Politica | Potere al Popolo

Carofalo, Viola Carofalo

Intervista alla portavoce di Potere al Popolo, che sarà stasera a Bolzano per discutere di 'Donne e Politica' insieme a Lidia Menapace: "Continueremo la lotta diretta".
Viola Carofalo
Foto: Potere al Popolo

Oggi pomeriggio alle 17 la Sala di rappresentanza del Comune di Bolzano ospiterà un incontro del nuovo movimento della sinistra radicale Potere al Popolo, nato dalle esperienze del centro autogestito dell'ex ospedale psichiatrico Je so pazz di Napoli. Gli ospiti saranno Viola Carofalo, portavoce del movimento e Lidia Menapace: 93 anni, partigiana e candidata al Senato per le elezioni politiche per le fila di Pap, che di recente ha anche raggiunto l'approvazione del famoso regista inglese Ken Loach. Argomento di discussione della serata? Donne e politica.

 

salto.bz: Viola Carofalo, lei è la portavoce del suo movimento e quando i giornali le chiedono di presentarsi dice sempre scherzosamente "ce le ho tutte", cosa intende?

Viola Carofalo: Ho 37 anni, sono napoletana, faccio la ricercatrice all'università e insegno filosofia. Donna, precaria e del Sud. Insomma: ce le ho tutte!

Come ha fatto il suo movimento a nascere così in fretta, a pochi mesi dalla campagna elettorale?

Alcuni, tipo Roberto Fiore di Forza Nuova (il segretario, ndr), ha addirittura azzardato che noi fossimo finanziati da George Soros! A parte gli scherzi: non ci finanzia nessuno e la nostra forza sono state le molte assemblee che sono sorte spontaneamente dai territori e soprattutto il lavoro e le attività che le varie basi del movimento fanno tutt'ora localmente su una base di valori condivisi. Potere al Popolo è stata un'esigenza.

Lei ha parlato di varie "basi" del movimento. Alcune delle componenti che avete messo insieme sono fatte per restare in un progetto unico o crede che alcune possano essere temporanee? Penso ai vari Partiti Comunisti che si fondano e si sciolgono ogni anno...

Come dicevo la nostra forza è proprio la rete che siamo riusciti a costruire, da molte realtà partitiche come Rifondazione Comunista a semplici attivisti che lavorano sul territorio, nei quartieri. Un'altra forza è la nostra autonomia, quella di tutti.

Come sono stati scelti i vostri candidati alla Camera e al Senato? C'è stata una selezione interna?

Abbiamo scelto i nostri rappresentanti solamente attraverso le assemblee territoriali e siamo orgogliosi di affermare che il 52% dei nostri rappresentanti - io non sono candidata - è donna. Questo lo dico perché la legge elettorale prevede le quote rosa, che non ci siano disparità. Tuttavia molte candidate sono sparpagliate in molti collegi, così da potersi dimettere da alcuni per far entrare i loro successori uomini, se i collegi andassero a loro. Le nostre candidate invece, lo sono in un collegio per volta, sono candidature effettive.

 

Carofalo (Potere al Popolo): "Vogliamo essere dei rompiballe, vogliamo parlare del paese reale", per Fanpage.it

Siete gli unici a voler revocare gli accordi con il Vaticano, i Patti Lateranensi, con annessa abrogazione dell'Articolo 7 della Costituzione, è curioso...

Noi siamo convintissimi che questo si debba fare per affermare ancora una volta un forte principio di laicità, nonostante come movimento è ovvio che sosteniamo la libertà religiosa in tutte le sue forme. La cultura italiana è fortemente intrisa di cattolicesimo e questo negli anni ci ha dovuto anche far lottare in modo piuttosto duro per affermare alcuni diritti oggi indispensabili, dal divorzio all'aborto e penso anche alla ricerca scientifica.

A proposito di diritti civili, molti elettori di centrosinistra sono orientati nel votare +Europa di Emma Bonino, che a quanto pare potrebbe prendere molti volti da parte dei delusi del Partito Democratico e soprattutto del Partito Democratico a direzione Renzi. Sui temi dei diritti andate di pari passo, su quelli economici siete all'antitesi.

Sinceramente io non capisco chi voterà la Bonino. Avrò cattive compagnie ma per ora non ho incontrato nessuno, nonostante i sondaggi la diano a una buona percentuale, poi bisogna vedere. Quelli di +Europa sono diametralmente opposti alla nostra visione delle cose. Noi diciamo che bisogna redistribuire la ricchezza, loro che bisogna stringere ancora di più la cinghia, dicendo che i soldi non ci sono. Noi diciamo che i soldi ci sono eccome ma bisogna decidere il modo in cui questi soldi vengono spesi.

Continuiamo con discorso sull'Unione Europea: Nicola Fratoianni ai lettori di Salto disse che sull'Europa avete argomentazioni piuttosto ambigue, dicendolo di voi e dei 5stelle e che è inutile che Pap faccia la guerra a Liberi e Uguali e perciò lui in persona non ne parlerà male.

