Economia | Crisi

La forza della terza età

Gli anziani hanno dato il loro contributo per rendere prosperosa questa terra. Scegliere tra salute e crescita economica per noi è inaccettabile.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale del partner e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
img-20200424-wa0009.jpg
Foto: AGB/CGIL

E, a differenza di tanti che oggi discutono se la priorità sia l’economia o la salute, fino a ipotizzare anche di sacrificare le persone anziane a favore del futuro dei giovani è intollerabile.

Ricordiamo a questi teorici che le generazioni passate hanno vissuto periodi difficili e fatto la propria parte di sacrifici a favore dei loro figli, che a prescindere da ulteriori considerazioni, sono cresciuti in un mondo migliore rispetto a quello che hanno trovato  loro. Ricordiamo bene come a partire dagli anni 60 la “Stille Hilfe für Südtirol” ha raccolto fondi all’estero per questa Provincia. Siamo tra le regioni più ricche dell’Ue ed è doveroso riconoscere agli anziani di oggi qualche merito.

Con rammarico dobbiamo constatare che non cambiano le logiche del passato nonostante esse siano una delle cause della crisi. Il mercato è diventato una forza che contrasta con gli interessi della maggior parte delle persone. Gli anziani sono sempre in prima linea per aiutare quella parte di persone, soprattutto giovani e precari, che sono le vittime di una visione del mondo e dell’economia sfuggita ormai di mano.

Essi si sacrificano tutt’ora a favore dei nipoti per aiutare i figli a lavorare, spesso impiegati in maniera discontinua e precaria e con le loro magre pensioni forniscono alla famiglia un sostegno nei momenti difficili. Facile fare prediche teoriche per chi ha avuto la fortuna di nascere in una famiglia benestante, o per chi non ha vissuto la perdita di una cara persona a causa di Covid-19. Avere genitori benestanti è  da sempre un buon viatico per una vita prosperosa!

E poi alla maggioranza dei giovani serve poco se gli anziani mettono a rischio la salute o peggio, la propria vita. L’esperienza insegna che il nostro sistema economico serve soprattutto a chi è già privilegiato e non a caso alimenta soprattutto le diseguaglianze. Servono scelte innovative sulla sanità pubblica, sul welfare e sul mercato del lavoro, nonché una riflessione onesta sulla logica del massimo profitto a danno non solo degli anziani, ma soprattutto dei giovani. E su questi obiettivi siamo disponibili a impegnarci fino in fondo.

Poi siamo convinti che l’economia deve ripartire, ma senza mettere a rischio la salute delle persone. E qui vogliamo anche ricordare che non è una malattia dei vecchi, ma che colpisce anche i giovani e che la sanità rischia di collassare non solo per gli anziani. E se il rischio per gli anziani è più elevato che altrove probabilmente è anche colpa di scelte dettate dalla politica di austerità, certamente non richiesta, ma neppure voluta da quest’ultimi. Semmai gli anziani sono le prime vittime.

Noi siamo disponibili a spendere il nostro tempo e il nostro impegno per tutti, anziani, figli e nipoti, ma non siamo disponibili a considerare eventuali rischi per la salute come un danno collaterale agli interessi economici. Rifiutiamo e rifiuteremo sempre questa logica che si sta insinuando in maniera subdola nella nostra società. Economia, lavoro, salute e benessere sociale devono procedere di pari passo e essere d’aiuto alla collettività e alle singole persone.

Cristina Masera
Alfred Ebner