Politica | L'intervista/2

“Areale? Già costruibili 400 alloggi”

Seconda parte dell'intervista all'urbanista Peter Morello, candidato con Restart Bz. “Mi arrabbio quando sento che per avviare i lavori bisogna aspettare 10 anni. Ci sono già la variante urbanistica e pure il piano di attuazione, si può partire subito”
peter morello
Foto: Andy Odierno/SALTO
  • (continua)

    Morello, nella prima parte dell’intervista abbiamo cercato di mettere in luce quelli che secondo lei sono gli aspetti positivi della proposta di legge “sull’abitare” della Giunta provinciale. Veniamo alle critiche.

    Peter Morello: In generale ci voleva un maggior coordinamento tra urbanistica e edilizia abitativa. Nel 1972 fu creata una riforma della casa molto positiva, che prevedeva che tutte le nuove zone fossero di espansione, che fossero ripartite tra edilizia agevolata (60%) ed edilizia privata (40%). La parte agevolata veniva espropriata a metà prezzo e assegnata a chi ne aveva bisogno per costruirsi la prima casa o all'Ipes. Nel 40% destinato all’edilizia privata il 60% doveva essere convenzionato, quindi quello che rimaneva libero era il 16% . È quello che adesso i costruttori ripropongono come edilizia libera. La legge ha funzionato bene e in 50 anni nelle aree di edilizia agevolata a livello provinciale è stato così possibile realizzare circa 8 mila alloggi pubblici e quasi 28 mila alloggi agevolati. L'Ipes aveva 4.000 alloggi prima del 1972, adesso ne ha quasi 14.000. Con i contributi pubblici erogati dalla Provincia è stato finanziato l’acquisto di quasi 45 mila alloggi e il recupero di 31 mila alloggi (prima casa). Adesso il tema non è solo prevedere nuove zone e se vogliamo ridurre il consumo di suolo si devono poter mettere in circolo anche aree dismesse. Se un soggetto pubblico, quindi la provincia, volesse davvero promuovere più il recupero del patrimonio edilizio esistente e il riuso di aree dismesse dovrebbe renderlo conveniente rispetto alle aree nuove e quindi ridurre il peso fiscale e gli oneri di qualunque tipo e nello stesso tempo dovrebbe forse dare anche dei contributi non solo a enti senza scopo di lucro perché questo succeda. 

    Qualche esempio nel capoluogo che non siano le caserme Huber di via Druso che non si ha idea di quando passeranno alla Provincia.

    Fino ad ora lo Stato liberava caserme nelle valli in cambio di alloggi per i militari a Bolzano. Per quanto riguarda le caserme di via Druso dove si possono realizzare 250-300 alloggi si parla comunque di un accordo che sarà firmato non prima del 2028. Altri esempi sono aree ed edifici dismessi e/o sottoutilizzati che possono entrare in gioco. Tra questi possiamo citare Zona artigianale di via Druso o la Zona di completamento ai Piani (ex Eder). Se le zone di proprietà privata sono però difficilmente attivabili, quelle di proprietà pubblica possono costituire un’offerta concreta. Si tratta di edifici come il palazzo della Regione in via Duca d’Aosta (circa 20 alloggi), quello in piazza università (circa 30), gli ex telefoni di stato in Corso Italia (circa 30), le strutture chiuse ai Bagni di Zolfo, la casa del giovane lavoratore a S. Geltrude (circa 52).

  • Areale ferroviario: Nella parte antistante ai Mercati generali secondo Morello si potrebbe già costruire Foto: Comune di Bolzano
  • Lei ha partecipato fin dall’inizio all’operazione Areale ferroviario, come vede questo incredibile silenzio pluriennale delle istituzioni coinvolte?

    Sì, ero nel gruppo Comune-Provincia-RFI 2000-2003 e fin dall’inizio si era trovata una bozza di intesa abbastanza avanzata contemporaneamente all’approvazione dei lavori per il Tunnel del Brennero. Dopo il concorso di progettazione vinto da Podrecca sembravano esserci le condizioni per partire in tempi ragionevoli con un unico grande investitore e invece siamo arrivati al 2025 e nel frattempo molte cose sono cambiate, compresa la realizzazione del Waltherpark, che di fatto imporrebbe di rivedere le parti in cui erano previsti spazi commerciali e alberghi. Adesso si parla di possibile acquisto delle aree da parte della Provincia, di aumento dei costi per la nuova stazione, ma ho l'impressione che tutto resti fermo anche perché nessuno se ne occupa veramente. Ma con l'emergenza abitativa che c'è quella è un'area troppo importante per lasciarla ferma. La stessa Società Arbo è rimasta in piedi solo formalmente. La cosa che non condivido è che ogni volta si dice che prima di dieci anni non si può fare nulla. Ma ciò è assurdo. Nell’area dove adesso il Comune ha almeno ottenuto la possibilità di concedere lo spazio ad associazioni potrebbero essere realizzati 400 alloggi. Ci sono già la variante urbanistica e il piano di attuazione approvati. Cominciamo da lì, il resto verrà. Basterebbe individuare le aree necessarie per il cantiere e predisporre un cronoprogramma per comparti da realizzare in successione. La Provincia potrebbe pagare le aree a stati di avanzamento del progetto ferroviario e della nuova stazione e in cambio ricevere le aree che si libereranno.  Non è affatto necessario aspettare la realizzazione del passante ferroviario Bronzolo – Ponte Gardena, due binari per il transito dei treni merci in Stazione ci sono già oggi.

    Per Bolzano nella nuova legge sono previste misure particolari? Il suo studio sul fabbisogno di Bolzano è stato tenuto in un cassetto dall’ex vicesindaco Walcher per quattro anni e una cosa che stupisce nella legge è che non si parli da nessuna parte del fabbisogno complessivo di alloggi, non ci sono obiettivi numerici e temporali.

