Illegali non sono più i palestinesi
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Ora gli illegali non sono più i solidali e gli attivisti che da mesi protestano con manifestazioni e presidi in moltissime città del mondo, chiedendo libertà ed autodeterminazione per Gaza e per tutti i palestinesi. Illegali diventeranno invece i governi dei paesi membri delle Nazioni Unite, se continueranno nelle loro condotte di sostegno politico, militare ed economico ad Israele.
E illegali non sono nemmeno più gli studenti che in tante città del mondo hanno occupato le loro università, anche al prezzo di denunce ed espulsioni, chiedendo la fine delle collaborazioni tra i loro atenei e le aziende di Israele. Illegali diventeranno invece gli atenei che non interromperanno queste collaborazioni.
Ma prima di tutto e soprattutto: illegali non sono più i palestinesi che chiedono di poter restare nelle loro case e nelle loro terre, e la fine dell'occupazione e degli abusi.
Illegale è loo stato di Israele, con la sua politica coloniale di occupazione permanente di territori che secondo il diritto internazionale non gli spettano. Illegale è la sua politica di apartheid nei confronti della popolazione palestinese.
La sentenza della Corte internazionale di giustizia dell'Aja del 20 luglio parla chiaro e non può essere ignorata né fraintesa. Una sentenza che potrebbe davvero cambiare le cose per i palestinesi se i governi
di tutto il mondo mettessero in atto le misure concrete che la sentenza prevede.
La corte chiede infatti ai paesi terzi di interrompere ogni collaborazione politica, militare ed economica con Israele che possa sostenere quest’ultimo nelle sue politiche coloniali e che possa essere utilizzata per mantenere l’illegittima occupazione israeliana. E stabilisce anche l’obbligo, per i paesi terzi, di cooperare per porre fine all’occupazione
La corte internazionale di giustizia ha riconosciuto ciò che la popolazione palestinese grida al mondo da decenni e ciò che denunciano le associazioni internazionali: l’occupazione militare israeliana di Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme est è illegale.
È un’annessione di fatto -afferma la corte- che ha generato un regime di apartheid e di segregazione razziale. E deve finire subito: “Israele ha l’obbligo di porre fine alla sua presenza nei territori occupati as soon as possible”.
Tutte le misure prese ad esclusivo beneficio del paese occupante e a detrimento della popolazione palestinese devono cessare “il più presto possibile“.
Quindi: la costruzione di colonie e il trasferimento della propria popolazione nel territorio occupato, il riconoscimento degli insediamenti messi in piedi dai coloni, il doppio standard legale, le confische di terre e la demolizione di case palestinesi, il trasferimento forzato della popolazione occupata, il furto di risorse naturali: tutte queste misure prese ad esclusivo beneficio del paese occupante e a detrimento della popolazione palestinese devono cessare “il più presto possibile“.
Non solo: “Israele ha l’obbligo di fornire una piena riparazione per i danni causati dai suoi atti illeciti. La riparazione comprende la restituzione, il risarcimento e/o la soddisfazione, ovvero la restituzione delle proprietà, lo smantellamento del muro e delle colonie, la fine di tutte le politiche volte ad alterazioni demografiche, il ritorno dei palestinesi il cui diritto all’autodeterminazione non può essere soggetto ad alcuna condizione, perché inalienabile”.
Dove la riparazione non fosse possibile deve risarcire i danni. Qualcuno ha ancora qualcosa da aggiungere?
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Non gli Stati Uniti né l'Unione europea, che per il momento non reagiscono, come se questa sentenza non riguardasse direttamente le loro politiche di sostegno incondizionato ad Israele. E non mettesse in discussione la legittimità delle loro forniture di armi a Israele.
