Ambiente | Milano-Cortina 2026

Un'Arena, nuove ombre

Nella maxi-inchiesta della Procura di Milano sull'urbanistica meneghina spunta anche il PalaItalia che ospiterà le gare olimpiche di hockey. Aggiungendosi ai dubbi già emersi sull'impianto.
arena di santa giulia hockey
Foto: Itinera rendering
  • L’Arena Santa Giulia di Milano, una delle opere strategiche di Milano Cortina 2026 – già al centro di forti critiche per la sua dubbia utilità post-olimpica e per il suo status “fuori norma” evidenziato nel nostro articolo di febbraio – torna sotto i riflettori. Stavolta a puntare i fari è la maxi-inchiesta sull'urbanistica della Procura di Milano, che nelle carte depositate lo scorso 26 giugno parla apertamente di “ingerenze indebite” legate all’ormai ex assessore comunale all’urbanistica Giancarlo Tancredi. E il caso del PalaItalia – così viene anche chiamata l’arena polifunzionale – rappresenterebbe secondo i magistrati un esempio emblematico di come venga condotto lo “sviluppo urbanistico della città”.

    Secondo quanto riportato da Altreconomia, il progetto dell’Arena Santa Giulia si inserisce in un intreccio opaco di relazioni tra pubblico e privato. La struttura, realizzata da CTS Eventim, rientra nel Piano Integrato di Intervento (PII) “Montecity-Rogoredo” di rigenerazione urbana. Proprio qui emergerebbe un primo conflitto di interessi: il masterplan del Piano include progetti infrastrutturali assegnati alla società J+S Spa, di cui il presidente della Commissione comunale paesaggio Giuseppe Marinoni è partner strategico. Marinoni ha partecipato a più pareri tecnici relativi al progetto senza mai astenersi – almeno fino a metà 2024 quando dichiarò il conflitto di interesse. I messaggi WhatsApp tra Tancredi e Marinoni mostrerebbero un pressing costante per favorire la rapida approvazione dei progetti, mentre la Commissione Paesaggio esprimeva preoccupazioni crescenti sulla qualità complessiva del progetto Santa Giulia: spazi pubblici impoveriti, soluzioni urbanistiche inadeguate, materiali non coerenti con il contesto urbano e una pericolosa deriva “da outlet suburbano”.

  • Foto: rendering Itinera - elaborazione SALTO
  • Provvisoriamente palaghiaccio

    Le rivelazioni giudiziarie si sommano ai dubbi già sollevati nei mesi passati. Il PalaItalia è in realtà un'arena pensata per ospitare concerti e grandi eventi, progettata senza rispettare alcuni requisiti sportivi minimi richiesti dal CONI: per l’hockey è stato definito impianto “temporaneamente” idoneo e saranno necessarie deroghe speciali, mentre per il basket la capienza è ridotta a soli 3.499 spettatori: una cifra ridicola per una metropoli come Milano. Secondo il parere tecnico-sportivo della Commissione impianti sportivi del Coni rilasciato nel marzo 2023, infatti, l'impianto “non rispetta le condizioni di visibilità degli spettatori, in particolare per quanto riguarda l’attività di hockey su ghiaccio, dichiarata come temporanea e limitata ad alcuni eventi sportivi, prescrive di ottenere le relative deroghe da parte della prefettura competente, nonché le necessarie omologazioni da parte delle Federazione sportiva nazionale e internazionale per gli eventi considerati”. Altro che nuovo Palaghiaccio: l’hockey sarà un’unicum per le Olimpiadi grazie alle deroghe “estorte” a federazione e Prefettura.

    La società che ha presentato il progetto è la Evd Milan Srl, controllata dal colosso tedesco che in italia opera con il marchio TicketOne (la società germanica si chiama Cts Eventim). Il Comune di Milano ha dichiarato il “PalaItalia” d’interesse pubblico perché indispensabile per il torneo di hockey e di conseguenza il gruppo economico ha avuto diversi “sconti” su monetizzazioni e oneri di urbanizzazione (questi ultimi sono stati praticamente azzerati, compresa la realizzazione dello svincolo dalla Tangenziale est costato 12 milioni di euro). Anche i costi sono esplosi. Dai 180 milioni iniziali, si è arrivati a un potenziale massimo di oltre 300 milioni, tra Arena e opere accessorie. Una parte importante di questi “extracosti” sarà coperta con fondi pubblici, smentendo la narrativa iniziale di Olimpiadi “a costo zero”.