Cronaca | Dati Astat

Lavoro ce n'è poco. A Bolzano ancora meno.

Nel capoluogo l'occupazione va peggio che nel resto della provincia.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

Nel passato le persone hanno lasciato la campagna per trovare lavoro e fortuna nella città; essa offriva infatti un’economia più moderna e più dinamica e quindi più posti di lavoro. Non è questo il caso della provincia di Bolzano dove la città capoluogo ha un tasso di disoccupazione del 70% superiore a quello medio del resto del territorio (un 6,6% contro un 3,9%) secondo i dati 2014 pubblicati ieri dall’Astat. Con tendenza al peggioramento (primo trimestre 2015). Se si considera inoltre come i cittadini extracomunitari, presenti significativamente a Bolzano, abbiano un tasso di disoccupazione del 22% e se si somma assieme anche la sottooccupazione di molti professionisti, artigiani, commercianti e partite Iva, allora il quadro è ancora più fosco. E per il futuro c’è una sola certezza: non sarà più il “posto in Provincia” o il “posto in Comune” a salvare la situazione. Lo potrà fare solo l’impresa privata creando lavoro con i suoi investimenti, la sua innovazione, la sua disponibilità al rischio. A patto che la nuova Giunta Comunale ne sia convinta e operi per favorire nuove iniziative economiche in cittá. Altrimenti la maglia nera nella classifica provinciale dell’occupazione non ce la toglie nessuno. Il tutto a spese dei bolzanini disoccupati.

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Pino G. Mar, 06/23/2015 - 17:49

In risposta a di Gabriele Di Luca

Il Campostrini di ieri resterà insuperabile. Ha tirato fuori gli studi della UIL sul lavoro che manca a Bolzano abbellendo l’articolo con la foto del progetto Kaufhaus. Geniale! Non è che l’ultimo atto dell’ex presidente del circolo cittadino, prima dell’annuncio della giunta. Già oggi è apparso più equilibrato. Dopo la faticosa campagna in via Volta possono rifiatare…

Mar, 06/23/2015 - 17:49 Collegamento permanente
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Massimo Mollica Mar, 06/23/2015 - 16:57

In una frase: moriremo tutti!
Scherzi a parte, che vi sia una discrepanza tra la periferia è il centro lo si avverte, ma è tutta un'altra storia rispetto alle altre realtà italiane.
Ora c'è da chiedersi del perché di questa differenza. A mio avviso bisogna spingere di più sulla formazione e sulla conoscenza del tedesco (oltre che sulla cultura...). Questo non può nascere solo da un'iniziativa politica ma ci dev'essere una predisposizione da parte della gente.
Quello che, secondo me, potrebbe fare il comune, l'ho proposto alle ultime elezioni. Non invento nulla ma guardo quello che succede a Monaco di Baviera (si legga Germania). Si crea un ufficio comunale, in stretta collaborazione con la provincia, che segua passo passo le nuove aziende o attività commerciali. Quindi chi vuole aprire un negozio o portare qui la sua azienda verrà seguito burocraticamente, tagliando sia la burocrazia stessa sia i tempi che intercorrono dalla domanda allo startup.

Mar, 06/23/2015 - 16:57 Collegamento permanente