Le reazioni da parte del governo israeliano sono state come sempre sprezzanti e arroganti: non stiamo occupando nulla che non ci appartenga, la corte internazionale di giustizia è antisemita, ci saranno ritorsioni contro le Nazioni unite. Del resto questi politici non riconoscono il diritto internazionale, ed è sul diritto divino che basano la loro pretesa di sovranità sui territori. E continuano ad aggredire. Intanto i palestinesi…
Nonostante questa sentenza sia completamente dalla loro parte, i palestinesi di Cisgiordania continuano a subire le violenze dei coloni , dell’esercito e della polizia: uccisioni, ferimenti, arresti arbitrari.
E per i palestinesi di Gaza, ormai da nove mesi sotto il fuoco incessante dell’esercito israeliano le condizioni di sopravvivenza non sono mai state così dure. La pressione militare è sempre piu forte, i bombardamenti si sono intensificati di numero e potenza distruttiva, provocando ondate di uccisioni di massa.
Da poco gli Stati Uniti hanno sbloccato una fornitura di bombe da 500 e da 2000 libbre, inizialmente sospesa in quanto la loro potenza distruttiva era stata considerata eccessiva per un utilizzo in una zona sovraffollata come Gaza. Ora evidentemente non lo è più.
Solo nelle ultime settimane sono stati bombardati diversi campi profughi e almeno otto scuole delle Nazioni Unite dove trovavano riparo centinaia di persone, famiglie, bambini…Le scuole e i campi bombardati si trovavano nelle zone indicate da Israele come sicure. Sicure per morire.
In una sola settimana 530 i civili uccisi e centinaia i feriti. Tutto ciò con un sistema sanitario al collasso, in cui i pochi ospedali ancora funzionanti fanno fatica ad accogliere e curare le centinaia di feriti gravi che arrivano ogni giorno. Per non parlare della malnutrizione, dei morti per fame e dell’ alto rischio di epidemie. Recentemente è stata segnalata la presenza del virus della poliomielite nelle acque di Gaza.
Gli appelli ed i racconti degli operatori umanitari rimasti a Gaza sono disperati e raccontano una realtà agghiacciante.
Cosi come gli ultimi dati raccolti e pubblicati da una commissione indipendente delle Nazioni unite. Si riferiscono ad un mese fa e da allora sono continuati ad aumentare:
37202 uccisi
di cui 15694 bambini 498 operatori sanitari 150 giornalisti
10 mila dispersi
84932 feriti
350 mila malati cronici senza terapie
17 mila bambini orfani di almeno un genitore 5 mila arrestati
79 mila tonnellate di esplosivo sganciate da Israele su un territorio di 360 chilometri quadrati, giorno e notte, ininterrottamente da nove mesi.
Anche Il Lancet, prestigiosa rivista scientifica, ha recentemente pubblicato un articolo, spiegando che al numero di morti e dei dispersi attuali bisogna aggiungere le morti indirette che si verificheranno nei prossimi mesi e anni: per malattie, soprattutto infettive, per la distruzione delle infrastrutture sanitarie, la carenza di cibo, acqua potabile e medicine. Nei conflitti recenti tali morti indirette sono da tre a quindici volte superiori a quelle dirette. Applicando una stima prudente Lancet calcola che, se la guerra finisse adesso, circa 186 mila decessi potrebbero essere attribuiti all’attuale conflitto. Ciò vuol dire lo sterminio del 7,9% degli abitanti della striscia di Gaza.
Cos’altro deve succedere affinché per tutti sia davvero troppo? Non potremo mai sostenere di non aver saputo. Ed avevamo promesso di non ripetere.
Vielen Dank für diesen…
Vielen Dank für diesen Artikel. Diese Nachricht wäre ansonsten an mir vorbei gegangen. Befürchte jedoch, dass das Gutachten des IGH Israel nicht zur Umkehr bewegen wird und die anderen Länder es auch nicht als bindend betrachten werden.
Es gab nie einen 7. Oktober,…
Es gab nie einen 7. Oktober,
es gibt keine israelische Geiseln,
aber vor allem: es gibt keine Hamas, die dies alles zu verantworten hat.
Nein, eine Hamas gibt es nicht.
Gäbe es eine Hamas, wäre diese im umfangreichen Artikel mit Sicherheit genannt.