Beh, a quanto pare si è subito contraddetto! Noi crediamo che l'esperienza di Liberi e Uguali sia in diretta continguità con quella del Partito Democratico, quello della Legge Fornero. Sono convinta che LeU sia anche piena di attivisti di sinistra che sono molto vicini alle nostre posizioni ma Liberi e Uguali in un modo o nell'altro confluiranno di nuovo nel PD, ne sono sicura. Siamo distanti, questo rispondo a Fratoianni.

E quindi sull'Unione Europea qual è la vostra posizione? Riportare sovranità agli stati? Potrebbe non sembrare un discorso esattamente di sinistra, no?

Ma infatti noi non parliamo di sovranità o di riportare sovranità all'Italia per la retorica del "amiamo il nostro paese e quindi abbasso l'Europa". Però dall'altra parte non morirò per l'Unione Europea e quindi vanno riviste molte cose, a partire dal pareggio di bilancio che crea disuguaglianze, a causa della mancata possibilità per un paese di fare più investimenti o dare più sussidi. Abbiamo una serie di vincoli sulla questione migranti i quali sono assurdi, penso al Trattato di Dublino: allucinante. La questione è quella della partecipazione democratica e popolare all'Unione Europea, che non si dovrebbe limitare al voto per il parlamento. Ci batteremo per un'Europa solidale.

 

Rai
Agora Potere al Popolo, per Rai

Di recente lei ha chiamato i rappresentanti di Casapound e di Forza Nuova "quattro provoloni" in una trasmissione di Rete4, per poi andarsene lasciando una copia della nostra Costituzione sulla sedia. Non è la prima volta, prima li ha chiamati anche "cretini". Crede sia una strategia giusta combattere così il fascismo moderno?

In realtà non c'è stata nessuna scelta strategica da parte mia per affrontare questo tipo di persone, è stata una scelta dettata dal cuore, per così dire. Ma c'è anche un motivo più ragionato, ovvero che quelli di Casapound e Forza Nuova, sono sì pericolosi e rappresentanti di idee spregevoli, le più spregevoli che siano mai state concepite nella storia dell'uomo ma bisogna ricordare che sono anche quattro sfigati maschietti che devono sempre mostrare i muscoli per chissà quale problema di compensazione. A livello psicanalitico.

I rappresentanti del governo secondo lei parlano poco dei movimenti neofascisti o non nei termini in cui vorreste che fosse affrontato il tema?

Di sicuro vanno affrontati con la cultura e non con la violenza. Ma io credo che i rappresentanti del governo parlino moltissimo di questi movimenti per usarli come deterrente, per mostrare alla popolazione che in realtà in Italia c'è bisogno solamente di una forza rassicurante. Basta pensare al nostro ministro dell'Interno, Marco Minniti, che non nella stessa forma ma nella sostanza, dice la stessa cosa dei neofascisti e di Salvini: "Stop Invasione". Anche nel centro o centrosinistra ci si dichiara salvatori della patria.

 

Di recente è saltato fuori un punto molto controverso. Lei, infatti, avrebbe detto che applicherebbe volentieri il "Modello Maduro", ovvero il modello venezuelano, all'intera Italia, come fonte d'ispirazione. La notizia è circolata in fretta e varie testate l'hanno riportato in termini molto duri, penso per esempio al "Foglio" di Claudio Cerasa. Smentisce?

Non smentisco ma chiarifico. Ho rilasciato un'intervista a un giornale argentino di settore, un giornale che si occupa solo di politica e in particolar modo di modelli politici. Quello che ho detto al giornalista argentino non è che avrei voluto portare il "Modello Venezuela" in Italia con tutte le sue conseguenze: ovviamente no! Si stava discutendo di modelli politici e quello venezuelano, che idealmente è costituito da piccole comunità, piccoli centri di rappresentanza, potrebbe essere un modello esportabile in un paese come il nostro. Così si costruire la democrazia dal basso, non chiediamo i clic ma la partecipazione delle comunità. Insomma, nessun "Modello Maduro".

Se Potere al Popolo non dovesse superare la soglia di sbarramento del 3% alle elezioni politiche, crede che il vostro movimento possa continuare a presentarsi a ogni appuntamento elettorale e cercare di entrare nelle amministrazioni locali?

Okay, prendiamo per assurdo che non dovessimo entrare [ride], e che non superassimo la soglia di sbarramento. Per quanto riguarda la nostra presenza alle elezioni siamo presenti in Lazio e in un municipio di Genova per ora, per le amministrative. Quello che continueremmo a fare a prescindere è lavorare sul territorio, continuare a lottare come attivisti o come associazioni, partiti e liste. Insomma, continueremo a fare quello che abbiamo sempre fatto e in autonomia sui territori, questo è molto importante per noi. Infatti non è detto che il nostro lavoro prosegua esclusivamente attraverso la democrazia rappresentativa e quindi attraverso il solo parlamentarismo ma anche attraverso la lotta diretta.