Politica | Santnerpasshütte

“Dolomiti vendute a 27mila euro”

Paul Köllensperger presenta i due esposti alla Procura e alla Corte dei Conti sull'operazione Rifugio Passo Santner: “Il Catinaccio svolge una funzione pubblica”.
Rifugio Passo Santner, Catinaccio, Rosengarten
Foto: bianca wedam

"È un doppio scempio: in primis la costruzione di un albergo di tre piani, un capannone ad alta quota. Ed è strano investire così tanti soldi in un rifugio, che non è una miniera d’oro. Prima o poi ci si arriverà in funivia, magari al posto della teleferica di trasporto materiali?”. Poi “c’è la vendita del terreno circostante, anziché affidarlo in concessione. Demanio e patrimonio provinciale hanno autorizzato la vendita e stabilito il prezzo irrisorio. Infine c’è stata la delibera di cessione del terreno da parte della Giunta provinciale. Tutta l’operazione è quantomeno sospetta”. Paul Köllensperger, consigliere provinciale del Team K, non usa mezzi termini. Vuole vederci chiaro sull’ampliamento monstre del Rifugio Passo Santner sul Catinaccio, che tanto fece discutere nel 2022 dopo l'inchiesta di salto.bz. “Un’operazione sospetta”, ripete, “visto che il proprietario della Santnerpasshütte è Stefan Perathoner, rappresentante dei rifugisti privati nell’HGV nonché l’Obmann della SVP di Siusi e già consigliere comunale di Castelrotto”, lo stesso circondario del Presidente della Provincia Arno Kompatscher.

 

 

Dubbi sui tempi

 

Il Team K ha depositato due esposti riguardo l'intera operazione di ampliamento del rifugio Santnerpass, alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti: “Balza subito all’occhio come il Perathoner, nel maggio 2018 , abbia acquistato per 460mila euro il vecchio rifugio in legno (su una superficie di 200 metri quadrati) e la teleferica, quando la Giunta provinciale ha ceduto per soli 27.450 euro il terreno attorno di ben 900 metri quadri, quasi cinque volte tanto. Sono solamente 30,5 euro al metro quadro, di una particella trasformata da fondiaria a edilizia”. “È inoltre decisamente improbabile (se non impossibile) che un imprenditore dotato di un minimo di raziocinio decida di investire 460.000 Euro senza avere la ragionevole certezza del buon esito del proprio progetto imprenditoriale che richiedeva necessariamente l’escorporazione dal demanio, la vendita della particella nonché l’approvazione dell’ambizioso progetto edilizio”, sottolinea il Team nel suo esposto.

Lo scandalo più grande è vendere le Dolomiti, ma lascia di stucco anche il prezzo di vendita

 

Dubbie, secondo il Team K, sono anche le tempistiche dell’operazione di compravendita. Come si legge nell’esposto presentato da Köllensperger alla Procura, “a guardare le date dei singoli passaggi, suggeriscono che si tratti di una vendita concordata e quindi sospetta. La domanda di acquisto presentata dal privato è infatti datata 19 ottobre 2018, ma già due settimane prima (in data 2 ottobre) l’Agenzia Demanio provinciale aveva emesso il proprio parere positivo alla escorporazione di 900 m2 proprio dalla p. f. 1096/1 CC Tires dal patrimonio indisponibile foreste. Pochi giorni dopo, con esemplare tempismo, perveniva alla Giunta la domanda di acquisto della società Judith + Stefan Perathoner Snc”.

 

 

“Catinaccio come il Colosseo”

 

Fino al 2019 l’intera particella fondiaria 1096/1 del comune catastale Tires (ovvero pressoché l’intero gruppo del Catinaccio con una estensione totale di 5.195.271 metri quadri ovvero oltre 519 ettari) essendo inserita nel patrimonio indisponibile della Provincia autonoma di Bolzano “assolveva necessariamente una precisa pubblica funzione”, scrive Köllensperger nel suo esposto. Nel giugno 2019, però, quei 900 metri quadri “a giudizio della Giunta provinciale avevano perso tale funzione pubblica per cui potevano essere (e venivano effettivamente) escorporati dal patrimonio (…) e venduti ai privati”. “Ma – ribadisce l’esposto – quei 900 metri quadri da oltre un secolo hanno sempre svolto e ancora oggi svolgono la medesima funzione dei restanti 519 ettari, cioè costituire un monumento naturalistico per il godimento paesaggistico della popolazione, esattamente come accade per ogni paesaggio tutelato. Asserire che il Catinaccio non viene utilizzato per fini istituzionali è come dire che il Colosseo o gli scavi di Pompei o le tombe etrusche non vengono utilizzati per fini istituzionali”.

 

 

Quel “più” sparito

 

La legge provinciale n. 2/1987 prevede inoltre che “I beni immobili appartenenti al patrimonio indisponibile, che non siano più utilizzati ai fini istituzionali, sono dichiarati disponibili con le modalità previste nel comma precedente”. L'avverbio “più”, per il Team K, “rappresenta un evidente ostacolo alla sclassifica e vendita” ma “viene del tutto omesso dalla motivazione della citata delibera di Giunta n. 484 dell’11 giugno 2019. Cosa è cambiato, allora, nel caso del terreno in questione, rispetto all’utilizzo precedente?” ci si domanda nell'esposto alla Procura.

 

 

Nella delibera però “si dichiara e perentoriamente che quell’angolo di Catinaccio ‘non viene usato per fini istituzionali’, una formulazione manifestamente vaga e perfino fuorviante rispetto alla chiara formulazione letterale della legge; come se i componenti della Giunta non sapessero che la vendita di un bene pubblico indisponibile presuppone un “prima” e un “dopo”, una funzione istituzionale prima esistente poi non più presente”. “Non posso motivare la vendita con l’argomento che un pezzo delle Dolomiti non abbia più fini istituzionali, perché altrimenti chiunque potrà acquistare un pezzo di Dolomiti. O non hanno mai avuto scopo istituzionale, oppure ce l’hanno tuttora: non possono sostenere che l’abbiano perso”, commenta Paul Köllensperger. Il Catinaccio, ricorda il consigliere, è Parco naturale, Patrimonio Unesco, Natura 2000, “ha tutte le tutele del mondo quella zona. Privatizzarlo è una follia”.

 

 

Il Team K ha portato nella terza commissione del Consiglio provinciale un disegno di legge (poi bocciato dalla maggioranza) che chiudeva a possibili interpretazioni in favore dei privati “se la vendita è in contrasto con l’interesse pubblico, in caso di proprietà demaniali con interesse culturale, storico, artistico, paesaggistico o ecologico, in particolar modo se si tratta di terreni sotto tutela”, che sia internazionale come l’Unesco o locale come i Parchi naturali. “La Volkspartei ha motivato la bocciatura del ddl con il rischio di non poter più rettificare i confini catastali. Assurdo”, conclude Paul Köllensperger, “quando chiediamo solo di non vendere le Dolomiti, un patrimonio naturalistico sotto tutela”.

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Dietmar Nußbaumer Gio, 02/23/2023 - 21:03

Der Santnerpass-Klettersteig ist eh überlaufen und gefällt mir nicht besonders. Aber es werden immer mehr Ziele verhunzt, auf die ich nun verzichte. Hoffentlich sind die Trientner gescheiter und lassen die Hütte von meinem Lieblings-KS so wie sie ist.

Gio, 02/23/2023 - 21:03 Collegamento permanente