Cultura | IA e musica
Verso una nuova opera totale.
Foto: Mauro Franceschi
Con il motto “Pianographique - Music and Images by Humans and Machines” sono andati in scena al NOI due progetti di Ars Electronica ospitati da TRANSART. Due progetti dedicati alla fusione tra tecnologie digitali e musica strumentale.
Il primo era a firma di Ali Nikrang, creatore di “RICERCAR” , un sistema informatico finalizzato alla composizione. “AI Reflection #1-3” e “Sounding Letters” erano i titoli in programma. Sono musiche eleborate da RICERCAR e poi arrangiate da Nikrang per pianoforte automatizzato comandato da computer e archi, per l’occasione quelli di “mdi ensemble”, con Corinna Canzian ed Elia Leon Mariani ai violini, Paolo Fumagalli alla viola e Giorgio Casati al violoncello.
Per “AI Reflection #1-3” l’intelligenza artificiale era stata chiamata ad elaborare la musica di Petrus Tritonius Athesinus, maestro di scuola, compositore e pedagogo nato a Bolzano nel 1465 con il nome di Pietro Treybenreif. Un nome per noi assolutamente nuovo, che abbiamo scoperto essere l’autore nel 1524 di un Hymnarius che oggi risulta essere il più antico innario cattolico stampato, e nel 1507 di “Melopoiae" oraziane considerate l'opera fondante del genere delle odi umanistiche.
Sul palco del NOI alle spalle di Nikrang impegnato a gestire il computer e al quartetto d’archi erano proiettate le immagini ideate da Cori O’Lan.
L’abbondanza di tecnologia, parole e riflessioni a presentazione del progetto avevano creato una forte curiosità e interesse, che alle prime note si sono risolte in una delusione lunga venti minuti. La musica era a tratti banale.
Un poco più interessante è risultata la proposta di “Sounding Letters”. E’ una composizione di circa 10 minuti che elabora due aggregati sonori che nella notazione anglofona corrispondono alle lettere AEF e AEC, omaggio ad Ars Elecrtonica. Al pianoforte stava Nikrang, in dialogo con la musica generata dall’intelligenza artificiale che muoveva altri tasti dello strumento. Le immagini erano quelle a firma di Florian Berger.
La seconda parte della serata è stata dedicata a Keith Jarrett, ovvero al suo concerto del 1975 a Colonia, immortalato da Manfred Eicher per ECM nel disco che ha segnato un’epoca, “The Köln Concert”. Jarrett in quella occasione aveva improvvisato, inventando un linguaggio nuovo, ricco degli accenti del gospel e delle armonie impressionistiche.
L’esecuzione della trascrizione della musica di Jarrett da parte della pianista Maki Namekawa era affiancata dalle immagini di Cori O’Lan. Le immagini avevano la loro “ispirazione” nelle risposte di Keith Jarrett ad una intervista, erano una creativa trasposizione dei pensieri del musicista e interagivano con la sua musica in tempo reale.
L’esecuzione della trascrizione della musica di Jarrett da parte della pianista Maki Namekawa era affiancata dalle immagini di Cori O’Lan. Le immagini avevano la loro “ispirazione” nelle risposte di Keith Jarrett ad una intervista, erano una creativa trasposizione dei pensieri del musicista e interagivano con la sua musica in tempo reale.
A tratti immagini e musica danzavano assieme, e si poteva avere l’illusione che fossero le figure a muovere le mani dell’interprete. Una sorta di primo riuscito passo verso una nuova tecnologicamente avanzata “Opera d’arte totale”, una nuova “Gesamtkunstwerk”, possibile con l’utilizzo dell’intelligenza artificiale.
Maki Namekawa dopo oltre 60 minuti si è alzata dal pianoforte e ha raccolto i meritati calorosi applausi.
Maki Namekawa dopo oltre 60 minuti si è alzata dal pianoforte e ha raccolto i meritati calorosi applausi.
Effetua login per aggiungere un commento!