Politica | Verso il 25 maggio

In Olanda non sfondano gli euroscettici

Un exit poll eseguito nei Paesi Bassi annuncia che l'avanzamento degli euroscettici, almeno in quel paese, non ci sarà. Possibile che questo risultato si confermi anche a livello continentale?

In Italia, come in gran parte degli altri paesi europei, le elezioni si tengono tra due giorni. Ma c'è chi, altrove, ha già votato, come ad esempio in Gran Bretagna e in Olanda. E proprio dai Paesi Bassi giunge una notizia, appresa mediante la tecnica degli exit poll, che sembra sconfessare una delle tendenze generali più accreditate, quella cioè di un vero e proprio boom dei cosiddetti partiti “euroscettici”. Ne fornisce un esempio il PVV (Partito per la Libertà), formazione capitanata da Geert Wilders, fortemente ostile alla moneta unica e  dato nei sondaggi precedenti il voto addirittura come il probabile vincitore.

 

Il servizio pubblico di radio e televisione olandese (NOS) ha diffuso giovedì i suoi exit poll definitivi: il dato più significativo è il risultato deludente del Partito per la Libertà (PVV), della destra populista e apertamente euroscettico, che si pensava potesse competere per diventare il primo partito: secondo gli exit poll il PVV è sceso dal 17 per cento delle ultime europee del 2009 al 12,2 per cento, risultando essere il quarto partito. Questi dati vanno ovviamente presi con molta cautela, anche se all’estero gli exit poll sono generalmente più affidabili di quanto siano stati in Italia nel recente passato.

Il flop del PVV non è ovviamente un indicatore sufficiente per certificare l'esistenza di un trend “europeista” anche nel resto del continente, rappresenta comunque il segno di una situazione che si dimostrerà, forse, più contraddittoria del previsto.

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