Politica | Reti intricate

Stanno distruggendo Internet

I costi per accedere a Internet potrebbero lievitare in modo clamoroso: la "cura Trump" per distruggere la "net neutrality". Internet diventa una questione di classe.
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Foto: cnn

Una cosa geniale

Una questione americana che diventa una questione di classe. Stiamo parlando della net neutrality, “una cosa geniale nascosta dentro un nome noioso”, come dice John Oliver nel suo programma Last Week Tonight in onda su HBO. La data del video risale al 2014, infatti è da più o meno tre anni che la questione fa discutere parte – una parte molto minoritaria – dell’opinione pubblica americana ed europea.

La parola net neutrality è stata usata per la prima volta da Tim Wu nel 2003 ed è uno dei principi cardine su cui è imperniato il modo in cui usiamo la Rete, significa che “tutti i bits sono creati uguali”. In parole ancora più semplici, quando un gestore come Vodafone o Tre vi offre un pacchetto dati internet, è indifferente per il gestore il modo in cui lo utilizzate, perché tutti i dati sono uguali. E’ il massimo grado di libertà per un cittadino che fruisce del servizio Internet.

L'American Way

Ma cosa succede quando negli Stati Uniti si vuole ribaltare il tavolo? Le conseguenze sono chiare fin da subito e non fanno parte di quel gruppo di fatti che potremmo chiamare rosee aspettative. Abolendo la net neutrality si permette ai gestori di telefonia di privilegiare certi servizi su altri, impostando una “linea veloce” per alcuni e una “linea lenta” per altri, in base agli accordi che i vari servizi come Spotify o tutti i servizi di Google, faranno direttamente con le compagnie telecom. Potenzialmente si potrebbe anche impedire la fruizione di certi servizi o, diciamo, permettere solo la fruizione di alcuni.

Cosa cambia al consumatore? Per avere i servizi “messagging”, “video” o “social”, si dovranno pagare pacchetti separati, come accade già in Portogallo con la compagnia telefonica Meo, a un costo enormemente maggiore. La risoluzione andrebbe anche a svantaggio del mercato concorrenziale: i pesci grandi manterrebbero un assetto da major, i nuovi arrivati invece faranno difficoltà a stringere accordi con i provider, non avendo garanzie per mantenere stabile il rapporto, dovuto al suo carattere estremamente oneroso.

 

 

Lo spirito trumpista sembra permeare tutta la riforma e infatti la Commissione Federale per la Comunicazioni è in mano ai Repubblicani più oltranzisti. I membri dovranno votare il 14 dicembre un provvedimento per eliminare la net neutrality. Tutto questo a favore dei provider, dei gestori di telefonia mobile. Come?

La truffa della Commissione

Nel 2014 si comincia a discutere del tema dopo la nomina del democratico Tom Wheeler a capo della Commissione, scelto direttamente da Barack Obama. Wheeler era stato in precedenza il frontman dei lobbysti americani in materia di telecom e infatti non fu esente da critiche, soprattutto quando si è cominciato a discutere di neutrality. Wheeler è all’inizio sulle stesse posizioni dell’attuale presidente di Commissione -  l’ex procuratore repubblicano Ajit V. Pai - ovvero sulla soppressione della libertà di navigazione. Ma Obama riesce a convincere Wheeler a rivedere le sue posizioni e nel 2015 l’amministrazione approva l’Open Internet Order, in difesa della libertà di Internet. Stavolta, sono i Repubblicani a criticare: "La Commissione è autonoma, ingerenza di Obama sulle decisioni".

 

 

La gestione della Commissione cambia, Donald Trump diventa presidente e ha già fatto capire che non porrà il veto sul voto della Commissione, anzi, è uno dei primi supporter. Tutti sotto l’egida della concorrenza e della mano invisibile del mercato. Tutto falso. Come falsi sono i commenti che la Commissione ha chiesto ai cittadini americani sulla proposta. Il Data Scientist Jeff Kao ha dimostrato come siano state usate crica 1 milione e 300mila identità digitali fasulle per poter pubblicare falsi feedback in favore della nuova linea americana. Il 99% dei commenti verificati come reali, sono invece a favore della linea Obama, quella della net neutrality.

La Fortezza Europa vacilla

I gestori di telefonia diventerebbero così i nuovi semafori del web, che potranno creare un Internet a due velocità e far diventare l’accesso alla rete come un privilegio e l’utilizzo di alcuni servizi come un lusso per pochi. L’Unione Europea non è immune da tutto questo, nonostante il Parlamento abbia votato a favore della net neutrality come punto di partenza per l’abolizione del roaming in Europa, provvedimento già preso nel 2014.

Alcune soluzioni per aggirare le leggi europee però ci sono, leggi circumnavigabili dagli stessi gestori. Google, Netflix, Amazon e le altre grandi società di servizi sono sul piede di guerra e di certo non mancheranno infinti ricorsi alle corti americane, paradossalmente l’ultima sponda per un futuro che sembra ancora più incerto. Forse è l’unica volta in cui attivisti e grandi aziende americane si trovino a collaborare dietro a un unico scudo. Passeranno all’attacco?