Un anno buio per i diritti umani

“È uno dei rari anni in cui non abbiamo avuto risultati positivi, anzi registriamo arretramenti anche in quei Paesi di democrazia più avanzata”, commenta così i risultati del Rapporto 2015-2016 di Amnesty International sui diritti umani nel mondo (pubblicato in Italia da Infinito Edizioni) Gianni Rufini, direttore generale della sezione italiana dell’organizzazione non governativa. “I Paesi occidentali - spiega ancora Rufini - continuano a violare il diritto internazionale, in particolare quello umanitario”.
Qualche dato: sono 60 i milioni di persone lontane dalle loro case “molte delle quali da diversi o molti anni almeno 113 i Paesi nei quali la libertà d’espressione e di stampa sono state sottoposte a restrizioni arbitrarie; almeno 30 i Paesi che hanno rimandato illegalmente rifugiati verso Paesi in cui sarebbero stati in pericolo; almeno 19 i Paesi nei quali sono stati commessi crimini di guerra o altre violazioni delle “leggi di guerra”; almeno 36 i Paesi nei quali gruppi armati hanno commesso abusi”, si legge nel Rapporto. Sono 156, inoltre, i difensori dei diritti umani che hanno perso la vita durante la detenzione o uccisi. 61 sono invece i paesi che hanno messo in carcere prigionieri di coscienza, ossia persone che avevano solamente esercitato i loro diritti e le loro libertà.
La situazione viene analizzata paese per paese, nel dettaglio; in Cina, ad esempio, c’è un “aumento della repressione contro i difensori dei diritti umani e l'adozione di leggi indiscriminate in nome della sicurezza nazionale”. In Siria si registra l’“uccisione di migliaia di civili in attacchi diretti e indiscriminati contro i civili mediante barili-bomba e altri armamenti nonché con l'uso della tortura in carcere; lunghi assedi contro le aree civili, blocco degli aiuti internazionali alle popolazioni alla fame”. E ancora: il centro di detenzione statunitense di Guantánamo, sull'isola di Cuba, è un “esempio delle gravi conseguenze della guerra al terrore - ancora aperto; assenza di procedimenti giudiziari nei confronti degli autori di torture e sparizioni forzate”. Non viene risparmiata nemmeno l’Italia dove “ha destato preoccupazione l'implementazione di un sistema comunitario concordato per controllare gli arrivi, il cosiddetto approccio hotspot. È perdurata la discriminazione contro i rom” e non è stato “introdotto il reato di tortura nella legislazione” né è stato garantito “il riconoscimento giuridico delle coppie formate da persone dello stesso sesso”. “C’è una generale indifferenza nei confronti dei diritti civili: il crollo dell’Europa dei valori è un elemento molto preoccupante”, ha sottolineato Rufini.
In concomitanza con la pubblicazione del Rapporto è stato lanciato il video “Here’s to you” in cui Roberto Saviano invita a cantare la celebre ballata di Ennio Morricone interpretata da Joan Baez che il regista Giuliano Montaldo scelse come colonna sonora per “Sacco e Vanzetti”, il film sui due anarchici italiani, innocenti attivisti di sinistra, che furono arrestati, processati e giustiziati negli Stati Uniti nel 1927. Un video “per tutti i Sacco e Vanzetti di oggi – ha detto Rufini – perché diventi il simbolo del rinnovato impegno di Amnesty in Italia e nel mondo, insieme a quanti crederanno che il mondo sarà migliore quando sentiremo nostre le ingiustizie del mondo”.
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