“Perché non arrivare a scuole materne bilingui?”
In questi giorni le cronache cittadine hanno dato spazio a un caso sollevato da un comitato spontaneo di genitori (zusammen / insieme per il Kindergarten): la mancanza di posti nelle scuole materne di lingua tedesca nel popoloso quartiere Don Bosco, con numerosi bambini rimasti esclusi dalle strutture presenti nel quartiere. Il comitato ha avuto un colloquio con l’assessore comunale competente Judith Kofler Peintner e come è andata ce lo racconta Helene Weber, una delle tre mamme che rappresentano il comitato.
Dopo la mancata ammissione dei vostri bambini cosa avete fatto?
Ne abbiamo discusso tra noi genitori e abbiamo deciso di autorganizzarci, creando una pagina Facebook, studiando la questione e rivolgendoci quindi agli uffici competenti: il Comune per le strutture e la Provincia per i criteri di ammissione. In Comune ci è stato spiegato che non sono in grado di prevedere di anno in anno il bilanciamento delle sezioni tra italiane e tedesche, bisogna attendere le iscrizioni e solo dopo è possibile intervenire per ovviare ai problemi. Ma il trend è lo stesso già da anni, secondo noi si possono fare previsioni attendibili per organizzarsi preventivamente. Riguardo invece ai criteri di ammissione – di competenza della Provincia – la normativa prevede che siano la data di nascita e la residenza e quindi i genitori sono liberi di decidere se mandare i figli in una scuola italiana o tedesca. Ma se l’iscrizione è libera ha ancora senso distinguere tra materne italiane e tedesche? Perché non arrivare ad asili bilingui?
Come è andato il recente incontro tra i rappresentanti del vostro comitato e l’assessore comunale Peintner Kofler?
Le soluzioni non sono a portata di mano, purtroppo. L’assessore ha proposto di aprire una sezione tedesca nella scuola materna di Firmian, dove inizialmente ne erano previste solo di italiane. Si tratterebbe però di uno spazio trovato solo nell’asilo nido, arredato e pensato per bambini più piccoli.
Una prima soluzione per tamponare l’emergenza…
Sì, ma c’è un punto importante dal quale non possiamo prescindere. Non ci è stata garantita la continuità didattica che per noi è fondamentale e viene anche prima rispetto a quale scuola ospiterà i nostri figli: preferiamo affrontare il disagio di doverci spostare in un’altra zona della città, ma i compagni e le maestre devono rimanere gli stessi per tutto il percorso. Nelle materne italiane questo diritto è garantito – e quindi se dei genitori accettano un posto poi sono sicuri per tre anni che tutto resti più o meno uguale – lo stesso dovrebbe accadere per chi frequenta l’asilo tedesco. Ne discuteranno in Giunta comunale, vedremo.
E sul medio-lungo periodo?
In via Bari si parla da una decina d’anni di realizzare un centro scolastico tedesco, ma i tempi resteranno probabilmente lunghissimi. A Casanova la scuola materna con sezioni tedesche e italiane sarà pronta nel 2016/17. Si potrebbe poi ristrutturare il Maria Heim, ma la proprietà dell’immobile non è del Comune oppure togliere la palestra per ricavarne lo spazio per una nuova sezione, ma naturalmente ci sarebbero molte controindicazioni ed è quindi una soluzione sconsigliabile.
Qual è l’offerta in quanto a scuole materne nel quartiere Don Bosco?
Il Maria Heim è l’unica struttura davvero ideale. C’è poi una piccola scuola materna in via Resia, ma è molto piccola e il Neubruchweg ha una sola sala al piano terra di un condominio, una soluzione non ottimale quindi. L’offerta è tutta qui e il risultato è che, almeno inizialmente, una cinquantina di bambini sono rimasti esclusi dalle iscrizioni per il prossimo anno scolastico del Maria Heim e se pensiamo che la capienza di questa struttura è di 75 bambini… Ma il problema è peraltro più ampio: in tutta la città sono circa cento i bambini rimasti esclusi dalle scuole materne tedesche.
Quando nasce il problema?
Al quartiere Don Bosco si sono nel tempo aggiunti i rioni Firmian e poi Casanova. Il numero delle sezioni italiane nelle scuole materne è cresciuto con la costruzione della struttura a Firmian, quelle tedesche invece sono rimaste invariate. Ma anche qui il problema è più ampio: il comprensibile e crescente desiderio da parte dei genitori italiani di iscrivere i propri figli nelle scuole tedesche ha ulteriormente complicato la situazione, oltre al fatto che i cittadini extracomunitari optano in prevalenza per le sezioni tedesche.
Può esporre il suo caso specifico?
Ho iscritto mio figlio più piccolo al Maria Heim, ma è rimasto escluso malgrado sia nato nel marzo del 2010 e quindi all’inizio del prossimo anno scolastico avrà tre anni e mezzo! Ci sono bambini che si sono visti respinti consecutivamente per due anni e quindi non parliamo di neonati…
E adesso?
Il prossimo incontro sarà in sovrintendenza con l’ispettrice e la direttrice dell’Ufficio scuole materne per discutere i criteri di ammissione.
Asili bilingui!
per me solo questa è la soluzione.
In risposta a Asili bilingui! di Maximilian Ben…
Speriamo!
Speriamo!
Realitàtsfern?/Realitàtsfremd?
Damit dann bei einer Mehrheit von italienischsprachigen, zweisprachigen und auslàndischen Kindern nur mehr Italienisch in einem "zweisprachigen" kindergarten gesprochen wird? nein, danke. Das passiert nàmlich schon jetzt bei "rein deutschsprachigen" Kindergàrten...
In risposta a Realitàtsfern?/Realitàtsfremd? di tom tuli
Ich respektiere natürlich alle, die
ihr Kind in einen monolinguistischen (deutschsprachigen) Kindergarten schicken wollen. Gleichzeitig würde ich aber auf die Barrikaden gehen, wenn es zweischprachigen Familien (oder italienischen Familien) verboten würde, ihre Kinder in einen deutschsprachigen Kindergarten zu schicken. Aber Herr Tom, mal ganz ehrlich, glauben Sie wirklich, dass die Sprachentwicklung dieser deutschsprachigen Kinder gefährdet ist? Ich glaube eher, dass diesen Kinder ein unbefangener italienischer Sprachumgang "geschenkt" wird. Die Kinder können doch in der Schule die Spracheben vertiefen. Aber bitte, doch erst nach Kindergarten UND Grundschule!
Ich befürchte eher, dass die Prädominanz des Dialekts in Südtirol unsere deutschen Sprachkenntnisse beeinträchtigt. Ich mag den "südtrioler" Dialekt, aber er sollte in der Familie und Freizeit gesprochen werden. Nicht im Kindergarten oder gar Schulen.