Referendum: il vento della democrazia

La raccolta di 17.734 firme a sostegno del referendum che metterà in discussione la legge provinciale sulla democrazia diretta è un successo straordinario. E forse l'inizio di una nuova e più piena stagione di partecipazione.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

La democrazia rappresentativa ha ormai fatto il suo tempo. Vittima delle lobby, degli opportunismi e dei personalismi non è più in grado di gestire "democraticamente " il potere che gli affidiamo ogni 5 anni. La democrazia è però una forma di governo dinamica, costantemente in movimento, sempre in crescita. Il prossimo passo è la democrazia diretta che, affiancando i rappresentatnti politici, è in grado di calmierarne gli eccessi e indirizzarne gli atti. La gente se ne è accorta e questa nuova consapevolezza è alla base del successo improvviso e strepitoso di questa raccolta di firme.
Spesso ai banchetti venivano poste con una certa ansia domande come: "quante firme ci sono? ce la faremo?", erano il segno di una lenta ma inesorabile coscienza del proprio potere, il potere del popolo sovrano, il segno che adesso si può e si deve partecipare, fare parte. Questa raccolta di firme è il segnale della volontà di coprire uno spazio nuovo e tutto da scoprire. I nostri concittadini sono ormai attrezzati a capire il funzionamento della democrazia, sono in grado tenere costantemente monitorato l'agire degli amminiatratori, sono in grado di distinguere la differenza tra bisogni e interessi e porre le conseguenti priorità.

Al banchetto sono stato colpito dalla determinazione con la quale si voleva intervenire in questa vicenda, su questo fondamentale tema di gestione della democrazia. Sono ora più che mai convinto che un vento nuovo stia spirando, e mi chiedo se le imminenti elezioni saranno forse in grado di spiegare delle vele per accoglierlo: senza farsi sopraffare dalla paura e dal potere.

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Giorgio De Vuono Mer, 09/25/2013 - 08:31

Mentre molti sottolineano il disinteresse delle cittadine e dei cittadine a partecipare alla cosa pubblica, perché questa é la politica (le strutture partitiche sono un'altra cosa seppur con delle relazioni), questa raccolta firme ha dimostrato che oltre 17.000 persone in Alto Adige vogliono partecipare, dire la propria per una politica democratica.
La speranza di cambiare le cose rimane forte in me ... e vedo non solo in me!

Mer, 09/25/2013 - 08:31 Collegamento permanente