Lo sgombero di Natale
Ma è ancora vero che semel in anno licet insanire? O ad esempio che a Carnevale ogni scherzo vale, che a Pasqua tenderemmo volentieri a risorgere o che a Natale, come ci insegnano dai tempi della scuola, tra regali, promesse e letterine, siamo tutti più umani o almeno tolleranti se proprio non vogliano scomodare la parola "buoni"?
Fatto sta che non nei manuali dei sostenitori dell'accoglienza ma negli stessi sacri testi della nostra tradizione l'indispensabilità di una pausa, di un respiro, di scendere per un attimo dalla normale e faticosa macchina della vita è molto presente, molto simbolica, molto sentita. Quasi connaturata all'essere umano, dalla notte dei tempi.
Tornando da una passeggiata bolzanina nei rigori dell'inverno, con ancora in terra un po' di ghiaccio residuo della nevicata di qualche settimana fa, accanto a Ponte Langer di macchine per la verità non se ne conta una. Ma due, tre. Macchine dei Vigili. Al di sotto, un capannello di persone.
Di questi tempi, di notte, la temperatura arriva a 7 gradi sotto zero; se poi aggiungiamo l'umidità del fiume, è lecito attendersi, in tanto rigore climatico, un gesto di vicinanza verso i senzatetto che dormono lì. L'illusione che si tratti di pacchi dono natalizi, o di un qualche genere di conforto, dura però solo pochi istanti. La discussione difatti si anima, diviene un po' concitata. Si contano in tutto una decina di persone, forse meno. Poi, su di un furgoncino della Seab, compare una ruspa.
No, non è un pacco di Natale: è lo Sgombero di Natale, copyright mondiale del Comune di Bolzano
No, non è un pacco di Natale: è lo Sgombero di Natale, copyright mondiale del Comune di Bolzano.
Nessun urgente visibile problema di ordine pubblico, nessuna visibile, urgente criticità. Nessun rischio che la vista di questi quattro (o cinque, o sei, non è la quantità il centro della faccenda) disperati rovini la digestione delle uvette e dei canditi degli imminenti, minacciosi panettoni delle Feste.
Però niente da fare anche alla vigilia di Natale lo sgombero non si ferma, la macchina non si ferma, non si può fermare. L'operazione prosegue anzi fino in fondo. Stamattina, Hannah Arendt potrebbe benissimo obiettare che nessuno ha il diritto di obbedire. Tuttavia, va detto, nemmeno gli stessi addetti all'operazione sembrano felici: "Eh, l'ingegnere ha deciso di farlo proprio oggi", dice un operatore a un collega. Qualche foto ad immortalare il tutto sembra doverosa; a quel punto un operatore chiede il documento per l'identificazione e in fondo anche lui fa il suo lavoro, in fondo è la conferma che ogni tanto il tesserino da giornalista a qualcosa serve.
Si dirà, e si dice, che il Comune fa bene a sgomberare. Fa bene perché esistono stanze riscaldate a disposizione dei senzatetto ma pochi ci vanno, che ci sono perfino posti negli alberghi, insomma servizi di accoglienza meravigliosi che a Bolzano esistono e che le altre città, signora mia, se li sognano. Si aggiunge, poi, che chi si ostina a dormire sotto i ponti ha qualcosa da nascondere, magari problemi con la legge.
Al contrario, la tesi opposta sostiene con forza che l'accoglienza in queste famose strutture sia troppo farraginosa, troppo difficile, troppo burocratizzata. O almeno non adeguatamente comunicata a chi ne ha bisogno.
Al contrario, la tesi opposta sostiene con forza che l'accoglienza in queste famose strutture sia troppo farraginosa, troppo difficile, troppo burocratizzata. O almeno non adeguatamente comunicata a chi ne ha bisogno. Sul tema, si sa, non è un mistero, non è una scoperta, esistono due fronti, nella società e nella politica, parecchio avversi e non comunicanti.
Tuttavia, se anche Bolzano (che può vantare una fitta rete di privati cittadini volontari e benemerite associazioni molto attive sul tema) fosse davvero il paradiso per chi ha bisogno, ecco atti come lo Sgombero di Natale, pensati e programmati in assenza di ogni elementare sensibilità riescono, in una sola manciata di minuti, a vanificare nell'immaginario ogni lavoro, ogni sforzo profuso. E per di più sotto il ponte recentemente intitolato a un campione della tolleranza e dell'apertura come Alex Langer , che invitava sempre, ostinatamente, a "provare a riparare il mondo". Chissà quanto occorrerà a riparare il mondo qui a Bolzano, dopo stamattina.
Es ist eine Schande!
Es ist eine Schande!
In risposta a Es ist eine Schande! di Michael Pernter
da gebe ich Dir zu 100% Recht
da gebe ich Dir zu 100% Recht. Nur leider juckt diese Schande politisch niemand, was die ganze Sache doppelt peinlich macht.