Es gibt auch keine Allianz, die Israel vernichten wollte und vernichtet hätte, hätten die Amerikaner nicht einen 2. (!!) Flugzeugträger ins östliche Mittelmeer geschickt.
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(Es gibt auch keinen Iran, keine Hisbhollah, keine Huthis, keinen Putin).
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Zum eigentlichen Thema, das im Artikel mit dem aktuellen Konflikt seit dem 7. Oktober vermengt wurde:
https://www.freiheit.org/de/igh-urteil-setzt-israel-weiter-unter-druck
Was hat der Internationale Gerichtshof (IGH) entschieden?
Dr. Michaela Lissowsky: Am Freitag, den 19. Juli, hat der IGH eine sogenannte Advisory Opinion, zu Deutsch ein Rechtsgutachten, über die rechtliche Bewertung der Situation in den palästinensischen Gebieten veröffentlicht. Ausschließlich diese Situation war Gegenstand der völkerrechtlichen Bewertung - nicht etwa der Überfall der Hamas am 7. Oktober auf israelische Zivilisten oder der aktuelle bewaffnete Konflikt in Gaza.
In risposta a Es gab nie einen 7. Oktober,… di Peter Gasser
Ich denke in der westlichen…
Ich denke in der westlichen Presse findet man genug Berichte über die Gräuel der Hamas, wobei gerne die Verbrechen Israels ausgeklammert werden. Täter und Opfer sind anscheinend nicht wie Schwarz oder Weiß, so wie es manche gerne sehen würden.
In risposta a Ich denke in der westlichen… di K V
Manche sind wahre Meister in…
Manche sind wahre Meister in Ausklammern: Ukraine, Corona, Gaza... alles was nicht in der eigenen, persönlichen Sichtweise hineinpasst wird ganz einfach ausgeklammert.
In risposta a Ich denke in der westlichen… di K V
Apprendo oggi da alcuni…
Apprendo oggi da alcuni media che Meloni e Mattarella hanno incontrato Isaac Herzog: nei loro colloqui tante espressioni di solidarietà ma non una parola su quanto sta succedendo a Gaza! Se questo fosse vero sarebbe veramente vomitevole! Quindi i soliti noti perdoneranno l'autrice di questi importanti articoli su Gaza, visto che chi potrebbe e DOVREBBE fare pressione a livello internazionale per fermare il massacro di decine di migliaia di INNOCENTI sta vergognosamente zitto/a!!
In risposta a Es gab nie einen 7. Oktober,… di Peter Gasser
"Es geht bei dem…
"Es geht bei dem Gutachtenverfahren um Israels Besatzungspolitik der vergangenen Jahrzehnte. Konkret gemeint sind mit den besetzten Gebieten der Gazastreifen, das Westjordanland und Ost-Jerusalem."
https://www.tagesschau.de/ausland/asien/israel-igh-besatzung-korri-100…
Nicht der 7. Oktober und auch nicht der aktuelle Krieg sind Gegenstand des Gutachtens, aber die israelische Politik in Gaza scheint doch mit einbezogen zu sein, was natürlich auch auf den Krieg abfärbt.
In risposta a "Es geht bei dem… di K V
Die "besetzten" Gebiete sind…
Die "besetzten" Gebiete sind nicht besetzt, sondern "umstritten", da diese vorher KEINE Staatlichkeit aufweisen konnten. Wir erinnern uns, die pälastinensischen Araber wollten 1948 keinen eigenen Staat gründen, weil sie zuerst den zeitgleich gegründeten Staat Israel im Verbund mit anderen arabischen Staaten vernichten wollten und dieses Ziel bis heute aufrechterhalten.
Diese Gebiete wurden in Folge dieser Angriffskriege der arabischen Allianz von den Israelis erobert und besetzt (wobei wie gesagt, diese vorher kein Staat waren) und bis heute beansprucht. Die arabischen Palästinenser also ohne Staatlichkeit auch nur Anspruch auf diese Gebiete erheben können, wie Israel auch( umstritten).
