La frutta brutta non si butta
Anche l’occhio vuole la sua parte. Ma di questi tempi è inopportuno avanzare pretese e i capricci non piacciono a nessuno. Lo sa bene la Intermarché, la terza più grande catena di supermercati francesi, che ha avuto un’idea fruttuosa (appunto): mettere in vendita tutta quell’ortofrutta che viene quotidianamente scartata perché ammaccata e quindi non esteticamente invitante per i consumatori. “Inglorious Fruits and Vegetables” è il nome della campagna che celebra i difetti “fisici” di frutta e verdura evidenziandone la qualità, indubbiamente alta quanto quella della loro attraente controparte. L’iniziativa incoraggia inoltre l’Unione europea ad agire contro lo spreco alimentare che, tradotto in numeri, si assesta sui 300 milioni di tonnellate di cibo gettato via ogni anno.
A metà aprile, dunque, per due giorni, la promotrice della campagna Marie Sophie Ferté ha riservato nel suo punto vendita Intermarché Super di Provins (Seine et Marne, Francia) un’intera sezione alla frutta e verdura deforme – ma anche a succhi e zuppi ottenuti da questa varietà “disabile”– al 30% in meno con tanto di degustazioni per scongiurare ogni scetticismo. Il risultato? L’area è stata presa d’assalto con una media di 1,2 tonnellate di alimenti ortofrutticoli venduti e aumentando del 24% il “traffico” del supermarket.
Il merito va indubbiamente anche alla creativa campagna pubblicitaria dell’agenzia Marcel e del fotografo Patrice de Villiers che con piglio ironico hanno realizzato spot e poster in cui campeggiano i prodotti imperfetti accompagnati da slogan come: “La patata brutta, eletta Miss Puré 2013”, “La carota brutta, nella zuppa a chi importa?”, “Una mela grottesca al giorno toglie comunque il medico di torno”, e così via. È il gusto che conta. Prendiamo appunti e impariamo.