Politica | Gli effetti dello scandalo

Pius, San Giorgio e il Drago

Cosa unisce un episodio della leggenda aurea allo scandalo delle pensioni d'oro? Uno scambio tra Pius Leitner e un utente della sua bacheca facebook ci fornisce qualche utile indicazione al riguardo.

Ieri (23 aprile) la Chiesa ricordava San Giorgio. Ognuno conosce, almeno per sommi capi, il racconto della Leggenda Aurea che lo riguarda. Il drago capace di uccidere col proprio fiato ogni persona lo avvicinasse, i sacrifici umani che gli abitanti di Selem gli tributavano per placarlo, la giovane figlia del Re, anch’essa finita nel paniere delle offerte al mostro, e poi San Giorgio, per l’appunto, che riesce a salvare la fanciulla e la città da quell’incubo.

Ma ieri anche Pius Leitner, l’uomo che ha guidato in tutti questi anni i Freiheitliche sudtirolesi a diventare il secondo partito del Sudtirolo, ricordava San Giorgio. Sul suo profilo facebook ha scritto: “Heute ist u. a. auch in Vahrn Kirchenpatrozinium, Fest des Hl. Georg. Den Namensträgern alles Gute! ”. Una formula d’augurio che però non si è risolta, come sarebbe accaduto in altri tempi, con una scia di commenti benevoli all’indirizzo dell'uomo politico devoto. Perché da quando lo scandalo delle “pensioni d’oro” è scoppiato ogni status pubblicato dai politici coinvolti, soprattutto quelli appartenenti a un’opposizione che si è rivelata molto più formale che di sostanza, interventi come questi sembrano fatti apposta per stuzzicare il drago della collera popolare. E infatti il drago era già lì, appalesatosi nelle sembianze di un tal Josef Kofler, lestissimo nell’indirizzare al povero Leitner queste parole: “Schamsch die net in dein dreking maul es wort Kirch einizunemme”.

Quando giungerà, in Sudtirolo, un altro San Giorgio a liberare le fanciulle politiche, ormai private della loro verginità, dal furore di questo drago? Intanto, sprovvisto di spada luccicante, Leitner ha mantenuto tuttavia la calma e ha invitato il feroce Kofler a rivisitare la parabola evangelica (“Wer ohne Fehler ist, der werfe den ersten Stein”). E dopo aver raccolto una cospicua porzione di “mi piace” è riuscito a rintuzzare l’attacco. Ma non c’è dubbio che alla prossima divagazione, al prossimo tentativo di spostare il discorso su argomenti che non ricordino a chi legge quello che è accaduto, ogni politico accederà alla propria bacheca con la spiacevole certezza che il pericoloso animale sia ancora là, pronto a balzare su di lui.