Detail am Rande: Im neu gegründeten Staat Israel wurde den palästinensischen Arabern die israelische Staatsbürgerschaft angeboten (also keineswegs vertrieben), welche viele annahmen. Bis heute leben im Staat Israel ein Viertel Palästinenser, Tendenz steigend. Diejenigen, die diese Staatsbürgerschaft damals nicht wollten verließen das Gebiet (auch weil ihnen von der arabischen Allianz die Rückkehr nach der Vernichtung Israels versprochen wurden). Das sind die "Flüchtlinge" in weiß nicht wie vielter Generation, die etwa im Gazastreifen leben und dort, obwohl seit 2005 kein Jude mehr dort lebt, sich der Hamas angeschlossen haben, die damals schon als Terrororganisation eingestuft war. Das Ziel Israel zu vernichten bleibt aufrecht.
Im jetzigen Fall Gaza: Wenn man endlich die Geiseln freilassen würde, dann würde man sich vieles ersparen. Aber man zeigt sich in bewährter Manier als Opfer der "bösen" Israelis die nichts weniger verlangen als ihre Staatsbürger zurückhaben zu wollen.
In risposta a Die "besetzten" Gebiete sind… di Milo Tschurtsch
Nicht besetzt sondern…
Nicht besetzt sondern umstritten.... echt fantastisch wie man alles nach Lust und Laune interpretieren kann. Und das seit 80 Jahre.
https://peacenow.org.il/en/state-land-declaration-12000-dunams
Ich möchte sehen wenn hier bei uns, oder in den USA jemand einen Staat neu gründen möchte...
Purtroppo un articolo…
Purtroppo un articolo pubblicato ultimamente su Lancet stima un numero di vittime decisamente più alto.
E comunque la sentenza non cambierà un bel niente, essendo Israele il 51. Stato degli USA e di conseguenza possono continuare a fare quello che stanno facendo da 80 anni! E come al solito "il vecchio continente", zerbino di Washington, sta a guardare. Pardon, si gira dall'altra parte per non vedere.
Milo Tschurtsch, Sie…
Milo Tschurtsch, Sie schreiben einen typischen Artikel der pro-israelischen Propaganda. Alles was Sie schreiben, ist so realitätsfern, dass mehr kaum möglich ist. Vieles ist das genaue Gegenteil von der Realität. Alles ist eine groteske Lüge, aber nicht Sie lügen, Sie schreiben ja nur ab. Die Verantwortlichen sind diejenigen, welche solche Märchen seit Jahrzehnten mit voller Absicht verbreiten.
Werte Frau Zambai, Vielen…
Werte Frau Zambai,
Vielen Dank für Ihren Artikel. Ihre gut recherchierten Beiträge geben denjenigen Lesern, die sich bezüglich der schrecklichen Situation im Gaza-Krieg und über die untragbaren Zustände im Westjordanland über den von den Mainstream-Medien gebotenen Berichten hinaus informieren möchten, die Möglichkeit, eine ausgewogenere und realistischere Meinung über die unmenschlichen Zustände, denen das Palästinensische Volk ausgesetzt ist, zu bilden.
Jeder Mensch, der in einem Krieg sein Leben verliert, ist einer zu viel! Vor allem die vielen tausend Kinder, die im Gaza-Krieg schon gestorben sind, die verstümmelt sind, die ihre Eltern verloren haben und die durch die grausamen Geschehnisse für den Rest ihres Lebens traumatisiert sind, lassen einem sprachlos und ohnmächtig zurück.
Die Regierungen des „Globalen Nordens“ haben bis jetzt, mit einigen wenigen Ausnahmen, außer ermahnende Worte, keine Taten gesetzt, um diesen grausamen Krieg und die untragbaren Zustände im Westjordanland zu beenden. Der globale Norden, der immer wieder bei anderen Ländern „Moralapostel“ spielt, ist gerade dabei, durch sein Schweigen das letzte bisschen Glaubwürdigkeit zu verlieren.