Economia | Turismo

“Frutteti? Ce ne sono dappertutto”

Il vicesindaco di Bressanone Del Piero difende il progetto del labirinto di mais per il giardino vescovile. Dicendo che “ci vuole un progetto economicamente sostenibile”.

A Bressanone sono anni che si litiga sull’apertura e l’uso del giardino vescovile dato in concessione dalla diocesi al Comune.
A contrapporsi sono due visioni.
La prima, portata avanti dal comitato Pro Pomarium, vorrebbe un ritorno alle origini trasformando lo spazio (ad ingresso gratuito) in un frutteto popolato gli alberi caratteristici della storica coltivazione del territorio.
La seconda visione, portata avanti dal Comune, tende a proporre idee più ‘spettacolari’ attraverso attrazioni che poi portino la struttura ad essere fruibile attraverso un ingresso a pagamento. Anche per riuscire a rientrare nelle spese annue legate alla concessione con la proprietà.
Al vicesindaco di Bressanone Claudio Del Piero abbiamo chiesto quali sono gli ultimi sviluppi del dibattito.  

salto.bz: Qual è la ‘visione’ da parte del comune di Bressanone?
Claudio Del Piero - Bisogna partire dal presupposto che questo giardino è stato preso in dotazione dall’amministrazione comunale qualche anno fa ma finora non è stato utilizzato, in sostanza. La proposta fatta qualche giorno fa riguarda l’utilizzo temporaneo del giardino. Per il futuro ancora non è stato deciso su quale progetto si andrà a puntare nell’ottica dello sfruttamento di questo polmone verde al centro della città. 

E il progetto già da tempo sostenuto anche da Pro Pomarium che fine fa?
A nostro avviso non è sostenibile dal punto di vista economico. Per cui abbiamo trovato al momento questa soluzione per poter almeno aprire il giardino sulla base di un richiamo, a mio avviso intelligente, alla vicenda dell’elefante. In inverno ha avuto un buon successo la proiezione di luci all’interno del palazzo vescovile e questa proposta estiva del labirinto di mais è in continuità con quella proposta. Simboleggiando il viaggio fatto dall’elefante tanti anni fa. 

Quali sono i vantaggi del progetto temporaneo?
Ci consente sinergie con il palazzo vescovile. Anche grazie ad un biglietto combinato con l’ingresso in quella struttura. A nostro avviso inoltre il basso prezzo del biglietto (7 euro) viene anche incontro alle esigenze delle famiglie. 

In realtà i ‘critici’ volevano che restasse l’ingresso libero e gratuito… 
Certo: ma noi abbiamo anche l’esigenza di trovare i fondi per pagare la quota annua che dobbiamo alla diocesi per uso comunale del giardino. 

I critici da anni però volevano e vogliono con forza che il parco guardi alle origini, tornando ad essere un ‘frutteto storico’… Con loro rimane comunque aperto un dialogo?
Questa amministrazione comunale non preclude il dialogo con nessuno e su nessun argomento. Ci sarà un confronto così come si fa su ogni cosa. Certo: qui c’è un forte coinvolgimento anche emotivo. Troveremo senz’altro la via per identificare il miglior progetto definitivo. 

L’idea del frutteto storico secondo voi è realizzabile?
Ci stiamo ragionando su. Vogliamo proseguire con lo sfruttamento di questo polmone verde all’interno della città che è un qualcosa di molto importante e pregevole. Stiamo cercando una soluzione che sia economicamente sostenibile. Ma non possiamo partire con un progetto che poi non possiamo permetterci. 

Il frutteto storico è troppo costoso?
Da quello che si evince e si riesce a capire diventa piuttosto difficile pensare di realizzare quello che viene proposto. Noi senz’altro non potremo nemmeno lontanamente contare sui numeri ad esempio dei giardini di Merano. Proporre di esporre alberi da frutto? Beh, basta uscire di qualche centinaio di metri dalla cerchia cittadina e uno ha già la stessa proposta fatta in maniera... spontanea. 

Secondo voi ci vorrebbe una proposta più accattivante?
Sì, ed era stata anche fatta prevedendo un gioco di canali basato sull’acqua. 

Ma su quello c’è stata una vera e propria sollevazione popolare. 
Già. In realtà si tratta di una lunga battaglia che precedentemente ho vissuto da consigliere comunale. E’ molto bello che quello spazio sia stato conservato intatto nel corso degli anni. Però - lo ripeto - ora bisogna trovare una soluzione vera e sostenibile per il suo utilizzo, soprattutto a lungo termine.