Politica | Riforme

La Regione rinvia i cambiamenti dello Statuto

Posticipata la discussione su quattro disegni di legge costituzionali. A inizio seduta scontro "di bandiera" Simoni-Knoll-Urzì.

In Consiglio regionale rinviata la discussione su quattro disegni di legge costituzionali. Si trattava del passaggio della legge elettorale dalla Regione alle Province, l'ampliamento della tutela delle minoranze per i ladini, una proposta di autonomia integrale, un nuovo procedimento per il cambiamento dello Statuto. Un rinvio chiesto dal presidente Ugo Rossi, allo scopo di portare in discussione tutte queste riforme all'interno di una riforma generale dello Statuto.

Un rinvio contro il quale si sono espressi sia Rodolfo Borga (Civica Trentina – Amministrare il Trentino) che Andreas Pöder (Team Autonomie-BürgerUnion). Il rinvio è stato approvato con 32 voti favorevoli e 21 contrari. Sempre sul tema è stata votata all'unanimità una mozione dei Freiheitlichen sul quale si chiede trasparenza sul memorandum che Kompatscher e Rossi consegnarono al presidente del Consiglio Matteo Renzi durante la sua visita “volante” in Regione del 5 maggio 2015. Rossi ha sottolineato come si tratti di un documento politico, che serviva per calendarizzare un percorso.

I lavori in piazza Dante a Trento sono partiti al mattino con una querelle sulle bandiere. Marino Simoni (Progetto Trentino), che prima di fare il consigliere provinciale era sindaco, segretario comunale e quindi presidente del Consorzio dei comuni, ha sottolineato un aspetto formale: perché non viene esposta la bandiera italiana sull'edificio della Regione? Benzina sul fuoco per Sven Knoll, che ha definito la richiesta inaccettabile e ha “attivato” Alessandro Urzì, che invece si è trovato sulla linea di Simoni.