Referendum e siberiane
“Festeggia il capodanno con la donna dei tuoi sogni”, dice l’inserzione pubblicitaria, pubblicata lo scorso 20 ottobre dal quotidiano Alto Adige a pagina 22. Un ampio riquadro in taglio basso, affiancato a due servizi giornalistici sul referendum: l’intervista ad un giurista per Sì e la conferenza stampa dei Verdi collocati sul fronte del NO.
Quello che l’agenzia Lidia (con tanto di email, sito web italiano e numero di cellulare italiani) mette sul mercato è molto semplice: si tratta di ‘Donne e ragazze dell’est’. Dotate di caratteristiche specifiche: si tratta di bionde donne e ragazze “semplici, brave e dolci, dedite ai tradizionali valori della famiglia e capaci di grande attaccamento sentimentale con il loro compagno”. Donne e ragazze da prendere in considerazione - naturalmente - per "relazioni serie e durature". Ma “residenti sia all’estero che in Italia”, si precisa ancora. Lasciando intendere che la ‘relazione’ globalizzata può essere gestita sia dietro l’angolo che in remoto, in occasione di incontri più o meno nascosti e/o fugaci.
Sembra quasi che i proprietari dell’agenzia prima di predisporre l’inserzione pubblicitaria si siano fatti un giro per i masi dell’Alto Adige dove il Bergtierarzt da noi intervistato qualche mese fa (a microfoni spenti) ci aveva fatto riferimento tra l’altro ad uno dei più grandi problemi dei giovani contadini eredi dell'odierno maso chiuso (annacquato). “Non trovano più moglie, le ragazze sudtirolesi giustamente oggi hanno ben altri obiettivi”, ci aveva detto Paolo Ciavatta. Non molto differente è la situazione dei maschi metropolitani, naturalmente. Anche se il target dell’agenzia Lidia sembra puntare al contesto rurale, seguendo un trend che probabilmente riguarda ormai tutta la nostra decadente Europa. E non solo.
Gli Ebner al momento dell’acquisizione del quotidiano Alto Adige avevano cercato di rassicurare, dicendo in sostanza due cose.
Che sarebbe stata garantita anche in futuro l’autonomia della testata giornalistica (in nome di non meglio precisate radici comuni e sulla cosa naturalmente se n’è discusso in più sedi). E che la loro intenzione, naturalmente, era quella di farlo funzionare il giornale. Rendendolo ancora più redditizio e rilanciandolo.
Sta di fatto che domenica scorsa - per ironia della sorte (?) proprio in occasione della corsa organizzata a Bolzano in vista della giornata internazionale contro la violenza sulle donne - la cronaca politica del quotidiano Alto Adige è stata ‘condita’ con la suddetta pubblicità. Suscitando subito anche un dibattito nei social, legato soprattutto ad un post di Nadia Mazzardis, a dire la verità anche piuttosto soft rispetto alle sue abitudini e sintetizzabile nel seguente passaggio.
“Ok, business is business, ma cosa corriamo a fare, se la relazione uomo/donna viene poi ridotta così?”
Il direttore di Alto Adige Alberto Faustini, onore al merito social, è intervenuto con un commento. Augurandosi che “non sarà una pubblicità a cancellare anni di lavoro”. Ricordando di aver “rifiutato molte pubblicità comprese quelle che altre testate hanno pubblicato più volte”. E aggiungendo ancora - appunto: business is business - “se io e i miei colleghi siamo liberi e se ogni giorno possiamo scrivere quello che scriviamo senza guardare in faccia nessuno è anche perché un giornale che va bene può contare sull'apporto della pubblicità”.
Faustini ha anche ricordato le campagne dedicate alle donne portate avanti dal suo giornale in passato (“per le quali mi sono beccato telefonate e lettere anonime con sgradevoli riferimenti alle mie figlie, nonché uova sulla macchina”).
Il direttore del quotidiano ha concluso il suo commento sulla pagina Facebook di Nadia Mazzardis riferendo di aver “chiesto la sospensione” della pubblicità incriminata (“come in altre occasioni”).
Incuriositi siamo andati a vedere se della pubblicità delle bionde donne e ragazze dell’est (“semplici, brave, dolci, dedite ai tradizionali valori della famiglia”) vi è stata traccia questi giorni sull’altro quotidiano del gruppo e cioè Dolomiten.
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PC Outrage?
PC Outrage? Politiker sollten sich um die Inhalte der Parteigazetten und öffentlichen Publikationen kümmern. Wie wir wissen sind die leider meist langweilig und einseitig. Dass sich einerseits der AA nicht um Bergbauern kümmert und diese andererseits nicht zur Zielgruppe gehören, diskredidiert die Vermutung von "business is business" kombiniert mit Überlegungen vom Bergtierarzt des Herrn Sticcotti. Mal sehen ob es eine Verbraucherschutzmeldung gibt, die Kunden vor dieser Agentur warnt. Ansonsten: Viel Rauch um Wenig.