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“Se non ci sono profughi allora niente barriere”

Al Brennero non c’è traccia del temuto aumento di afflusso. Pertanto le autorità austriache per il momento non stanno allestendo i nuovi e più rigidi controlli.

“Attiveremo la barriera al confine solo se ce ne sarà bisogno. E al momento questo bisogno non c’è”

Il concetto, chiaro e limpido, è stato espresso nelle ultime ore dal ministro degli interni austriaco. Le paventante nuove restrizioni d’accesso al confine del Brennero con tanto di barriere e reticolati non verranno dunque attivate subito dopo Pasqua ormai alle porte, così com’era stato previsto, visto che il flusso dei profughi alla frontiera provenienti dall’Italia al momento resta scarso

Il ministro degli interni austriaco, per bocca del suo portavoce Karl Heinz Grundböck ha però precisato che la situazione naturalmente non è risolta e che quindi il governo austriaco è pronto ad agire prontamente, se le condizioni attuali dei flussi dovessero cambiare. Non è infatti venuta a cadere la preoccupazione di uno spostamento della principale massa di profughi in arrivo dall’attuale rotta balcanica a quella che potrebbe invece tornare a privilegiare il sud Italia e nello specifico le coste della Puglia. 
L’attuale stallo com’è noto è legato al fatto che attualmente i profughi sono in gran parte ammassati in Grecia. 

Al momento il flusso di profughi nell’intera Austria - ha fatto sapere il ministero degli interni - è pari a soli 100 profughi al giorno circa, che tra l’altro giungono ai confini alla spicciolata e non in gruppi consistenti. 

Intanto oggi il quotidiano nord tirolese Tiroler Tageszeitung riferisce nuovamente delle forti preoccupazioni esistenti in Sudtirolo in merito al possibile intasamento di mezzi pesanti che potrebbe verificarsi nel caso in cui venisse attivato il nuovo e più rigido sistema di gestione della frontiera sul versante austriaco del Brennero. 
Il Nord Tirolo comincia anche a fare i conti anche con i costi che andranno sostenuti per l’allestimento del nuovo Grenzmanagement. Al momento si parla di circa 2 milioni di euro. 

Tiroler Tageszeitung coglie l’occasione per ribadire le preoccupazioni espresse a più riprese in particolare dal presidente della Camera di Commercio di Bolzano Michl Ebner
Che teme le conseguenze dei rallentamenti a cui potrebbero essere sottoposti i mezzi pesanti nel tratto tra Vipiteno e il Brennero per consentire le necessarie 'ispezioni visive'. Il quotidiano nord tirolese ricorda anche le lamentele che già da tempo sono state sollevate dalle aziende di trasporti in merito all’analoga situazione venuta a crearsi al confine tra Austria e Baviera. 

Il mondo economico altoatesino da tempo ha proposto agli austriaci di fare i loro controlli sui mezzi commerciali già a Vipiteno per evitare l’intasamento delle arterie stradali. Il responsabile della polizia del Land Tirol dal canto suo ha precisato che in aggiunta dai controlli tecnici, sui mezzi commerciali verranno solo realizzati controlli a campione. Cercando di rassicurare i sudtirolesi, affermando che naturalmente ci saranno difficoltà ma che non prevede pericolosi stop and go del traffico. 

Il Tiroler Tageszeitung conclude il suo articolo ricordando che ad Innsbruck al momento sono i Verdi, partner del governo nordtirolese, ad esprimere la posizione politica più simile a quelle dei presidenti del Sudtirolo e del Trentino Kompatscher e Rossi
Grenzkontrollen schaden der heimischen Wirtschaft und widersprechen jeglicher Logik. Die wirtschafts- und menschenfeindliche Maßnahme ist ein Placebo und ist kein lösungsorientierter Beitrag für die Herausforderungen in der Europaregion Tirol“, ha dichiarato in merito il Landtagsvizepräsident Hermann Weratschnig. Ricordando come i nuovi controlli introdotti al confine di Kufstein abbiamo già provocato un danno economico per l’Austria pari al 20%, con una riduzione significativa anche degli afflussi turistici. 
I Verdi nord tirolesi auspicano che l’Euregio non pieghi la testa nei confronti delle istanze delle destre populiste e proponendo una comune gestione di hotspot e corridoi umanitari.