Tutte le donne di Barack

Louise Gnekill e Barbionda Rispetto, la vera storia di una rivalità nata per colpa di Sant'Oronzo
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

Louise Gnekill, che sapeva quando fosse difficile avere a che fare con il Megapresidente, Aloisius Superbauer preferirì mettere un controllo su Barak. Gli mise accanto Miss Heidi e sotto la scrivania gli mise una stagista  che gli strizzava palle ogni volta che Barack diceva qualcosa di non concordato. Quando andava al partito i compagni gli dicevano di essere più cattivo e lo spin doctor Massimo Capestro gli rifilava ogni volta un calcio nelle palle sostenendo che le regole nazionali prevedevano che il segretario del partito dovesse essere costantemente allenato a parare i colpi bassi.

 

Nel palazzo del governo le cose non andavano meglio. Barbionda Rispetto e Toro Vitelloni, grandi rivali di Louise, complottavano contro di lui per convincere Superbauer a dargli un ministero senza portafoglio e senza segretarie.  Barak però non si fece gabbare e ottenne corona di alloro simbolo della comunità crucca, un superministero potenziato, 4 consiglieri, 7 spin doctors, 8 segretarie, 27 megadirettori, 34 facenti funzioni, due auto blu (una con autista sordomuto e l'altra guidata da un tassista romano che raccontava tutto il tempo barezzellette sconce) , 1200 funzionari e 65 fancazzisti che venivano equamente ripartiti tra tutte le ripartizioni.

 

Entrò nel governo anche Barbionda che alle elezioni aveva superato di un soffio Ramberto il Bizzoso che aveva scalzato il suo fantino poco prima del traguardo.

 

Molto si è detto e molto si è scritto di come sia nata la rivalità tra Louise e Barbionda. Ci sono tre teorie. Secondo Mauro Corones, anziano presidente del club Alpestre, le due ragazze si erano scontrate sulla famosa pista di Passo Rolla e uno sci di Barbionda aveva mozzato la calotta cranica di Louise compromettendone irreparabilmente la crescita in statura.

 

Altri sostengono invece che lo scontro avvenne sul finire degli anni 70 nel kollettivo femminista madame de Kollontè durante un seminario sul “Il maschilismo inizia dalla lingua” che degenerò in un'infuocata discussione sull'introduzione dei sostantivi femminili per definire gli incarichi di governo (presidenta, assessoressa, professora, comandanta, segretariessa)

 

Ma la teoria non regge o comunque è avvenuta una riappacificazione visto che quando Louise andò a palazzo nominò Barbionda plenifunzionaria. Esperta in corsi di formazione e balli di gruppo, Barbionda fece fatica ad adattarsi alle quattro ore di riunione mattutina, rispose anche alle martellanti chiamate di Louise durante i corsi di tarantella ma nel luglio del 2005 la situazione degenerò. Dopo essersi allenata tutto l'inverno Barbionda non vedeva l'ora di partire per la famosa sagra di Sant'Oronzo, un mese di tarantelle, olio di oliva, pesce alla griglia, friselle coi pomodorini, faveecicoria, spaghetti alle vongole, marraciani chini, il tutto a due passi dalla famosa spiaggia di acqua limpida dominata da una formazione rocciosa  venerata da pellegrini di tutto il mondo raffigurante il santo nell'atto di sbracarsi al sole. Toro aveva già caricato i bagagli in macchina e controllato e ricontrollato che tutto fosse al posto giusto. Le baffe di pancetta da scambiare con l'olio, gli gnocchetti agli spinaci da barattare con la salsa di pomodoro.

 

Barbionda stava scendendo quando arrivò una telefonata di Louise.

“Ciao Barbi avevo bisogno di una cosetta”.

Intuendo la banana, Barbionda mentì.

“Sono in autostrada” disse.

“Ma come? Mi ha appena chiamato il messo che ti ho mandato, so che sei in casa. Ti darà una settantina di delibere urgenti che devo far firmare al presidente lunedì. Passale agli uffici”. Le intimò.

“È venerdì pomeriggio, sono le quattro. A palazzo non ci sono manco più i custodi”.

Stava cercando una scappatoia, più o meno legale ma Louise era come un pitbull. Quando ti aveva preso non ti mollava più.

“Sono l'unica che lavora qui dentro?” E si stava arrabbiando.

“Falle fare a Heidi” disse Barbionda spazientita.

“Non posso, lo sai che adesso abbiamo la riunione. Ringhiò. Devo programmarle il lavoro per la notte. Altrimenti come faccio domani Eh? Me lo dici come cazzo faccio domani?” Louise era proprio furiosa.

“Ti attacchi al cazzo.  E adesso me vado in ferie e me ne sto via un mese. E tu non mi scassi le balle  perchè mi sono fatta un mazzo così per tutto l'anno e decido io quando andare perchè sono una megadirigente e non una fottutissima operaia precaria che deve andarsene in ferie ad agosto quando le autostrade sono intasate di stronzi e i prezzi sono tutti più alti. E me ne strafotto se tu non fai le ferie, non vai dal parrucchiere, non ti fai mai una sauna e non trovi nemmeno il tempo di sciacquarti le ascelle. Io voglio vivere.

Avrebbe voluto dirle tutto questo, ma Barbionda si fermò in tempo. Doveva pensare in fretta ad una soluzione per tirarsi fuori da quella situazione. In piazza risuonò un clacson. Anche Toro stava perdendo la pazienza.

 

Con l'avvento delle nuove tecnologie tra gli esseri umani è nata un'arte che consiste nell'imitare perfettamente il suono che emette un telefono cellullare nel momento in cui il campo comincia a mancare. In quell'occasione Barbionda sfoderò una prestazione che meriterebbe di essere descritta in un manuale e simulò un'interferenza in modo così verosimile che a Louise restò sempre il l'atroce dubbio. “Mi stava pigghiando po culo? Che minghia voleva dire bzzz o a o zzttzzt eria ptzfzz ando zztzzt emi e ti bzwt toni ccrk ndm kkrh dala bzzt tona ghe tut tut tut?” Da allora Louise non si fidò più di Barbionda che divenne la sua acerrima rivale. #ciaointanto