, salvo sorprese, la luce.
Vista serie B
Le critiche dell’opposizione si rincorrono, e il calcio d’inizio deve essere ancora battuto. La rinuncia della Lega alle competenze sull’edilizia sociale, con l’Ipes che è pronta a passare sotto l’ala della Svp dopo 40 anni, è stato uno dei primi banchi di prova falliti secondo gli scettici. “La distribuzione degli alloggi Ipes avviene tenendo conto della proporzionale etnica ma soprattutto del fabbisogno dei gruppi linguistici storici, visto che per gli immigrati il calcolo sull’assegnazione è differente - spiega Riccardo Dello Sbarba, consigliere provinciale dei Verdi -. Quasi la metà delle 13mila abitazioni Ipes sono occupate da famiglie italiane e concentrate soprattutto nelle grandi città, Bolzano, Laives e Merano. Dunque quella della casa è sempre stata considerata più una necessità degli italiani, una popolazione di recente migrazione che possiede oggettivamente meno case di proprietà rispetto ai concittadini di lingua tedesca, e non ha masi da ereditare. Per anni quindi la competenza sull’edilizia abitativa era in mano a un assessore italiano, così come italiani erano molti funzionari dell’Ipes, tutto questo assetto ora verrà smantellato, con una conseguente marginalizzazione del mondo di lingua italiana”.
Un esempio, questo, che secondo l’alfiere degli ambientalisti equivale a un passo indietro rispetto a una condizione di pari dignità fra Svp e Carroccio. “La Volkspartei considera i consiglieri leghisti partner di serie B, la loro presenza viene semplicemente tollerata. Eloquente quanto accaduto con Vettorato, che ora si ritrova a fare il vice del vice. Con la Lega sono tornate le cuffie per la traduzione simultanea, era da un po’ che non si vedevano più in consiglio, beh, difficile pensare di affidare una vicepresidenza di peso se, chiamati a sostituire Kompatscher, non si è nemmeno in grado di comunicare con alcuni interlocutori”, osserva Dello Sbarba.
La Svp e l’arroganza del potere
Sulla cosiddetta marginalizzazione del gruppo italiano interviene dagli spalti, avendo mancato la rielezione in consiglio provinciale, anche Roberto Bizzo, leader di Noi per l’Alto Adige, veterano della politica provinciale: “Erano 30 anni che non si esprimeva una maggioranza così consistente in consiglio, eppure i leghisti hanno meno competenze in quattro di quante ne aveva da solo Tommasini, è scandaloso”.
Bizzo, che ha partecipato in diverse occasioni alle trattative con la Svp per la formazione di giunte provinciali, con la Dc, poi con la Margherita e ancora con il Pd, ricorda ciò che l’allora governatore Luis Durnwalder usava ripetere ai neo-eletti: “Se avete aumentato i consiglieri aumentate le competenze, se diminuite i consiglieri diminuite le competenze”. Ebbene “la Svp ha perso clamorosamente consiglieri ma ha aumentato altrettanto clamorosamente le proprie competenze. Per quel che concerne invece la giunta regionale trovo normale che la Svp rivendichi la presenza di almeno due assessori di lingua tedesca, sarebbe stato però opportuno che avesse adottato lo stesso metro di giudizio anche in occasione della formazione della precedente giunta provinciale”. All'epoca infatti, per seguire pedissequamente i calcoli sulla proporzionale etnica - diversamente da quanto si prospetta ora per la partita regionale - Bizzo non riuscì ad approdare in giunta, entrò solo Tommasini.
“La nostra autonomia funziona se tutte le comunità partecipano alla sua gestione. In questo caso assistiamo al monopolio della Svp che però è al minimo storico in consiglio provinciale”, dice l’ex esponente Pd. “È un affronto quello fatto alla Lega perché non si può pensare che una comunità venga confinata unicamente nelle proprie competenze etniche, senza possibilità di accesso a settori fondamentali come l’economia, la sanità, le politiche sociali, il lavoro. Considero risibile, ad esempio - prosegue Bizzo -, la competenza ottenuta dal Carroccio sull’energia, stra-blindata da leggi e da una ripartizione che è totalmente di lingua tedesca. I leghisti non hanno strappato alcuna delega che abbia una vera valenza o una possibilità di incidere sulla crescita sociale ed economica di una comunità”.
