Società | I dati

Il Covid e l’impatto sulla mortalità

Alto Adige, a marzo +62,5% dei morti rispetto alla media di marzo 2015-2019. Si tratta di decessi per tutte le cause. Oggi al via i test sierologici a campione.
Mascherine
Foto: Unsplash

Le statistiche dicono che nello scorso mese di marzo in Alto Adige sono decedute 647 persone, si tratta di circa il 62,5% in più rispetto alla media degli anni 2015-2019 (398). In questo quinquennio il valore minimo si è registrato nel marzo 2017, con 355 casi, e il valore massimo nel marzo 2015 con 439 decessi. 

Il numero di decessi in eccesso è di 249, ma nemmeno la metà di questi (110, ovvero il 44,2% della differenza) è dovuta a decessi diagnosticati e segnalati alla sorveglianza Covid-19. Questo aumento generale di morti per tutte le cause è una delle conseguenze più drammatiche degli effetti della pandemia. In effetti, i decessi segnalati all’autorità sanitaria nazionale riflettono solo una parte di questo impatto, in quanto si riferiscono solo a quelli con un risultato positivo del test. 

Questa la fotografia dell’Astat che si è focalizzata, per questa indagine, su una domanda: quante persone muoiono di coronavirus? Focalizzare l’attenzione sull’eccesso di mortalità, che indica quante persone sono morte in più rispetto alla media, può aiutare a trovare una risposta. Il confronto - precisa l’Istituto di statistica provinciale - viene fatto relativamente a specifici periodi di tempo - come i mesi selezionati negli anni precedenti. Attualmente sono disponibili i dati fino al 31 marzo. A causa delle disposizioni di legge sulla notifica dei decessi al Comune di residenza e alla statistica ufficiale, i dati sono disponibili con un ritardo da cinque a sei settimane rispetto al mese di riferimento. 

 

Le cause

 

Una misura più universale dell’impatto della pandemia sulla mortalità della popolazione è data dall’eccesso dei decessi, per il complesso delle cause, risultanti dal confronto, a parità di periodo, del dato del 2020 con la media dei decessi del quinquennio precedente (2015- 2019). In questo modo si assume implicitamente che la diffusione della pandemia produca un aumento dei decessi anche non direttamente riferibili alla sorveglianza Covid-19, ovvero al numero di casi positivi deceduti. 

Gli ulteriori 139 decessi possono essere attribuiti a tre possibili cause: 

- una mortalità aggiuntiva associata a Covid-19, nei casi in cui non è stato eseguito il tampone, 

- una mortalità indiretta correlata al Covid-19, per i decessi dovuti a disfunzioni di organi quali il cuore o i reni, come possibile conseguenza della malattia indotta dal virus in persone non testate, 

- una mortalità indiretta non correlata al virus, ma per esempio dovuta al fatto che a causa della crisi dovevano essere rinviati visite o interventi o che le persone per il timore di un’infezione non si sono recate all’ospedale. 

 

Da sottolineare il fatto che il tasso di mortalità in eccesso registrato nel marzo 2020 è più pronunciato per gli uomini che per le donne, soprattutto a partire dagli 80 anni di età. Questo fatto rende chiaro che il fenomeno della mortalità maschile in eccesso si estende probabilmente a cause non direttamente correlate al virus

Infine un confronto con le regioni limitrofe del Tirolo e del Trentino rivela notevoli differenze: in Tirolo l’eccesso di mortalità a marzo si attesta all’11,5%, in Trentino al 42,6%. 

 

Test al via

 

Sul fronte dei controlli, oltre ai test che verranno effettuati a partire da domani nei comuni di Ortisei, Santa Cristina e Selva Gardena, oggi è iniziata un’altra rilevazione, quella nell’ambito di un’indagine condotta dal Ministero della salute e dall’Istituto nazionale di statistica (Istat) in collaborazione con le Regioni, le Province autonome e la Croce Rossa Italiana. L’obiettivo è quello di determinare tramite test sierologici di altissima qualità la percentuale della popolazione che abbia sviluppato anticorpi a seguito di un’infezione da coronavirus. In Alto Adige il campione comprenderà circa 4.700 persone - che saranno contattate per telefono - in 48 comuni. La rilevazione sarà suddivisa per area geografica, età, sesso e attività economica. L’indagine permetterà anche di rilevare la formazione di anticorpi in persone che non hanno sviluppato alcun sintomo di malattia pur essendo entrate in contatto con il nuovo coronavirus.

 

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