Economia | Brain drain

La fuga dopo l’università

Unibz: solo il 37% dei laureati stranieri e il 23% di quelli da tutta Italia resta in Alto Adige. Il problema dell’attrattività, i dati Ire e il meeting degli ex alunni.
industry_day_
Foto: Unipress

La gran parte degli studenti dell’università di Bolzano che provengono da fuori provincia (dal resto d’Italia o dall’estero) non si fermano in Alto Adige dopo la laurea. Il fenomeno, in parte fisiologico, fotografa però una carenza nella capacità attrattiva del territorio sudtirolese, che ha riflessi a livello formativo, economico e sociale. La questione emerge dai dati Almalaurea per il decennio 2008-2018 e quelli del sistema informativo Excelsior rielaborati dall’Istituto per la ricerca economica della camera di commercio di Bolzano. La tematica dell’attrattività del mercato del lavoro, precisa l’Unibz che ha diffuso l’indagine, sarà centrale anche durante il primo Alumni homecoming in programma il 4 aprile prossimo al Noi Techpark, l’evento che riunirà gli ex-studenti dell’ateneo. Non mancano in ogni caso gli elementi positivi. A un anno dal termine degli studi i laureati unibz che lavorano sono poco meno del 70%.

 

Chi va

 

Ecco i risultati più interessanti della ricerca che riguarda da vicino il brain drain, ovvero la fuga dei cervelli, “le risorse che se ne vanno” dal territorio. Più di due terzi dei laureati stranieri, sottolinea l’Ire, sono disposti a rimanere in Alto Adige dopo gli studi. Lo fa però solo il 37%. La situazione è simile per gli studenti provenienti da fuori provincia: il 73,2% sarebbe disposto a rimanere e il 23% vive ancora qui a un anno dalla laurea. Tra gli altoatesini, l’87% desidera rimanere, il 73% vive ancora in Alto Adige dopo il diploma (la descrizione è valida per quattro facoltà Unibz, esclusa Scienze della formazione).

 

E chi resta

 

Ci sono naturalmente coloro che vogliono rimanere. Ai laureati (tranne quelli di Scienze della Formazione primaria, non valutati dallo studio), emerge nell’indagine Ire, è stato chiesto se dopo gli studi sarebbero stati disposti a rimanere a lavorare in Alto Adige: ha risposto affermativamente quasi il 90% degli altoatesini, il 60% degli studenti stranieri e il 78% di quelli dal resto d’Italia. Esiste però una differenziazione tra i diversi corsi di laurea: oltre il 70% dei laureati alla Facoltà di Scienze e tecnologie vorrebbe costruire la propria carriera professionale in Alto Adige. Per i laureati in Design&Arti, questa percentuale si riduce al 35%.

 

La soddisfazione sul lavoro

 

L’indagine fa luce anche su altri aspetti, tra i quali il settore in cui gli ex-studenti mettono a frutto le loro competenze: nel periodo 2012-2017 il 79% dei laureati (esclusi quelli di Scienze della formazione primaria) ha lavorato nel settore privato, il 17% nel settore pubblico e il 4% nel settore non profit. I laureati stranieri sono mediamente più soddisfatti del loro lavoro (oltre il 95%) mentre tra gli altoatesini la percentuale è del 90%. Lo studio ha infine riportato la valutazione dei laureati sul contesto in cui hanno studiato: in una scala da 1 a 4, gli studenti sono stati particolarmente soddisfatti delle strutture sportive, dello possibilità di shopping e dei trasporti, e un po’ meno dell’offerta culturale e del sistema sanitario.

 

 

Cosa migliorare

 

“I numeri che emergono da questo studio sono estremamente interessanti per la nostra università perché dimostrano che esiste, tra i giovani preparati, la volontà di rimanere in Alto Adige”, sottolinea la presidente dell’ateneo Ulrike Tappeiner, “bisogna mettere a fuoco gli incentivi da sfruttare per trattenere i giovani preparati che vogliono perseguire una carriera qui da noi”.

Michl Ebner, presidente della camera di commercio, guarda al lato positivo: “Tra i laureati molti sono coloro che prendono in considerazione l’Alto Adige come un luogo di lavoro. Il potenziale per trattenerli da noi, c’è. Rendere sempre più profonda la collaborazione tra l’università di Bolzano e camera di commercio per avvicinare gli studenti alle aziende altoatesine è sicuramente un passo nella giusta direzione”.