Lo sguardo corre quindi al passato prossimo e a quello remoto per gli inevitabili raffronti. “Tommasini aveva competenze su scuola, cultura edilizia sociale, formazione professionale; io su finanze e bilancio, innovazione, lavoro, informatica, pari opportunità, cooperazione, e avevo la vicepresidenza della giunta regionale. Insomma eravamo presenti politicamente. Oggi un 'Mitspracherecht' (la procedura di diritto di parola tra assessori utilizzata dalla giunta provinciale su alcune competenze, ndr), come ai tempi di Ferretti, sarebbe impensabile, non c’è più la voglia di coltivare insieme il futuro di questa terra”, così Bizzo.
Di guardia
Più possibilista si dimostra invece Alessandro Urzì, consigliere provinciale dell’Alto Adige nel cuore/Fratelli d’Italia: “Metteremo alla prova questa nuova maggioranza sulle grandi sfide di oggi e la giudicheremo senza pregiudizi. Nessuno sconto: la Lega pensa di potere fare a meno della competenza sull’edilizia sociale? Ci aspettiamo però lo stesso il suo calco su queste politiche perché le decisioni vengono prese in giunta, da tutti gli assessori. Così come sulla sanità: la riforma non può più attendere. Non spetterà solo a Widmann ma anche alla Lega. Così sulle politiche sociali anche se non di competenza della Lega. Così come invece al contrario sull’autonomia della scuola italiana ci aspettiamo che la Lega difenda il diritto di potere decidere senza dipendere dal l’assessore alla scuola tedesca come ci aveva abituato il Pd”.
Lega sorvegliata speciale, insomma. “Nei prossimi mesi (basterà poco) tireremo le somme - conclude l’esponente di centrodestra -. L’impronta del Carroccio dovrà essere su tutto, non solo negli ambiti delle competenze assegnate ai suoi assessori. Aspettiamo, osserviamo, consigliamo e poi giudicheremo. Senza sconti - ribadisce Urzì - Se non si cambierà registro il giudizio non nostro ma degli elettori potrebbe essere impietoso”. Vox populi vox dei.
Interessanti i ruggiti da
Interessanti i ruggiti da leone di chi, fino ad ieri e per decenni in giunta provinciale, si è sempre comportato da pecorella mansueta verso "il buon pastore" SVP.
A livello locale la lega non
A livello locale la lega, non disponendo di un Lino Banfi da mandare chissà dove, o di un porto da chiudere, deve dimostrare di saper fare e prendersi la responsabilità delle proprie scelte. Dunque si tratta di una semplice tattica: meno fanno, meno rischiano.
In risposta a A livello locale la lega non di Mensch Ärgerdi…
Solo per correttezza: LIno
Solo per correttezza: LIno Banfi è stato nominato dalle 5*.
Tutto vero e ampiamente
Tutto vero e ampiamente prevedibile. Ma le critiche di chi fino a ieri ha fatto lo stesso veramente non si possono sentire. Sull'operato di Tommasini è inutile fare commenti, è più facile che sparare sulla Croce Rossa, mentre a Bizzo ricordo che mentre era assessore (in)competente all'informatica la catena di comando, per usare i suoi termini, è rimasta saldamente in mano al gruppo tedesco. Direttore di Ripartizione, Direttore e vicedirettore di Informatica Alto Adige...Nemmeno quando sarebbe stato possibile scegliere un direttore di ripartizione italiano (e di candidati di livello almeno pari a chi oggi riveste la carica ce n'erano eccome - non che ci volesse molto per altro...) non è mai stato fatto nulla. Un assessosarato assolutamente inutile il suo da quel punto di vista, addirittura drammatico se invece si guarda quello che è stato poi fatto concretamente, sempre ammesso lo abbia deciso lui perché è chiaro che la "mente" era un'altra.
Peccato, ha sprecato un'occasione per tacere.