Società | Rassegna stampa

Il Sudtirolo è una monarchia fondata sul lavoro

Regole più restrittive per contenere i sussidi di disoccupazione, medici braccati dal cronometro e il Sudtirolo come paradiso fiscale, questi i titoli dei quotidiani di oggi
Marcia Ortisei contro il traffico
Foto: Othmar Seehauser

Quasi coincidono stamani i titoli scelti dal Corriere dell’Alto Adige e dal Dolomiten come apertura delle loro edizioni: “Disoccupati, regole severe”, “Arbeitslos: Land wird strenger”. Durnwalder dixit: “Ci sono tanti disoccupati che non cercano lavoro. In futuro prenderà il sussidio solo chi collaborerà attivamente”. Aumentando la disoccupazione, la preoccupazione della Giunta è quella che si moltiplichino anche i “furbetti”. Per questo saranno introdotte forme più rigide di controllo e l’imposizione, per chi non ha o perde il lavoro, di accettare qualsiasi tipo d’impiego, pur di alleggerire le casse pubbliche dall’ingrato compito di sostenerlo in una fase d’inerzia. Toni duri. Appena smorzati da un’intervista all’assessore Roberto Bizzo, che ovviamente ci tiene a buttare subito acqua sul fuoco: “Nessuno sarà penalizzato, anzi”. Ironia della sorte, per la gioia dei suoi lettori filo-monarchici, il Dolomiten dà in prima pagina anche grandissimo rilievo alla nascita del figlio di William e Kate: uno che in vita sua forse non lavorerà mai, ma riceverà ugualmente il sussidio di disoccupazione più ricco del mondo. 

“Medici contro il cronometro”, questo invece il titolo più in evidenza dell’Alto Adige. Ieri, all’ospedale San Maurizio, si sono riuniti i medici del sindacato Anaao che avevano aderito alla protesta nazionale. Blocco e mancato pagamento degli straordinari, congelamento del turn over, ritmi di lavoro sempre più stressanti, carenza di personale, precariato e nebulosa riforma del territorio, queste alcune delle lamentele avanzate dal personale medico. Provvedimento particolarmente odioso, l’introduzione del sistema Sp Expert, escogitato per controllare l’orario, limitando così la spontaneità degli interventi.

La Tageszeitung, infine, si riferisce a uno studio dell’associazione Confcommercio e titola “Steuerpararadies Südtirol”. L’Alto Adige sarebbe dunque un’oasi fiscale, giacché in nessun altro posto, almeno in Italia, si paga così poco di Irap, Irpef e Imu. Tabelle comparative e numeri stanno lì a dimostrarlo. O meglio, starebbero. Visto che mai come in questo campo i numeri, che raccontano la realtà, non incidono sulla percezione della stessa, che così tracima spesso nell’immaginazione.