    Sì, anche io mi sarei aspettato che questa riforma fosse più esplicita sull'obiettivo principale. A questo scopo una analisi del fabbisogno sarebbe stata utile, perché avrebbe chiarito quanti e quali alloggi serviranno nei prossimi 10-15 anni. Secondo l’analisi che abbiamo fatto per il comune di Bolzano la città necessitava e necessita di circa 4 mila alloggi da qui al 2035-2040. A livello provinciale se sommiamo la previsione di crescita delle famiglie e le domande in graduatoria dell’IPES possiamo stimare che ne servano circa 20 mila. Il problema principale è che dal 1970 al 2020 i nuclei famigliari sono raddoppiati, sono 100 mila in più. Una legge sulla casa dovrebbe porsi l’obiettivo di immettere sul mercato un numero molto alto di abitazioni in affitto, non ulteriori case da acquistare. E abitazioni adatte a nuclei famigliari molto più piccoli e a prezzi che non siano superiori al 30% del reddito. A Bolzano ormai abbiamo un prezzo medio di 5 mila euro al metro quadro commerciale, quindi se uno pensa a un alloggio di 70-80 metri quadri netti va a spendere cifre troppo alte rispetto ai redditi. Trovo veramente importante che nella discussione in consiglio provinciale si chiarisca la stima del fabbisogno e si fissino gli obiettivi chiari di cosa si vuole raggiungere e soprattutto come. Quanti alloggi, di quali dimensioni e dove? Certo vanno evitate a tutti i costi norme in contrasto con i principi di risparmio di suolo e salvaguardia del paesaggio come la re-introduzione dello “Stadelgesetzt”, che dà la possibilità di utilizzare i volumi dei fienili dismessi. Negli ultimi decenni spesso da un fienile si sono fatte anche cinque casette a schiera o cose simili e il contadino era addirittura incentivato a mollare l'attività per vendere il fienile. 

     

    Il piano di sviluppo dovrà avere un ampio processo partecipativo e  produrre un confronto con l’Amministrazione provinciale e la collaborazione con i comuni confinanti 

     

    Quale è la sua opinione sul nuovo quartiere denominato "via Roma"?

    Quando con Sbetti abbiamo fatto il Masterplan abbiamo ragionato a lungo sulla parte “alta” della zona industriale e avevamo immaginato che una parte delle aree su cui è previsto questo nuovo “quartiere” potesse divenire residenziale., Quindi non vedo male l’idea in sé, legittimamente proposta da imprenditori privati. Quello che manca è che la politica si sieda ad un tavolo e tratti per trovare le soluzioni che siano positive per la città. 

    Con un grave ritardo il Comune è arrivato ad assegnare l’incarico per la realizzazione del programma di sviluppo urbanistico. Come valuta l’operazione?

    Con la nuova riforma urbanistica provinciale del 2018 anche il comune di Bolzano deve portare ad approvazione il Programma di Sviluppo Comunale Territorio e Paesaggio (PSCTP).  Il PSCTP è costituito da quattro programmi relativi allo sviluppo dell’insediamento, del paesaggio, della mobilità e del turismo, che dovranno coordinarsi e convergere in un Masterplan di indirizzo delle scelte politiche ed amministrative per i prossimi 10 anni. La delimitazione dell‘area insediabile ne costituirà uno dei risultati principali, dando al comune una maggiore autonomia nell’esercizio delle sue competenze.  Il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS), il Piano del verde, il Piano sociale e il Piano d'Azione per l'Energia sostenibile e il Clima (PAESC) elaborati e approvati dall’amministrazione della scorsa consiliatura sono un buon punto di partenza. Sono però rimaste ferme e si sono aggravate le questioni relative all’urbanistica e in primo luogo al problema della casa.  Il PSCPT è l’occasione per aggiornare i piani fin qui elaborati, per potenziarne l’efficacia grazie al coordinamento obbligatorio previsto per superarne la settorialità. Uno strumento obbligatorio da elaborare con un ampio processo partecipativo e che deve produrre un confronto con l’Amministrazione provinciale e la collaborazione con i comuni confinanti per affermare il ruolo di città capoluogo con la conseguente predisposizione di risorse  finanziarie adeguate in tempi certi.

    Case e strada oltre via Resia: favorevole o contrario?

    Nel Masterplan avevamo previsto una fascia che congiungesse Casanova con Firmian, anche l’Ipes ha un terreno in quella zona. Non arriverei però fino all'Adige. Avevamo invece avanzato l’ipotesi di un rafforzamento dell’insediamento residenziale di Ponte Adige ottimamente servito dalla ferrovia per Merano e dal Metrobus. Sono favorevole a tutte le misure di sostegno della mobilità alternativa ma non escluderei a priori una strada parallela a via Resia. 

  • Lo studio

    Due anni fa Peter Morello ha concluso per l'ASTAT un lavoro di ricerca sulle Politiche abitative degli ultimi 50 anni in Alto Adige. Una fonte molto preziosa di dati, tanto che Morello dieci giorni fa è stato chiamato per un'audizione nella commissione del consiglio provinciale che ha affrontato l'esame del disegno di legge sull'abitare presentato dalla Giunta. Come già evidenziato, fra le slide della presentazione power point che includiamo in fondo particolarmente significativa quella che evidenzia come negli ultimi decenni il consumo di suolo a Bolzano sia stato della metà inferiore percentualmente rispetto al resto del territorio provinciale; ed anche quella che evidenzia come 26 case su 100 in Alto Adige negli ultimi 50 anni sono state costruite nel verde agricolo. 

  • Foto: screenshot
  • Di seguito la presentazione effettuata da Morello in consiglio provinciale. 

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