A volte ritornano
Non hanno intenzione di fare harakiri ritagliandosi un ruolo triste di comparsa nel sottobosco politico nazionale, e allora serrano le fila, o almeno ci provano (certo la polverosa grammatica delle immagini non aiuta), in barba alla sinistra sclerotizzata e salottiera e alla destra dei tempi feroci. Gli alfieri, molto pochi a onor del vero, di Rifondazione comunista si sono dati appuntamento ieri (24 novembre) al Circolo della Stampa di Bolzano per affrontare un tema di stringente attualità, ovvero quello dell’aumento dell’età pensionabile, inaccettabile secondo l’ospite d’onore della serata - introdotto dal segretario locale del partito Gabriele Benatti - l’ex ministro, ai tempi del governo Prodi, Paolo Ferrero.
Nel mirino anche la legge Fornero, che va cancellata, sostiene l'attuale vicepresidente di Sinistra europea ricordando come all’epoca del suo “interregno” Mario Monti assicurò che il sistema pensionistico non sarebbe stato toccato perché non ce n'era necessità. “Eppure un mese dopo fecero la riforma Fornero, che avrebbe prodotto 80 miliardi di risparmi rispetto alle normative precedenti e che avrebbe avuto effetti pesantissimi costringendo le persone a lavorare in un’età in cui si dovrebbe riposare. E il punto è che si continua ad avere un sistema molto squilibrato con due milioni di pensionati che ricevono assegni mensili sotto ai 500 euro”.
La legge di stabilità prevede di aumentare - fatta eccezione per 15 categorie di “lavori gravosi” - l’età pensionabile di altri 5 mesi, dal 2019 si potrà andare in pensione a 67 anni e poi, salendo, fino a 70. Alzare l’asticella dell’età in cui ritirarsi dal mondo del lavoro (cosa peraltro irragionevole anche per il leader degli Arbeitnehmer della Svp Helmuth Renzler) significa, spiega Ferrero, anche seguitare a tenere a bordo campo i giovani. In poco più di 2 anni gli occupati ultracinquantenni sono ben 900mila in più, mentre i ragazzi continuano a restare incastrati nelle sabbie mobili del precariato, “senza contare che la legge Fornero ha prodotto 1 milione di giovani disoccupati”.
La situazione continua inoltre a non essere ideale per le donne che, rispetto alla controparte maschile, in termini di tasso di occupazione medio, sono ancora in difetto, oltre al fatto che hanno percorsi lavorativi discontinui e pochi contributi perché gravate troppo spesso dal lavoro domestico. Sostiene Ferrero che i soldi ci sono e che il sistema pensionistico è in attivo, “i lavoratori pagano di contributi 25 miliardi in più di quello che gli torna indietro sotto forma di pensione”. Insistere al contrario sulla penuria di capitale significa spianare la strada a CasaPound e alla Lega, quando per loro è il “diverso” ad assurgere a capro espiatorio ideale. “La loro logica - dice Ferrero - è: ‘Se non ci sono i soldi come facciamo a mantenere quelli che arrivano con i barconi in Sicilia?’ E la guerra fra poveri è il prodotto di questa idea della scarsità. Ci troviamo su una china pericolosissima”.
L’ex segretario nazionale di Rifondazione ribadisce inoltre la necessità di mettere un tetto alle pensioni d’oro fino a 5mila euro e di modificare il calcolo delle pensioni utilizzando le sostanziose cifre che si possono recuperare tagliando le pensioni più alte per aumentare le pensioni più basse. “È doverosa una redistribuzione solidaristica all’interno del sistema pensionistico pubblico, ed è fondamentale che il reddito venga tassato allo stesso modo per ottenere equità fiscale”.
E se l’abrogazione della legge Fornero è un punto imprescindibile del programma politico di Rifondazione - che punta a una lista unitaria della sinistra - viene spedita direttamente in fuorigioco, in vista delle prossime elezioni in primavera, una possibile alleanza con Bersani e D’Alema “che invece la riforma se la vogliono tenere. Per noi - sottolinea infine Ferrero - la sua cancellazione è un tema prioritario, non vogliamo mica lasciarlo a Salvini?”.