Politica | Europa

“Un voto di pancia, purtroppo”

Ecco come Davide Burattin, cervello in fuga altoatesino, sta vivendo la giornata del referendum britannico sulla Brexit.

Davide Burattin è nato in Alto Adige nel 1973. Di mestiere è Art director in graphic design. 
Si è laureato all’ISIA Urbino in Grafica nel 2002 dopo di che a Formia in provincia di Latina ha fondato Cactustudio e Editoriaragazzi (portale web e agenzia letteraria per autori e illustratori per ragazzi). 
Da cinque anni Burattin si è trasferito a Londra dove gestisce il progetto Cactuseed.

salto.bz: Qual è il clima a Londra? 
Davide Burattin - La situazione è assolutamente incerta e penso che fino all’ultimo staremo a guardare cosa succederà. Ognuno ha le sue ragioni ed i sondaggi dicono che più o meno le due posizioni si equivalgono dal punto di vista numerico. 
In ogni caso l’onda nazionalista e populista sta caratterizzando tutto il mondo occidentale e ci sono delle similitudini rispetto a quanto accadde prima della seconda guerra mondiale, con il forte desiderio di uscire da una grave crisi. La cosa interessante è che ora questo meccanismo coinvolge nazioni come gli Stati Uniti e l’Inghilterra, e personaggi come Trump e Farage. Insomma: tende a prevalere la paura. 

Ma il referendum può davvero essere una soluzione a questi problemi? 
Il tutto non dovrebbe essere affidato ad un referendum. La gente non è in grado di prendere queste decisioni, ma di fatto oggi abbiamo a che fare con un dualismo: da una parte i politici e dall’altra i cittadini insoddisfatti. Con questi ultimi che inevitabilmente votano di pancia in un contesto in cui è la retorica a comandare. Il meccanismo del consenso tende a premiare i politici che semplificano all’estremo la loro analisi della realtà. Insomma: se io dico tutti fuori dall’Inghilterra, allora tanti dicono “sì, che bello”. 

Come vive la situazione il Davide Burattin ‘italiano’? E come la vive il Davide Burattin ‘altoatesino’? 
La Gran Bretagna è un isola in mezzo al mare così come l’Alto Adige è un isola in mezzo alle montagne. In effetti il Regno Unito assomiglia all’Alto Adige perché è una terra ricca (grazie al sostegno dell’Italia), che però da sempre fa la voce grossa contro l’Europa. Così come l'Alto Adige fa la voce grossa contro l'Italia. E’ una specie di lotta contro sé stessi.

In effetti nella giornata odierna nei servizi giornalistici molto spesso si sentono i cittadini britannici a favore dell’uscita che parlano dell'Europa come di un qualcosa di cui non hanno mai fatto parte…
In realtà la Gran Bretagna è uno degli stati che hanno fondato l’Europa e finora è anche stata in effetti uno dei 2/3 paesi che hanno deciso in che direzione dovevano andavare le cose. Eppure… 
Se si vuole cambiare bisognerebbe farlo dall’interno, no? E’ come mollare una partita di calcio perché la stai perdendo. 
In merito anche un’altra opinione piuttosto radicale...

Quale?
Votare di pancia in un referendum è come giocare a testa o croce. In merito alle cose che riguardano il futuro non dovrebbero votare quelli che hanno più di 50 anni. Un settantenne nazionalista che abita in un paesino non dovrebbe avere voce in capitolo. 

Buona parte della Gran Bretagna vuole uscire dall’Europa. Ma poi deve fare anche i conti con ampie porzioni del suo territorio che invece vogliono uscire dal Regno Unito. L’eventuale successo della Brexit non rischia di innescare poi un effetto a catena in grado di ritorcersi sull’integrità stessa della Gran Bretagna?
In realtà il processo è da sempre e solo interno. Il trono di Elisabetta è appoggiato su una pietra scozzese, il che dice tutto. Ma come succede anche in Italia con la Lega, attraverso uno strano meccanismo si preferisce sempre dare la colpa di tutto ‘all’esterno’. Perché è più semplice. 
In Italia è più facile dare la colpa alla crisi globale, piuttosto che pensare al fatto che metà del PIL se ne va in corruzione e mafia. 

Davide Burattin a Londra è straniero sia in quanto Italiano che in quanto altoatesino. Ultimamente in Gran Bretagna si registra una maggiore ostilità nei confronti degli immigrati?
La situazione è completamente diversa tra Londra e il resto dell’Inghilterra. La capitale è quasi uno stato a sé. Infatti penso che la maggior parte di quelli che votano per restare siano quelli più informati e che con l’estero ci lavorano. L’atteggiamento ostile si registra man mano che ci si allontana da Londra, in territori dove tra l’altro ci sono molti meno stranieri. La gente che lavora in campagna è contro l’Europa perché ce l’ha con le sue regole. Non capiscono che le regole sono anche positive e non solo negative. Così com’è capitato con la mucca pazza, quando l’Europa ha imposto che gli animali non venissero più alimentati con quel tipo di mangime. 
Poi tendono a non pensare al fatto che con persone come me in realtà la Gran Bretagna in realtà guadagna un laureato formato gratis in Italia. Va inoltre ricordato la Gran Bretagna ha un atteggiamento molto diverso tra gli immigrati che provengono dai paesi del Commonwealth, rispetto ai quali esiste quasi un senso di colpa, e tutti gli altri immigrati ‘più recenti’. 

Come andrà a finire?
A Londra ci sono 8 milioni di abitanti, ma ce ne sono molti di più fuori dalla capitale. E quelli che hanno paura sono proprio coloto che non hanno conosciuto veramente l’immigrazione e che la vedono a Londra solo in tv. Quindi…