La partecipazione dei dipendenti fa bene alle imprese. Forse anche alle Poste Italiane.

La parziale privatizzazione delle Poste puó diventare una buna occasione per dare maggiore riconoscimento al lavoro dei dipendenti e dare piú efficienza al servizio postale.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

Le Poste Italiane cedono il 40% ai privati e riservano una quota di partecipazione ai dipendenti. Una decisione necessaria per ridurre l’enorme debito pubblico italiano, ma potenzialmente utile al miglior funzionamento delle Poste stesse. Se i dipendenti partecipassero numerosi al capitale delle Poste si creerebbe un ottimo presupposto per rilanciarle e per dare piena dignità al lavoro dei dipendenti. Essere comproprietari della azienda dove si lavora, cambia lo status del dipendente e ne rafforza la posizione. Ma anche le aziende che si aprono alla partecipazione, producono migliori performance, come dimostrano migliaia di casi in tutto il mondo. La sfida per le Poste é impegnativa, quanto interessante e apre orizzonti nuovi per le relazioni sindacali: una rappresentanza dei dipendenti al passo con i tempi nuovi e un management partecipativo. Ambedue, purtroppo, ancora merce rara in Italia.

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